AMARCORD di Alessandro Dondi / L’INDIGESTO BISCOTTO DI PARMA-VERONA 1974/75
(Alessandro Dondi) – All’alba della stagione sportiva 1974-75 il Parma si trova a vivere per il secondo anno consecutivo la realtà della serie B, esperienza impreziosita dal quinto posto dell’anno precedente – il primo tra i cadetti. Al timone dei crociati c’è Giorgio Sereni, direttore sportivo è l’indimenticato Gigi Del Grosso da San Secondo. In campo scendono: Bertoni, Colonnelli, Benedetto, Andreuzza, Ferrari, Colonnelli, Beccaria, Carelli, Mantovani, Daolio… La squadra sembra iniziare discretamente il campionato, tuttavia dopo poche giornate, complice una serie di risultati negativi che conducono l’undici crociato nelle parti basse della classifica, la situazione in casa Parma non è delle più tranquille. L’allenatore inizia a mostrare qualche insofferenza verso le scelte della direzione sportiva, provando in tutti i modi a scrivere un nuovo copione. In questo contesto matura uno
scandalo clamoroso, che vede coinvolta la società per un presunto tentativo di combine relativo alla partita Parma-Verona, persa dai crociati per 1-0. La vicenda ha inizio con una denuncia da parte della società scaligera, inoltrata pochi giorni prima della gara, per quella che all’inizio sembra la classica “montatura”. Nei giorni successivi tuttavia ci si accorge che si tratta di ben altro, il Parma avrebbe messo in atto un tentativo di combine volto ad assicurarsi un importantissimo
pareggio in ottica salvezza. A salire sul banco degli imputati assieme ai dirigenti crociati, è Silvio Smersy, ex calciatore del Parma, purtroppo anzitempo scomparso. Sebbene in prima istanza in casa gialloblù si dichiarino tutti estranei ai fatti, le indagini della commissione di inchiesta finiscono per coinvolgere il mister crociato, a quanto pare scivolato sulla classica “buccia di banana” pochi minuti prima dell’inizio del match. Giorgio Sereni sarebbe stato avvicinato all’interno del corridoio degli spogliatoi dal collega veronese Mascalaito, in compagnia dell’ avv. Porceddu. A quanto pare, durante questo dialogo l’allenatore del Parma si sarebbe lasciato andare ad alcune dichiarazioni del tipo “un pareggio va bene per tutti…”, finendo per
essere direttamente udito dallo stesso avv. Porceddu. Sereni pare non accorgersene e continua a negare ufficialmente. Nel frattempo la situazione di classifica dei crociati si fa sempre più critica e a farne le spese, come sovente accade nel calcio italiano, è proprio l’allenatore, che viene esonerato. Al suo posto l’esperto Renato Gei, ex allenatore – tra le altre – di Lazio, Genoa, Brescia ed Atalanta. L’inchiesta federale prosegue, delineando in maniera sempre più netta un coinvolgimento di tesserati di primo piano della squadra ducale. Ma ecco che il 26 maggio 1975 irrompe un clamoroso colpo di scena, Giorgio Sereni invia alla Commissione un memoriale in cui ritratta la propria deposizione precedente ed ammette le proprie responsabilità: il sabato sera precedente il match incriminato, nel ritiro della squadra, confessa di avere ceduto alle pressioni di Smersy
affinché si concordasse un pareggio ed ammette di essere ingenuamente caduto nel tranello tesogli dall’avvocato Porceddu e dal collega Mascalaito. L’ex allenatore crociato nega un coinvolgimento dei dirigenti, ammettendo di avere agito a titolo personale. Si tratta di una disperata strategia per evitare al tecnico la radiazione, con il Parma sullo sfondo, forte della sua innocenza, ma nel contempo preoccupato per una sentenza che potrebbe applicare la cosiddetta responsabilità oggettiva. Ed è quello che accade, la sentenza commina una penalizzazione di tre punti alla società unitamente alla radiazione per Smersy ed a una squalifica di due anni per Sereni. La città è in subbuglio, scossa da questa triste vicenda, e il Presidente Musini ventila l’intenzione di dimettersi. Tuttavia, considerata la
vicenda nel suo complesso, la sentenza non appare spietata. Nel frattempo la squadra, sotto la guida del nuovo allenatore, non riesce a risollevarsi e chiude il campionato all’ultimo posto, con il magro bottino di 30 punti. E’ di nuovo serie C, e considerato che si sarebbe retrocessi anche senza la penalizzazione, la società decide di non proporre ricorso avverso la sentenza. Di lì a due anni, però, Parma vivrà uno dei momenti fondamentali della propria storia calcistica: l’inizio dell’era Ceresini. Ma questa è storia di un altro amarcord. Alessandro Dondi
LE PRECEDENTI PUNTATE DI AMARCORD DI ALESSANDRO DONDI
2. I TORTI DI CASA NOSTRA: PARMA-BARI 3-0, LA NEBBIA E L’ARBITRO PEZZELLA… (11.07.2014)
Ma perché non parliamo di Parma-Verona del 2000, massima espressione del Tanz-pastorellismo?
Forza Napoli
Bonci, Daolio, Benedetto, Andreuzza, Colonnelli, Bertoni, Morra ecc. Con questi giocatori retrocessi in serie C, oggi ci giocheremmo senza problemi la qualificazione all”Europa League. Toscanini Daolio altro che Lodi …
Basta con gli amarcord, mi fate venire i lacrimoni
E’ proprio vero che il tempo stende una patina dorata sui ricordi trasformandoli…..ricordo anch’io quei tempi di un calcio dai ritmi cadenzati, non paragonabile con quello di oggi, per me quel che più rimpiango è la contemporaneità delle gare TUTTE ALLA DOMENICA POMERIGGIO.