QUALCOSA DA DIRCI, di Luca Savarese: “PARMA SOFFRI, MA SPERA. IL TUO GRAN CORSO (O RICORSO) COMINCIA APPENA…”

Soffri e sii grande: il tuo destino è questo,
Finor: soffri, ma spera: il tuo gran corso
Comincia appena; e chi sa dir, quai tempi,
Quali opre il cielo ti prepara? Il cielo
Che Parma ti fece, ed un tal cor ti diede.

(Luca Savarese) – Parafrasando le parole, cariche di tensione e ricche di speranza che lo scudiero Anfrido dice, quasi consegna al re Adelchi, figlio del grande re longobardo Desiderio, nel memorabile e celebre tragedia Adelchi di manzoniana memoria. Il dedicatario però qui non è il Adelchi, ma il Parma, scazzottato da tre  picche consecutivi della giustizia, che non sembra più contemplarlo nei propri dettami, arrabbiato e quasi incredulo perché quei 58 punti, quel terrazzo europeo conquistato sul filo di lana, all’ultimo secondo dell’ultima giornata, sembra destinato a rimanere una bella impresa degli almanacchi, da non far fruttare nel nuovo scenario continentale, esito, destinazione, meta di quegli sforzi di un campionato vissuto, per gran parte, col vento in poppa. Sono anche io amareggiato e deluso da un calcio invaso dai politici e pieno di decreti cavillosi, torre d’avorio imperscrutabile, dal malcostume del Toro di mettersi in mezzo ex abrupto, quando poteva come lo stile avrebbe voluto, aspettare, farsi da parte e poi, ora intervenire e vedere bene il da farsi, però non voglio che tutto sia spazzato improvvisamente via da questa inattesa nera bolla, non di sapone, ma di catrame, perché il Parma che ha fatto la voce grossa contro il Napoli, il Milan ai quali ha portato via sei e sei punti, la squadra che ha incamerato diciassette risultati utili consecutivi, sia stata gettata alle ortiche, rimembranza quasi posticcia, da questa due giorni di Alta Corte. Prima che l’Alta Corte fosse, il Parma ha disputato un campionato alto, con un’altezza tecnica e psicofisica notevole, che niente e nessuno potranno mai cancellare. Ora bisogna rimanere degni contro questo Leviatano che vuole portarci via qualcosa, che è e sarà per sempre, del Parma, di Parma e dei suoi tifosi. Come se dopo un bello spettacolo, mentre stai lasciando la platea, ti dicessero che nei camerini hanno scoperto che la compagnia teatrale non dispone la licenza per i prossimi palcoscenici e tu ti trovi immediatamente dentro un’altra commedia, ma dell’assurdo. Forse, però, essere arrivati sesti e vivere questo tedioso ed odioso supplementare, è meglio che essere arrivati ottavi e trovarsi lì a commentare l’ennesima stagione mediocre. In una grande famiglia poi, se e quando qualcuno sbaglia, certo lo si rimprovera, gli si fa capire la gravità dell’errore, ma non lo si caccia via, non viene ghigliottinato, quando fino ad ieri veniva agghindato di complimenti. Questo per dire che chi ha commesso quella mancanza della ritenuta Irpef nei tempi giusti, quel tragico errore (come lo ha definito il nostro direttore nel corso della sua intervista a fantapazz.com.)  ora non deve ne dimettersi né fare come Giuda e ne va dato in pasto al rogo. Credo che comunque andrà a finire, ammesso che ci sia un nuovo capitoletto che tenti di rendere questo strano stato di coma sportivo reversibile, questo extra-time più tosto di quello tra Italia e Germania nel 1970, impegnate allora non presso l’Alta Corte, ma in mezzo alle alture messicane, affini per l’eternità il tessuto nervoso dei crociati, ne plasmi un carattere non ferreo, ma di più. E’ una lezione che anche se ora sembra solo pura follia, tornerà utile nelle casse dell’esperienza, nel curriculum vitae del cuore, che non è così rigido ed intransigente come la Uefa.

Questa vicenda ha infinite cose da dirci. Per esempio che certe tempistiche vanno rispettate, che anche se ti meriti un premio, ma hai anche sola una carta non in regola, rischi di perderlo, che ci sono delle battaglie che non ti aspettavi, che il calcio ha bisogno di un pochino, anche solo uno spruzzo, di quella semplicità dentro la quale era sorto.

Inoltre ne sussurra una al presidente, se lascia il Parma nella tristezza non ha poi tanto senso, ma forse sarebbe più esaltante esserne ancora il suo primo araldo, più agguerrito che mai, incazzatissimo, ma lì, al timone, perché questa procella prima o poi si calmerà e, tutti insieme, presidente, dirigenti, addetti ai lavori, tifosi, saremo ancora più Parma. Soffri, ma spera: il tuo gran corso o ricorso, comincia appena… Luca Savarese

Gabriele Majo

Gabriele Majo, 59 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società.

One thought on “QUALCOSA DA DIRCI, di Luca Savarese: “PARMA SOFFRI, MA SPERA. IL TUO GRAN CORSO (O RICORSO) COMINCIA APPENA…”

  • 30 Maggio 2014 in 12:41
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    GRANDE PARMA! LA TUA STORIA CENTENARIA E’ PIU’ GRANDE DELLA TRISTEZZA DI QUESTI GIORNI

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