AZZURRIAMO CON L’ITAL-PARMA, di Luca Savarese: PAROLO E CASSANO, ENTRATI NELLA RIPRESA, NON RIANIMANO L’ITALIA SCONFITTA DALL’URUGUAY. MONDIALE FINITO, SI DIMETTONO PRANDELLI E ABETE
(Luca Savarese) – Da Natal alla fine è Natale solo per l’Uruguay che ci mette nei guai più profondi e con un gol di Godin va agli ottavi di finale. Italia a casa, dopo la miseria di tre punti in altrettante partite. Nel gruppo che vantava sette titoli mondiali, a passare sono Costa Rica ed Uruguay, la rivoluzione centro sud americana, schianta la vecchia e parecchio triste Europa che con Inghilterra e Italia, saluta anzi tempo il Brasile.
Tre dietro, cinque a centrocampo e due davanti. Questi i numeri iniziali. Alcuni, forse ripensando al Parma di Scala, parlano di un 5-3-2. Solo sulla carta perché mai il Parma di Scala aveva dato luogo a partite così pessime. Avevamo due risultati su tre a disposizione e siamo riusciti a perdere, ad uscire da un Mondiale senza forse esserci mai per davvero entrati dalla porta vera, quella del cuore contro ed oltre ogni
ostacolo. La Celeste festeggia il suo paradiso, noi prendiamo atto del nostro inferno. Un giocatore solido è stato definito Immobile, da Filippo Grassia nel pre-partita degli azzurri su Radio 1. Solidi sono stati solo i terribili ragazzi del maestro Tabarez, che come delle imbesuite tartarughe Ninja sono andate a prendersi la qualificazione con ogni modo possibile (cattiveria che dire proverbiale è dir poco) ed immaginabile (il morso di Olified-Suarez rimarrà nella storia più infame dei mondiali). Certo il rosso a Marchisio è stato una rimembranza moreniana, ma in questa assurda
situazione, l’Italia si è messa da sola e con le proprie mani. Non si può pretendere di passare il turno non tirando mai in porta e trotterellando senza convinzione per il campo, sperando che possa da un momento all’altro, quasi per grazia ricevuta, arrivare qualcosa, un episodio, un rimpallo, un deus ex machina. Ci aveva illuso tutta la banda azzurra quando il 14 giugno, dieci giorni esatti fa, superò l’Inghilterra nella prima gara. Ci aveva fatto pregustare notti e pomeriggi nuovamente mondiali, dove il desiderio di essere protagonisti poi fa tutt’uno con la realtà di poterlo presto esserlo. Se buona la prima, disastrosa è stata invece la
seconda contro la Costa Rica, dove ci siamo fatti prendere dalla spocchia di sottovalutare l’avversario. Dopo quello schiaffo la truppa non si è più ripresa ed a nulla è servita la doppia potenza offensiva odierna con Balotelli ed Immobile capaci di non produrre niente di vagamente offensivo. Si è avuta l’impressione, dopo il rosso a Marchisio, che la paura prendesse il sopravvento sul cuore, e così una nazionale sfortunata, infortunata (peccato per Verratti, l’ultimo ad arrendersi) e rabberciata, alla fine non ha mostrato i denti come ha fatto letteralmente Suarez, ma si è rintanata
nelle proprie ataviche paure. Nessuno dei convocati ha dato quell’apporto maiuscolo, quel colpo risolutore. Non è pervenuto dai due centravanti, ma nemmeno da Cassano, che ha clamorosamente buttato alle ortiche il suo primo ed anche presumibilmente ultimo mondiale. Il sacro fuoco non l’ha nemmeno portato Parolo, brutta copia di quello apprezzato contro l’Inghilterra. E poi dietro? Abbiamo fatto pena, la difesa brillante della Juve, spolpata e sfinita, ha retto il confronto contro i poderosi uruguagi, fino al colpo di testa di Godin che ha messo dentro un gol che somiglia tanto ad una
pesante iniezione di veleno. L’Italia si è incartata dentro sé stessa, si è fatta del mal da sola, invece che essere una matriosca di meraviglie, si è rivelata un’araba fenice, una mortifera scatoletta che invece di scaldare si è bruciata da sola. Immobile spazzato via come un bagaglio sui binari da un treno, è l’immagine di una formazione troppo debole per essere vera, troppo leggera per poter andare lontana. Va bene che gli uruguagi ci hanno picchiato, ma noi non abbiamo dato mai, salvo in alcuni tratti del primo tempo, la sensazione di essere in grado di pareggiare con onore o di vincere con sicurezza.
Usciamo così a testa molto bassa, ma il patatrac è stato fatto nella seconda gara contro la Costa Rica. Usciamo per aver subito due gol di testa, uno di Ruiz l’latro di Godin pesanti come sentenze crude. “Mi assumo tutte le responsabilità. Dovremo fare una grande riflessione”. La realistica considerazione di Prandelli a fine gara, che poco più tardi rassegnerà le sue dimissioni. Il gol, almeno, dell’onestà. Brutta Italia questo il dato, poi ci si è messo anche il trattamento nei nostri confronti oggi sul campo, che subivamo di meno, se il contenuto del nostro gioco e del nostro spirito, fosse stato diverso e non così alla
viva il parroco. Usciamo, ma forse, non siamo mai davvero entrati in questo mondiale. E la cosa più triste è che dopo quattro anni, siamo stati recidivi, la stessa solfa: fuori nel girone e tanti, innumerevoli rimpianti. Ora serve una rivoluzione copernicana, meno sbornie di presunzione, meno resort a Mangaritiba, meno facili scorciatoie diplomatiche, meno balotellismo a priori e meno juventinità a tutti i costi. E che magari tornando in Europa, questa banda del buco e del non senso, possa trovare il tempo per fermarsi un attimo, pellegrina e penitente, in qualche torrente della sana umiltà. Si dimette anche Abete, e la costruzione di qualcosa di nuovo, forse, in questi due gesti forti, in mezzo alle fresche macerie, è già iniziata. Luca Savarese
L’unica cosa giusta fatta da Prandelli in Brasile sono le dimissioni.Pessimo su tutta la linea,il primo allenatore che si fa fare la formazione dal televoto.Di Abete non c’è nulla da dire…Boiardo di stato al servizio dei soliti noti,sara’ sostituito da una sua fotocopia.
Quindi….muoia Sansone con tutti i Filistei!
(ovvero….Molla Prandelli con tutti i “Palettizzati”!)
Enzo Dallai
Proprio poche ore prima della partita ho letto un’intervista risalente a metà maggio di un noto settimanale a Roberto Saviano. Cito: ” …Da sempre le curve sono infiltrate dalle organizzazioni, se ne accorgono solo ora quando il capo ultrà dal nome feroce e ridicolo riesce a calmare la tifoseria e a non far mettere a ferro e fuoco una città? I veri responsabili di ciò che è accaduto si trovano però tra i dirigenti della Figc: Giancarlo Abete non è riuscito a ottenere un calcio pulito, non ha realizzato riforme, non ha fatto altro che mediare subendo quindi i peggiori poteri interni al calcio”.
Come era ovvio adesso la colpa è dell’arbitro, della FIFA e del meteo. Dopo una sconfitta così pesante la cosa migliore è fare su il fagotto e tornare al paesello.
Intendiamoci: che sia passata indenne l’odiosa morsicata a Chiellini e che gli uruguagi abbiano trovato subito dopo il gol partita capisco che possa far girare gli zebedei. Indubbiamente, però, pesano più errori nostri che quelli dell’arbitro. Sulla espulsione di Marchisio, io, ad esempio, credo che abbia avuto ragione. Per lo meno osservando i replay. E poi era a due centimetri. Certo che poi si sia perso il morso…
Cordialmente
Gmajo
Vero..stasera..ma nelle 3 partite io considero anche i rigori non concessi a Inghilterra e Costa Rica. Però la reazione di Prandelli a caldo mi ha ricordato quella del nostro Tom e mi è sembrata commiserevole. Purtroppo le vere forze del torneo vanno avanti e le nazionali solo cariche di aspettative e di storia si leccano le ferite. Ora mi aspetto la conferenza stampa con le nuove basi del calcio italiano: settori giovanili e limiti agli stranieri. In tempi di spendinG review consiglio di mandare in onda quella di giugno 2010 per risparmiare.
Che amarezza..potevamo fare un bel mondiale.
Magari claudio ci scrive spiegandoci che sono entrambi bresciani 😛
ma io creto che prandelli habbia preso la palla al balzo pekke già ha il contratto con la juve…
L’unico taglio di un Abete che approvo sogghignando
Attento poi passi per “complottista psudo-gobbo”.
E chi se ne importa??
Sgodazzo troppo per Abete
Molti tifosi crociati (anche miei cari amici), e addirittura giornalisti locali, dopo aver trascorso un’intera stagione a lamentarsi degli arbitraggi e a contestare le decisioni delle istituzioni calcistiche, oggi criticano le lamentele azzurre sull’arbitraggio di ieri, non tollerando negli altri il loro stesso atteggiamento. Il che è ovvio, trattandosi di atteggiamenti che si basano sulla litigiosità. Non entro nello specifico, perché non mi interessa, ma mi pare alquanto evidente che la mentalità della nostra tifoseria stia digradando verso culture inferiori.
Gli atteggiamenti e le dichiarazione della nostra società sembrano avere prodotto un diffuso sentimento anti-azzurro, nonché mutato la sportività della nostra tifoseria, che storicamente si era dimostrata piuttosto matura.
E i responsabili di questo degrado, da vero e proprio allarme sociale, sono Tommaso Ghirardi e Pietro Leonardi…
In effetti che la Gazzetta di Parma titoli di non attaccarsi all’arbitraggio dopo aver sostenuto in ogni modo le istanze crociate contro i fischietti è piuttosto curioso…
La cosa che fa più rabbia è aver perso (sia pur meritatamente) contro un’accozzaglia di picchiatori provocatori e commedianti come gli uruguagi.
Gente che da sempre gioca a calci e non a calcio.
Voglio proprio vedere se la FIFA squalificherà Suarez (per me, no. Infatti c’era Blatter in tribuna e un messicano ad arbitrare-pure male).
Per il resto, ce la siamo cercata.
Bastava vincere una delle due ultime partite di qualificazione per evitare il girone del nord (con caldone annesso), e non siamo stati capaci di battere l’Armenia (!). La FIFA non aspettava altro.
Probabilmente abbiamo pure sbagliato preparazione, altrimenti non si spiega come mai non correvamo. Bei tecnici!
Prandelli (che pure aveva fatto così bene a Euro 2012, finale a parte) ci ha messo del suo con convocazioni sbagliate e tatticismi incomprensibili.
Il materiale, per carità, è quel che è: molto mediocre. Vedasi risultati delle italiane in Europa.
Ma d’altronde ai nostri dirigenti calcistici interessa solo l’introito, e questi sono i conseguenti risultati.
Tranquilli: come al solito in Italia, ci sarà una settimana di polemiche feroci e poi non cambierà nulla, continueranno a comandare i soldi ed i raccomandati politicanti (Abete doveva dimettersi nel 2010 dopo il fallimento di Lippi, altro sopravvalutato raccomandatato, che lui aveva rivoluto a tutti i costi).
Parlano di Allegri come nuovo ct…PER CARITA’!!!
E vogliamo parlare della stampa+tv, quelli che hanno creato il mito Balotelli, un immaturo presuntuoso ed ignorante, portato in palmo di mano solo perché nero e fatto assurgere a ruolo di testimonial di una (presunta) Italia multirazziale? La colpa comunque non è solo sua, beninteso.
Qui non si salva niente.
Bisognerebbe avere la forza di radere al suolo tutto e ricostruire, come l’Italia dopo la guerra.
Ma non avverrà, perché l’importante sarà sempre perpetuare il business della cricca dei soliti noti, altro che lo sport del calcio.
Secondo voi, se uno come Moggi, con tutto quel che ha combinato tra Torino Roma e soprattutto Juve, scrive da opinionista su un quotidiano nazionale (Libero) ed è pure ascoltato, il nostro calcio si può salvare?!?
Complottista… juventino…. fascista…