AMARCORD, di Alessandro Dondi / I TORTI DI CASA NOSTRA: PARMA-BARI 3-0, LA NEBBIA E L’ARBITRO PEZZELLA…
(Alessandro Dondi) – I torti di casa nostra, è proprio il caso di dirlo. Ebbene sì, il commento postato stamani di un lettore di StadioTardini.it, Gianfranco, ha fatto riemergere dalla nebbia (e anche questo è proprio il caso di dirlo) dei ricordi – per quanto dai libri e dai racconti di una amico – un episodio di cronaca che vide il Parma, suo malgrado, vittima di una clamorosa beffa. Siamo nel febbraio del 1985, al Tardini si disputa il match Parma-Bari, arbitro il sig. Arcangelo Pezzella da Frattamaggiore (NA). Il Parma arriva a quella sfida col Bari capolista, da ultimo in classifica, avendo vinto la miseria di una sola gara. Eppure come talvolta accade, la rotondità del pallone quel giorno sconvolge i valori in campo ed al 70’ un goal di Nicola Berti fissa il punteggio sul 3-0 per il Parma (prima erano andati in rete Pin al 38’ e Lombardi al 50’).
Il direttore di gara fischia la fine e manda tutti, come direbbe Caressa, a prendere un thè caldo. Pochi istanti dopo, su sollecitazione dell’allenatore dei galletti Bruno “Maciste” Bolchi, il signor Pezzella decide di richiamare in campo i giocatori delle due squadre: restano da disputare, infatti, i 4 minuti, persi a causa della sospensione della gara per nebbia ad inizio secondo tempo e non recuperati. Incredibile pensare – al giorno d’oggi – che un arbitro possa dimenticarsi del recupero, circondato com’è da tanti valorosi assistenti. Eppure quel giorno è successo. Una volta rientrati in campo i biancorossi si accorgono delle mutate condizioni meteo, la nebbia è scesa prepotente sull’Ennio. Iniziano una serie di
pressanti colloqui, al termine dei quali il sig. Pezzella decreta il rinvio della partita e per il regolamento di allora significa l’intera ripetizione del match. Le cronache ci ricordano di un Tardini imbufalito, con bersagli l’arbitro e la famiglia Matarrese. Perché proprietario del Bari è proprio Vincenzo Matarrese, fratello di Antonio, allora – guarda un po’- presidente della Lega Calcio. Il presidente del Bari uscendo dopo due ore di incontro col delegato di Lega
e l’arbitro Pezzella rilascia una dichiarazione al veleno: “Spiace per il Parma. Tuttavia qui siamo stati accolti da una piazza portata a tensione da un articolo del quotidiano cittadino, la Gazzetta di Parma. Mi riservo di sporgere querela nei confronti di quel signore che ha scritto certe cose incitando alla violenza”. La serata si conclude perciò in un clima da rodeo, cui il pubblico di Parma non è storicamente abituato.
La partita si rigioca la settimana seguente, in un Tardini blindato con agenti in assetto antisommossa richiamati da tutto il nord Italia. In un clima surreale, sotto la spinta di un tifo incessante, il Parma getta il cuore oltre l’ostacolo e batte nuovamente il Bari, stavolta per 1-0 con rete di Facchini all’82’. Nei sette giorni di attesa prima del recupero tutta la città ha gridato all’ingiustizia: “Il Parma invocava un arbitraggio almeno degno, non persecutorio, e si è trovato ieri al Tardini questo Pezzella peggiore di ogni altro”, per la Gazzetta di Parma si tratta quasi di una “balorda legge della compensazione, chissà perché applicata a questo Bari che non può sfuggire al dubbio di essere super protetto per il fatto di avere il fratello del suo presidente al vertice della Lega Calcio”.
Una vicenda per certi versi assai simile a quella dei giorni nostri perché, se da un lato è vero che i quattro minuti ancora da recuperare non avrebbero potuto in alcun modo cambiare il verdetto del match, dall’altro l’arbitro, una volta accortosi del madornale errore commesso, ha cercato di porvi rimedio. La cattiva sorte (lo scendere impietoso della nebbia) e le pressioni dei giocatori baresi hanno fatto il resto. Non so quanto a termini di regolamento Pezzella abbia compiuto una scelta difforme, quel che è certo è l’enorme beffa ai danni di quel povero Parma targato Carmignani. Questa storia ci insegna che ad una beffa del destino, sia essa derivante da un torto o da una corretta ed impietosa applicazione del regolamento, si reagisce trasformando la rabbia in furore agonistico sul campo e in tifo sfrenato sugli spalti. Le
cronache non riportano di alcuna minaccia di dimissioni da parte di Ernesto Ceresini, peraltro di lì a pochi anni verrà eletto consigliere in FIGC. E’ la lezione di un calcio che era ed oggi forse non è più: passione genuina, attaccamento alla maglia. La nostra convinzione è quella che Tommaso Ghirardi debba in un qualche modo farsi interprete di quei valori, per trasmetterli alla squadra ed alla tifoseria, per partire tutti assieme nella rincorsa di un sogno purtroppo spezzato dall’inevitabile beffa della licenza Uefa. La sua presenza di ieri a Collecchio è un soffio di vento che spazza via parte di quella coltre di nebbia che staziona sull’Ennio da quel 18 maggio di festa. Alessandro Dondi
LE PRECEDENTI PUNTATE DI AMARCORD DI ALESSANDRO DONDI
Che brutta storia.Ricordo che. L’arbitro richiamo’ in campo i giocatori ma quelli del Bari,erano già sotto la doccia. Successe di tutto negli spogliatoi. Mamma mia quante botte.In ogni caso la felicità di aver vinto la seconda partita fu enorme. Saluti.Fulvio
buonasera,
dalla sua precisa ricostruzione di quanto accadde negli spogliatoi quel giorno e dall’emozione che pervade l’ultima sua frase circa la vittoria nella ripetizione del match, sono abbastanza certo che Lei sia Fulvio Ceresini, figlio dell’indimenticato Ernesto Ceresini.
La ringrazio di cuore di avere avuto la pazienza di leggere il mio umile articolo e di avere riportato qui un suo contributo. Su altri episodi e sulla grande figura di Ernesto Ceresini vorrei in futuro ripetere altre puntate di questa serie AMARCORD. Per l’occasione mi piacerebbe anche magari scambiare una chiacchierata con lei, certo che possa notevolemente arricchire il mio modesto bagaglio. In un periodo di crisi del calcio italiano, ritengo che portare di nuovo sotto i riflettori la figura di Ernesto Ceresini possa contribuire a far crescere tutto il movimento locale ed i tifosi. Si tratta di un eredità che in questo momento può veramente insegnarci tanto per portare il mondo del calcio fuori da questo limbo.
un cordiale saluto
Alessandro Dondi
Mi associo alle parole di Alessandro Dondi. E’ un onore – se davvero è lui – poter annoverare tra i lettori di StadioTardini.it il grande Fulvio Ceresini
Cordialmente
Gmajo
Grazie a Lei per l’Amarcord.Scambiare due chiacchiere con chi ama il Parma,e’ sempre un piacere.Saluti Fulvio Ceresini.
da notare gli 8214 paganti per una partita senza senso col parma ultimo in serie b,e poi sento parlare di zoccolo duro di adesso che tristesa !
Daccordo con Assioma, non per altro ho sottolineato come questo episodio appartenga ad un calcio che era ed oggi forse non é piu.
no, ti sbagli Alessandro D, é ancora cosí, la pressione dei media influenza molto chi deve giudicare in modo imparziale, nel caso specifico c’era la parentela tra presidente del Bari e presidente della FIGC, altre volte é la sudditanza psicologica che tutela di piú le squadre blasonate per il peso mediatico e il parma ne sa molto di queste cose ( vedi scudetto perso per COLPA DELL’ARBITRO COLLINA !! e altre miriadi di situazioni a cui ho assistito da 35 anni da spettatore). Il peso mediatico sono le TV, i GIORNALI, LE RADIO, I GIORNALISTI CHE DEVONO PARLARE BENE PIÚ DELLA JUVENTUS, DEL MILAN E DELL’INTER se a paritá di bravura espressa in campo hanno il Parma come avversario, i falli sono piú considerati a favore di queste squadre blasonate, le piccole oltre ad avere meno forza economica devono proferire TRE volte di piú le energie per affrontare queste ultime di cui parlo…la violenta gomitata di Destro della Roma sul difensore del Cagliari, ricordo che alla Domenica sportiva stava passando come una sciocchezza perché la roma é la roma e Collovati minimizzava (anche lui é cosí, forse perché ha giocato nelle grandi…si impuntó solamente Zazzaroni)…dopo Torino-Parma alla DS Ventura e company parlarono del grande cuore granata, dello stadio pieno di tifosi per quella partita importantissima e della bravura di Cerci e Immobile (partita anonima per loro!) non che ERANO RIUSCITI MIRACOLOSAMNTE A PAREGGIARE UNA PARTITA DOVE NEL SECONDO TEMPO LI ABBIAMO SCHIACCIATI RISCHIANDO DI STRAVINCERE CON BIABIANY (premetto che ho simpatia per il Toro). Ghirardi é schifato da tutto questo ancor prima che dalla mancata concessione della licenza UEFA (si potrá dire che ha colto la palla al balzo ma il pieno lo aveva giá fatto di tante cose…) Massimo.
Caro Massimo,
sono stato evidentemente frainteso nel commento in risposta ad Assioma e me scuso. Tanto per chiarire: quando mi riferisco, sia nell’articolo che nel commento ad “un calcio che era ed oggi forse non è più: passione genuina, attaccamento alla maglia” intendo gli 8000 e passa paganti,il tifo, la reazione di una squadra sul campo al torto subito ed alla signorilità di Ernesto Ceresini. In contrapposizione con gli evidenti, tanto quanto inutili, strali dei giorni nostri.
Il mio invito a Ghirardi è quello – se vuole realmente rinnovare questo calcio- di iniziare a reimpostare la filosofia di un tempo, combattendo ingiustizie, torti e scherzi del destino con una lezione di tifo e di sportività. Il campo è la migliore medicina.
cordialità
tutto e’ in divenire ,figurarsi 30 anni fa come si viveva la partita domenicale (e sottolineo domenicale) ,adesso e’ un simil wrestling,un altro episodio grottesco che ci penalizzo’ al di la’ del buon senso fu un parma verona (vriz cat vena un camion) dove perdemmo in casa (oddio in casa poi) e poi la beffa dei tre punti di penalizzazione solo perche’ il povero smersy nel sottopassaggio prima della partita disse ad alta voce “dai dai che un pareggio va bene a tutti” ,quel episodio ed il palo di corbellini al 90 al mirabello furono la strada per la terza serie
Chissà se Dondi-Dondoni ci regalerà un amarcord ad hoc…
Mi solleticate sulla mia passione per gli AMARCORD… a grande richiesta la prossima puntata potrebbe essere dedicata proprio alla vicenda che vide coinvolti Smersy e Giorgio Sereni. In realtà avevo già in animo qualche altro episodio/personaggio, però virerò su questo con grande piacere. Il materiale non manca.
Caro Assioma, in questo senso (“dai dai che un pareggio va bene a tutti”) il calcio italiano è rimasto uguale a quello di trenta anni fa…:D…
Immagino le sia piaciuta molto la foto col fucile 🙂
Non è solo la foto in questione a farmi venire l’orticaria, ma anche e soprattutto il fatto che ci siano giornali di un certo rilievo che pensano sia opportuno darle un bel po’ di visibilità. L’unico modo per permettere a quel figuro di trovare la sua strada (ammesso che ce ne sia una), è quello di parlarne, bene o male, solo per quello che combina in campo. In un paese normale, le sue cazzate non sarebbero date in pasto all’opinione pubblica, ma ad uno psicologo. Di quelli buoni.
cerci e rosati permettendo…:-D