LE MIE RIFLESSIONI DOPO L’INTERVENTO DI GAETANO TEDESCHI, PRESIDENTE DI ENERGY TI GROUP, A CALCIO & CALCIO PIU’ ESTATE, di Gabriele Majo, direttore di stadiotardini.it

(gmajo) – A proposito della telefonata a Calcio & Calcio dell’ing. Gaetano Tedeschi ho già avuto modo di esprimere – soprattutto rispondendo ai lettori nel forum – il mio parere favorevole, anche perché la strada indicata da Ghirardi, a propria volta confermata dal presidente di Energy TI Group in questa occasione, alias l’autofinanziamento, trovo che sia la soluzione migliore per perseguire l’anelata “continuità aziendale”, rendendo di fatto i tifosi, o comunque il territorio, come i veri proprietari della squadra di pallone.

Ho avuto modo di definire il progetto come una sorta di “azionariato popolare atipico”, dal momento che – tramite il fornitore di energia – ogni singolo utente/tifoso può contribuire al sostentamento del club attraverso il pagamento delle bollette, giacché Energy TI Group si è impegnata a reinvestire, proprio nel Parma FC, gran parte delle risorse raccolte su questo territorio. L’Ing. Tedeschi, indubbiamente, è stato molto chiaro nell’illustrare il progetto, l’altra sera, a Calcio & Calcio: e noi di StadioTardini.it, a cui piace fare opera di “divulgazione”, abbiamo cercato di dare un seguito approfondendo, anche se, come tutte le rivoluzioni, quella prospettata ha un po’ dell’utopico e difficilmente subito si può essere capiti o apprezzati, perché le innovazioni sono sempre difficili da imporre, soprattutto, poi, se quello che è il maggior organo di informazione cittadino, alias la Gazzetta di Parma, ignora completamente la materia, per occuparsi di altri argomenti, come ad esempio la fine della preparazione estiva del Nova Gorica a Collecchio o il Calcio Mercato e non dedica una riga alle parole importanti del presidente di Energy TI Group…

Gazzetta di Parma significa UPI, l’Unione parmense degli industriali: in precedenti esternazioni Tedeschi aveva sempre sottolineato come Energy TI Group puntasse non solo a rastrellare un buon numero di abbonati del Parma, ma soprattutto a far cambiare gestore alle aziende aderenti alla confindustria locale. Come stanno andando le cose in questo senso? Direi male, dal momento che il giornale cittadino di Energy TI Group non si sta per nulla occupando… Spero che, almeno dietro le quinte, i movimenti in tal senso siano ad uno stadio più approfondito, anche perché prima della calata su questo territorio, (con il fine manifesto e ribadito l’altra sera, di rompere il monopolio del gas) immagino che la Multinazionale avesse sondato, magari tramite l’associato Ghirardi, gli industriali locali oltre che le Istituzioni. Io ho sempre pensato che ci fosse una sorta di benedizione anche della Municipalità, dal momento che da mesi, informalmente, lo stesso assessore allo sport Giovanni Marani mi aveva preannunciato che stavano lavorando attorno a un progetto – in cui ovviamente non potevano essere coinvolti direttamente – che sarebbe stato decisivo per il futuro del Parma Calcio. E avendolo visto presente alla conferenza stampa che aveva sancito l’ingresso ufficiale – direttamente nel capitale sociale del Parma FC e non della controllante Eventi Sportivi – di Energy Ti Group avevo immaginato che proprio a questa joint venture si riferisse…

Durante la presentazione di Energy TI Group avevo avuto la netta percezione che stesse avvenendo qualcosa di epocale: non si trattava, secondo me, del classico arrivo del piccolo socio di minoranza, utile a portare risorse fresche, per poi sparire presto nel dimenticatoio come altri senza lasciare tracce indelebili, ma appunto che stesse arrivando il vero successore della famiglia Ghirardi. Per questo, dopo il pasticciaccio della Licenza Uefa, con la mancata partecipazione al preliminare di EL, avevo pensato che un processo magari programmato nel medio-lungo termine potesse essere accelerato con un cambio pressoché immediato di gestione e che la teatrale uscita di scena di Tommaso Ghirardi fosse, come dire, stata studiata a tavolino per fargli avere una sorta di standing ovation per abbandonare la scena sia da vincitore (il Parma, sul campo, aveva conquistato l’Europa League) che da eroe o da vittima (dando la colpa di tutto alle istituzioni, al sistema, al Palazzo) con tutti gli onori del caso.

Con il passare dei giorni, però, ho un po’ cambiato parere, poiché se davvero ci fosse stato un passaggio di consegne, si sarebbe trattato di riservare ai nuovi arrivati il ruolo di “salvatore della patria”, invece, dopo la pompa magna di due mesi fa, Energy TI Group è un po’ finita in sordina, nonostante Ghirardi si sia fatto da parte (per lo meno a parole, anche se non formalmente).

Basti pensare alla campagna abbonamenti: quale migliore occasione ci sarebbe stata per penetrare sul territorio, di questa, e invece, nonostante la conferma dello sconto di 101 euro per gli abbonati, di Energy TI Group si è parlato poco o niente, al di là di due o tre righe sul comunicato ufficiale, un paio di roll-up durante la conferenza e le due parole pronunciate dal responsabile comunicazione, senza che ci fossero al tavolo o in sala i leader, alias l’AD Roberto Giuli (l’unico ufficialmente presentato alla Comunità Crociata) o il presidente Gaetano Tedeschi, della cui esistenza si è saputo grazie all’opera informativa di Michele Angella di Teleducato e del sottoscritto, perché altrimenti sarebbe rimasto – non ho ancora ben capito perché – dietro le quinte, pur essendo un uomo carismatico con importanti esperienze nel mondo del calcio e che per i lettori della Gazzetta di Parma è tutt’oggi un illustre sconosciuto…

L’avveniristico progetto di auto-finanziamento del club dovrebbe essere costantemente spiegato ai tifosi, per farlo bene capire, poiché questi sono abituati alla classica idea del presidente mecenate che sputtana soldi nella squadra di pallone (basti leggere alcuni commenti postati nelle ultime ore nel forum di stadiotardini.it). Sono in pochi a capire l’importanza della continuità aziendale nel tempo che può essere garantita da un virtuoso auto-sostentamento (come ogni impresa, anche quella calcistica deve puntare a non avere perdite con un sostanziale, ma reale, equilibrio tra entrate e uscite) e lasciamo perdere il fatto che lo prevedrebbe il FFP di Platini.

Nella testa del tifoso medio, purtroppo, si è inculcato il concetto, indubbiamente sbagliato, che Energy TI Group miri, sfruttando il Parma, a far cambiar gestore ai tifosi, allettandoli con lo sconto di 101 euro in bolletta. D’accordo che di questi tempi una promozione del genere non può che far piacere, però è assai limitativo nell’ottica del progetto di “azionariato popolare atipico”. Non penso che siano in tanti ad aver percepito che, al di là del vantaggio economico, semplicemente pagando la bolletta del gas un tifoso può mantenere la squadra del cuore, dal momento che Energy Ti Group intenderà reinvestire nella medesima proprio gran parte dei proventi.

Ma al di là delle singole piccole utenze (che però dovrebbero essere davvero tante…) derivanti dagli abbonati crociati, per funzionare davvero bisogna che le aziende aderenti alla Confindustria Locale, specie le più significative, cambino gestore optando per Energy TI Group. E la cosa, quando avvenuta, andrà fatta sapere. Se il tifoso medio, ad esempio, sa che la fornitura di gas o energia elettrica alla Barilla, o alla stessa Gazzetta di Parma, è garantita da energy TI Group, potrebbe fidarsi di più del nuovo gestore, ed imitare questi esempi. Ma fin quando questi scenari rimangono ipotetici e non concreti, anche per via della naturale propensione al sospetto, è difficile che le masse cambino e quindi che possa partire il virtuoso processo di auto-sostentamento della società di calcio illustrato da Tedeschi.

Dopo il “fumo” della prima conferenza stampa, e soprattutto dopo il clamore per il presunto abbandono della società da parte di Tommaso Ghirardi, bisognerebbe che venisse fatta chiarezza sulle prospettive future del club. Il piano industriale di Energy TI Group, che evidentemente aveva identificato questo territorio per il proprio business, non può essere mutato in appena un paio di mesi, al di là della disgrazia della mancata Licenza Uefa. Sindaco, assessore allo sport, presidente dell’Upi, Ghirardi e Tedeschi organizzino il prima possibile un nuovo incontro pubblico in cui spiegare a tutti queste cose, rivelando cosa hanno in mente, e cosa è stato fatto di concreto fino ad ora. Gabriele Majo

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Gabriele Majo

Gabriele Majo, 59 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società.

38 pensieri riguardo “LE MIE RIFLESSIONI DOPO L’INTERVENTO DI GAETANO TEDESCHI, PRESIDENTE DI ENERGY TI GROUP, A CALCIO & CALCIO PIU’ ESTATE, di Gabriele Majo, direttore di stadiotardini.it

  • 4 Luglio 2014 in 14:26
    Permalink

    Il futuro del calcio e’ nelle mani di proprietari che approcciano il businnes con i giusti requisiti patrimoniali e con un mix di umilta’-competenza.Col portafoglio leggero puoi tenere botta per un po’ ma i nodi poi vengono al pettine.L’equilibrio finanziario lo puoi ottenere dopo QUALCHE stagione di INVESTIMENTI mirati.Semina e raccolta non possono andare immediatamente a braccetto.E’ l’ABC.Parlo in generale perche’ del Ghiro abbiamo già’ parlato anche troppo e lo scenario e’ straordinariamente chiaro.L’azionariato popolare non risolverebbe nulla.I concetti imprenditoriali non cambiano.Conosco molto bene la realta’ spagnola ed in particolare del barca e del real.Senza il sostegno illimitato delle banche sarebbero già’ fallìte cinque o sei volte.Inutile immaginare e agognare scenari improbabili.Il futuro passa dalla cessione ad un soggetto coi giusti requisiti.Arriverà’?Non si può’ dire.Il passato e’ passato,le situazioni cambiano.Trovo puerile ed ingenua la litania:”Ma che senso ha investire soldi nel calcio di oggi?”.Ci sono decine di pubblicazioni che possono essere utili a chi pensa che col calcio si possano solo perdere soldi.Sembra…
    Au revoir

    • 4 Luglio 2014 in 14:34
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      Io ad esempio sono dell’idea che il ghiro non ci abbia poi rimesso cosi tanto col parma…
      Cmq nel calcio di soldi se ne sono sputtanati parecchi ed è ora di darsi una regolata in generale. E l’equilibrio costi ricavi è l’unica strada se non si vuole sparire dopo la grandeur. E questo va capito dai tifosi prima di tutto. Saluti gmajo

  • 4 Luglio 2014 in 14:38
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    mah…lei continua, indefesso, a tessere lodi, forse a volte fin eccessive, ad Energy TI ed al al suo presidente ma, francamente, l’impressione che io (e non solo) ho ricevuto finora da tutta questa operazione è che, di fatto, si basi sul vuoto pneumatico, cioè sul nulla.
    Anche perchè, se ci si sofferma un attimo a ragionare, tutta l’operazione appare ben poco sensata: il Parma ha un bacino di utenza pressochè ridicolo se paragonato ad altre realtà, anche italiane ma, ciò nonostante, Energi TI sostiene di voler investire (o buttare?) ben 25 milioni di euro, per una partecipazione di assoluta minoranza, in un club che ha palesi problemi finanziari e di gestione.
    Perchè, quindi? Che senso ha?
    La spiegazione ufficiale, quella per il popolo (o popolino…) dei tifosi è che tutto è mirato a vendere qualche contratto di gas ai parmigiani.
    Ma chi ci crede, su!!! Mai sentita una barzelletta del genere!
    Anche se il 50% delle famiglie parmigiane si abbonasse, all’improrvviso, al gas (che molte case, soprattutto le nuove, manco hanno più!) di Energy, non basterebbero 50 anni per anche solo ripagare la spesa!
    Ripeto: perchè, quindi?
    Con gli stessi soldi, anzi con molto meno, Energy poteva tranquillamente diventare main sponsor del 90% delle squadre di A, dreams teams compresi, senza seccature societarie e, soprattutto, con la certezza di rivolgersi ad una platea ben più vasta di quella di Parma.
    Ri-ripeto: perchè, quindi?
    Io un’idea in tesa ce l’ho, ma me la tengo, tuttavia sono convinto che non dovremo attendere molto per capire la vera ratio di questa, per ora incomprensibile, operazione
    E, caro signor Maio, spero che lei non creda davvero alla barzelletta dell’azionariato popolare (riuscito, per ora, solo al Real Madrid, Sanz dcet, ma è tutta un’altra storia ed un altro pianeta) oltretutto da pagare mediante sottoscrizione di abbonamento al gas….ahahahahah!!! meno male che ogni tanto arrivano queste cose a tirarci su di morale!

    • 4 Luglio 2014 in 15:47
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      Mi scusi, Biagio, ma secondo me lei parla per luoghi comuni e stereotipi, ad iniziare dalla sua osservazione iniziale per cui io proseguirei indefesso (direi poco inde e molto fesso) a tessere lodi fin troppo eccessive ad Energi TI e al suo presidente.

      Tolto che provo simpatia ed ammirazione per Gaetano Tedeschi per come si è porto, per la sua disponibilità e per la sua umanità, ciò non toglie che non faccia sconti a lui e ad Energy TI come a nessun altro. Nel senso che se ho qualcosa da dire lo dico senza troppi peli sulla lingua o giri di parole.

      Del resto nello stesso articolo che lei è parso così celebrativo ho inserito una serie di critiche per come è stata gestita, ad esempio la campagna abbonamenti, che riguardano anche Energy TI, così come sono stato il primo e l’unico a cercare di dare una spiegazione plausibile al fenomeno Energy TI, che non è detto che possa esser risultata gradita agli interessati. Comunque sia, mettendoci la faccia, esprimo un’opinione, cerco di dire qualcosa. Per molti Gaetano Tedeschi è un illustre sconosciuto: per quei due gatti che seguono noi e Calcio & Calcio almeno è una figura che è stata presentata, che ha detto qualcosa di più o meno condivisibile, ma che certo non si è nascosta.

      Ma se apro una linea di credito a qualcuno poi, in caso di “tradimento” delle mie aspettative o della buona fede, poi divento piuttosto noioso e battagliero.

      Ho anche auspicato che dal fumo della prima presentazione si venga all’arrosto, con ognuno che dica la sua, a partire dal Comune, che pur essendo socio di Iren, pare abbia preso parte attiva (almeno come presenza, come chiacchiere) all’arrivo del nuovo socio del Parma FC, così come gli industriali e gli altri.

      Se questo è per lei “tessere lodi”, allora è un altro discorso.

      Poi che la proposta possa essere utopica non mi pare di averlo taciuto, né il fatto che io ne parli significa che sottoscriva tutto, ma proprio tutto. Però, siccome è bello nutrirsi di luoghi comuni, tanto per sparare cavolate (del tipo Majo nemico del Parma) da qualche tempo in qua va di moda Majo leccaculo di Tedeschi…

      Come in tutte le cose cerco di offrire una analisi, un punto di vista, aprire un dibattito. E’ tutto molto semplice. Altro che tessere lodi.

      Infine: come le ha spiegato anche Assioma, 25 ml in dieci anni è il valore della sponsorizzazione. Il discorso relativo alla partecipazione societaria è differente ed indipendente dall’impegno sottoscritto come sponsor decennale. E il discorso dell’azionariato popolare ho sottolineato l’atipicità della idea presentata. Idea che peraltro non ho sposato né sponsorizzato. Ma solo spiegato, offrendo le mie impressioni. E siccome sono curioso di conoscere le sue, se proprio non vuole scriverle pubblicamente me le scriva in privato: sono troppo curioso. gabrielemajo@email.it – tel. 335.8400142 Sono Troppo curioso.

      Comunque cerchi di parlare per sé stesso, senza farsi portavoce di altri, che già ce n’è abbastanza.

      Cordialmente

      Gmajo

    • 4 Luglio 2014 in 16:00
      Permalink

      Caro Biagio,

      Non se ne abbia a male, ma il suo intervento mi pare un inno ai luoghi comuni e come tale piuttosto demoralizzante per chi, come me, crede che anche i tifosi debbano finalmente vivere la passione calcistica con un po’ di sana obiettività guardando ai dati concreti. Non entrò nel merito della presunta, a suo dire, benevolenza di Gabriele Majo nei confronti di Energy giacché é sufficiente leggere ( é proprio qui il problema) l’editoriale per capire come quelle tessute da Majo non siano le lodi di Tedeschi bensì un ragionato punto di vista peraltro contenente riferimenti critici ( vedi campagna abbonamenti). Il discorso che fa lei sul bacino d’utenza del Parma non ha alcuna attinenza con le parole pronunciate da Tedeschi, poiché l’obiettivo dichiarato non é certo quello di limitarsi ad acquisire le forniture della clientela privata, bensì di passare all’ “assalto” di quelle business, leggasi industrie del territorio. Il volume di queste ultime é tutto meno che ridicolo. La banalizzazione- “vendere qualche contratto di gas…anche se le famiglie si abbonassero….” – unita ad un tono evidentemente, me lo consenta senza offesa, dispregiativo la trovo una mossa poco azzeccata. Il discorso sul popolo o popolino, giacché ne deduco lei si ritenga appartenente a qualche classe sociale di maggior spessore, lo respingo al mittente. Ciò che, come direbbe Dante, move qui il sole e l’altre stelle é proprio la volontà di togliere le fette di prosciutto dagli occhi dei tifosi, indipendentemente da tutti e da tutto. L’azionariato popolare, peraltro definito “simil”, é un accostamento fatto da Majo per rendere l’idea della proposta Tedeschi. Nulla più e nessuna pretesa di fare paragoni con realtà a noi lontane. Personalmente, interventi del suo tenore contribuiscono a dare la misura di quanto siamo lontani ancora dall’obiettivo poc’anzi richiamato.

      Cordialità

      • 4 Luglio 2014 in 16:58
        Permalink

        Ho scordato un’ultima riflessione, sempre in merito al commento postato dal sig. Biagio:

        Lei parla di difficoltà finanziarie e gestionali, é possibile sapere a cosa allude? E per cortesia, nel caso intendesse dare seguito a questa mia domanda (la cosa mi farebbe piacere), supporti le sue affermazioni con dei dati concreti altrimenti rischiamo di restare confinati alle solite chiacchiere da bar.

  • 4 Luglio 2014 in 14:57
    Permalink

    biagio sono 25 milioni in 10 anni,che fanno 2,5 milioni l’anno,piu’ o meno come la folletto.

    poi vorrei capire questi 10 anni che senso anno se puoi recedere da un momento all’altro in caso di congiunture negative varie,e’ proprio etereo come il gas e come il gas puzza

    • 4 Luglio 2014 in 14:58
      Permalink

      scusate l’ortografia sto scrivendo fra una teklefonata e l’altra

  • 4 Luglio 2014 in 15:49
    Permalink

    Secondo me nella parte finale hai centrato un punto fondamentale. L’attività commerciale di ETIG è “delicata”, il privato, il piccolo consumatore, teme salti al buio anche perchè altri fornitori di “ultima generazione” non si sono rivelati all’altezza (per quanto di mia conoscenza). Non si può certamente imputare nulla a ETIG, ma se vendessero pneumatici, per dirne una, forse sarebbe più semplice conquistare il mercato locale. Così, come evidenziavo l’altra volta, appare imprescindibile il sostegno dei gruppi “forti”.
    Sulla questione in generale credo invece che si confonda l’autosostentamento con la mancanza di una proprietà vera e propria. Chiaramente, come leggevo sopra, è necessario pianificare ed investire inizialmente ma, al di là di Ghirardi o ETIG, una società che sappia autofinanziarsi aumentando anche i ricavi extra diritti tv è fondamentale. Chi viene qui a rimetterci di tasca sua tutti gli anni per far vedere la serie a 10.000 persone e, magari, essere criticati al primo errore?

    • 4 Luglio 2014 in 18:00
      Permalink

      Il Parma si deve auto-sostenere: il futuro virtuoso è quello. Non si può sperare/contare sulle risorse di altri. Ma in serie A il gioco di stare in equilibrio può riuscire, soprattutto potendo contare su un dirigente come Leonardi e partendo dall’attuale base. Però è altissimo il rischio di compromettere tutto (basterebbe una retrocessione in B per ritrovarsi nella cacca).

      Cordialmente

      Gmajo

  • 4 Luglio 2014 in 16:51
    Permalink

    Ottimo l’articolo che cerca di capire i futuri sviluppi del Parma calcio.
    Da parte mia resto pessimista sull’operazione perche’ vedo la mia citta’ ancorata a stereotipi passati(visto che tutti siamo molto legati a Maria Luigia mi sembr di vivere negli anni del tramonto dell’impero asburgico quando gli austriaci giravano ancora con la puzza al naso senza rendersi conto delle macerie che avevano attorno). E poi parlare di consesso di industriali a Parma e’ come parlare di premi nobel al Circo Barnum

  • 4 Luglio 2014 in 17:08
    Permalink

    Caro Majo,
    posso chiedere chi è l’azionista principale di questa società ? Non ho capito ancora chi sia, anche facendo ricerche su internet.

    Grazie mille

    • 4 Luglio 2014 in 17:39
      Permalink

      Premesso che non stiamo parlando di una industria classica che fa capo a un classico padrone, giacché non siamo più nell’Ottocento e manco nel Novecento, le ricerche condotte dall’Ispettore Angella lo avevano portato alla conclusione che la holding è controllata al 100% dalla lussemburghese “Iniziative Immobiliari” s.a. (che sta per Società Anonima). Vedi articolo al link sotto riportato:

      http://www.stadiotardini.it/2014/05/angella-dal-tg-di-teleducato-energy-ti-group-risulta-controllata-al-100-dalla-societa-anonima-lussemburghese-iniziative-immobiliari-sa.html

      Comunque si tratterebbe di fare un passettino più in là, appunto non ancorandosi ai modelli classici, cercando di avere un po’ di apertura di vedute. Anche perché non è che ci siano molte alternative e anche perché volenti o nolenti, costoro rappresentano già il 10% del Parma F.C. : se l’intenzione di Ghirardi fosse davvero quella di farsi da parte, una soluzione in casa, sarebbe già pronta, ovviamente alle condizioni tassative citate dallo stesso Tedeschi l’altra sera a Calcio & Calcio, e dunque un club che sappia camminare con le sue gambe, del resto come dovrebbe essere per qualsiasi tipo di impresa.

      Comunque, indipendentemente da chi c’è dietro (che onestamente non so quanto possa contare), conta chi sono i referenti: ci sono stati presentati l’AD Roberto Giuli e il resp. relazioni esterne, e, grazie allo spirito investigativo del già citato ispettore Angella e modestamente pure del sottoscritto, la comunità ha potuto conoscere quello che potrebbe rivelarsi il personaggio chiave, alias Gaetano Tedeschi, con trascorsi specifici nella parmigiana Bonatti e a capo dell’Avellino e per un breve lasso di tempo pure del Napoli.

      Cordialmente

      Gmajo
      Cordialmente

      Gmajo

  • 4 Luglio 2014 in 17:32
    Permalink

    Mi piacerebbe sapere, al di là di Manfredini e di qualche altro dirigente del Coordinamento o di qualche servo sparso qua e là, chi sono quelli che disdicono il contratto con il proprio attuale gestore per passare ad una compagnia di cui conosciamo onestamente molto molto poco… qui non si tratta di comprare un aspirapolvere, ma di contratti di servizi molto importanti.
    Che ne pensate?

    • 4 Luglio 2014 in 17:58
      Permalink

      Sì, però si tratterebbe anche di “salvare” il Parma, diventando protagonisti di un cambiamento epocale. Appunto per questo il progetto non può essere campato per aria, non spiegato, diciamo così, ufficialmente e oscurato dalla corazzata informativa del territorio di riferimento degli industriali che teoricamente erano non solo al corrente, ma anche sostanzialmente d’accordo sulla calata su questo territorio della multinazionale dell’energia.

      Energy TI Group non è arrivata a Parma improvvisamente o dal nulla: e il Parma Calcio è stato scelto come strumento per una diffusione, diciamo così, anche capillare sul territorio, ma è evidente – e Tedeschi lo ha spiegato più di una volta – che non sono tanto le piccole utenze quelle che loro possono interessare, bensì i colossi del territorio e pure questi – a meno che qualcuno non abbia bluffato o venduto la pelle dell’orso senza averlo abbattuto – avrebbero dovuto essere d’accordo.

      Se le cose, invece, rimangono in sordina non credo si andrà molto in là. Così come non può funzionare, come scrivevo stamani, il solo sconticino di 100 euro.

      I progetti – specie se ambiziosi come questo – vanno messi in piazza e spiegati. Non so se ci sia stato uno studio di fattibilità prima: però, ad ora, la cosa è troppo campata per aria.

      Insomma: il Sindaco e il suo assessore allo sport che ruolo hanno giocato? Ripeto, informalmente, da mesi, l’assessore allo sport mi aveva spiegato che si stava lavorando attorno a un certo tipo di progetto innovativo che avrebbe risolto ogni problema futuro del Parma. Io ho ragione di credere che il progetto fosse proprio questo. Però per funzionare ci deve essere una convergenza pressoché totale non solo dei piccoli tifosi, ma anche – e soprattutto – degli industriali. I nuovi arrivati sono disposti a reinvestire sul territorio quanto raccolto (in gran parte), ma per raccogliere va superato qualsiasi tipo di diffidenza. E, come fa capire giustamente anche lei, ci possono essere molte titubanze.

      Come scrivevo nell’articolo urge che quanto prima le carte vengano scoperte. Non penso che energy Ti Group intenda esporsi per cifre comunque importanti, sia pure diluite in dieci anni, senza aver ricevuto preventivamente adeguate garanzie. Gli industriali del territorio sono in procinto di firmare una intesa? L’hanno già raggiunta? Cambiano tutti gestore? Che ce lo dicano, che ce lo spieghino e che ci diano il buon esempio.

      Lo sconto di 101 euro – pur interessante che sia nell’attuale congiuntura – non so se possa essere molla sufficiente per far cambiare gestore.

      E quel che è certo è che Energy TI Group non sono venuti qui per sputtanare dei quattrini…

      Cordialmente

      Gmajo

  • 4 Luglio 2014 in 18:12
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    scusa ve Maio,mi spieghi perche’ la folletto che per il momento ci ha messo piu’ soldi (alla fine dell’opera) non mi pare che mi abbia mai mandato nessuno a vendermi un aspirapolvere scontato con la motivazione che e’ sponsor del parma per cui se mi compri un aspirapolvere contribuisci alla causa crociata,ma daila’

    • 4 Luglio 2014 in 19:00
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      Caro Assioma, non posso esimermi dal dare un giudizio sul suo scritto (non se ne abbia a male la prego, ho il massimo rispetto per la sua persona) : GREZZO.
      Ma come si fa a paragonare le forniture di gas metano a degli aspirapolvere? Non le sembra che si tratti di due fattispecie del tutto differenti? Non crede che il gas metano rappresenti un bene di largo consumo, dal privato alle grosse aziende, mentre un aspirapolvere é decisamente un bene settoriale e non di prima necessità. Pertanto, risparmiamoci delle considerazioni assolutamente ovvie e che non aggiungono niente al dibattito.

      • 4 Luglio 2014 in 19:58
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        ma si figuri,lo so che e’ difficile arrivarci,si ricordi di spegnere il gas quando andra’ in vacanza

        • 4 Luglio 2014 in 20:48
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          Vedi Alessandro, Assioma e’ il classico esempio del parmigiano furbo…quello che “a lui non lo fregano” ed e’ geazie a questa stirpe di parmigiani furbi, di questi pronipoti del Vecchio Granducato, di questi fieri sostenitori della parmigianita’ che non solo la squadra ma la citta’ intera la prendera’ nel lato B, col ga s aperto o chiuso ma sempre nel lato B.
          Chapeau

          • 5 Luglio 2014 in 09:10
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            se adesa le colpa meia, mo schersot o plucot un persog

        • 5 Luglio 2014 in 20:24
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          No Assioma non e’ colpa tua ma delle teste che pensano come te. Siamo nel 2014 non nel 1834

  • 4 Luglio 2014 in 18:21
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    Parlando di bacini di utenza, bisogna avere una visione un po’ più ampia ed elastica, per ENERGY group riuscire a concludere un contratto con aziende tipo Barilla o altre grosse realtà locali, sarebbe una referenza di spessore per presentarsi alla porta di altre grosse multinazionali presenti in Italia e in Europa. Insomma il Parma calcio diventerebbe la chiave per aprire una lunga lista di referenze locali, grossi nomi da sfruttare commercialmente anche altrove. “Salve, siamo Energy TI Group, sposnsor del Parma e fornitori di gas per Barilla, tizio, caio, sempronio…. le interessa un appuntamento per studiare la nostra offerta ?” Commercialmente parlando è una presentazione molto più seria e udibile.

  • 4 Luglio 2014 in 18:27
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    Io sono di vedute aperte , ma basterebbe andare oltre ..un articolo apparso sul ‘ Il sole 24 ore ‘ mi ha fatto pensare..

  • 4 Luglio 2014 in 18:57
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    Sarò malfide te e all’antica, ma dover fare azionariato popolare dando soldi ad un imprenditore mi sembra assurdo. E se poi Tedeschi decide di non metterli più nel Parma i soldini degli “azionisti”? Ai miei occhi malfidenti sembra una strategia commerciale d’assalto come quelle dei promotori porta a porta.

  • 5 Luglio 2014 in 00:27
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    Se ci si sofferma sull offerta legata all abbonamento non è tanto questione di essere più o meno diffidenti è che la proposta è ridicola: rimborso di 100 euro a rate da dieci (se non sbaglio).. Cosa rappresenta in un più ampio discorso di cambio gestore?
    Inoltre il servizio offerto non è mai stato pubblicizzato a dovere, ne in termini di prezzi, solo descritti come maggiormente convenienti, ne come tipologia del servizio offerto.
    Non è da escludere che l iniziativa, almeno sotto certi profili, sia stata condizionata dal terremoto ghirardiano, ho l impressione che ci sia stato una sorta di chiarimento interno, spero costruttivo a prescindere dai pochi che usufruiranno dell offerta.
    Chi vuole vendere a breve non vedo che interesse possa avere a non stoppare l iniziativa sul nascere

  • 5 Luglio 2014 in 01:16
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    Salto di palo in frasca.La Roma avrà’ problemi quando la UEFA effettuera’ la verifica dei parametri contabili per il cosiddetto fair play finanziario.Attualmente sono “fuori”se pur di poco.Il manuale dovrebbe prevedere sanzioni che potrebbero giungere fino all’esclusione ma nelle stagioni a venire.

    • 5 Luglio 2014 in 11:51
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      Le sanzioni sono “graduate”, fino al max della esclusione. Ma non facciamo confusione con il nostro problemino con la licenza uefa, giacché nel nostro caso non si tratta di sanzione, ma di mancato rispetto dei requisiti richiesti ad una data perentoria. Il Parma non è stato sanzionato o punito, ma semplicemente non ammesso. Mi scuso per la ripetizione, ma è un concetto fondamentale per non cadere in errori di valutazioni come fanno altri, ignoranti o in malafede, che dicono che bastava una multa per il Parma…
      Cordialmente
      Gmajo

  • 5 Luglio 2014 in 07:17
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    LEONARDI ALLA SAMP!!
    Fonte Tuttomercatoweb.
    Questo sarebbe un disastro

    • 5 Luglio 2014 in 11:48
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      Sono d’accordo che sarebbe un disastro, ma prima di credere alle notizie è bene soppesarle razionalmente…

      Cordialmente

      Gmajo

  • 5 Luglio 2014 in 07:42
    Permalink

    Buongirno direttore,
    mi scuso se scrivo così presto di sabato mattina, purtroppo il mio lavoro mi costringe ad essere sulla tastiera dalle 7.00.
    Ho appena letto una notizia che mi ha lasciato alquanto perplesso,
    sul sito tuttomercatoweb ho trovato quanto riporto di seguito:
    Pietro Leonardi va verso l’addio al Parma. Il dirigente è vicino alla Sampdoria, pare che il Parma non abbia gradito il possibile addio, la società di Ghirardi rimane in attesa di spiegazioni. Leonardi intanto vede la Samp
    Crede ci sia qualcosa di vero? o è la solita bufala di mercato?
    Da quando è inizato il nostro travagliato post-campionato questa è l’unica volta che ho il terrore che l’anno prossimo sarà una stagione da acqua alla gola, dico questo non tanto perchè io provi simpatia in Leonardi ma credo che sia un grandioso uomo mercato.
    Sarebbe un durissimo colpo a mio avviso perderlo quest’estate, secondo me avevi visto giusto quando avevi abbozzato a delle frizioni tra lui e il ghiro, secondo me qualche uscita del Pres. non è piaciuta a Leo.
    mi dai un tuo parere?
    grazie in anticipo

    • 5 Luglio 2014 in 11:47
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      Ciao Caos84

      la cosa mi pareva altamente improbabile: me ne sono accertato sentendolo direttamente e chiaramente Leonardi non poteva che smentire. Ma adesso sto cercando di lavorarci attorno per capirne di più…

      Concordo che se Leo andasse via sarebbe una iattura. Ma lo sarebbe anche per lui: volenti o nolenti è legato strettamente alla sua creatura, sconsigliabile per tutti recidere il cordone ombelicale…

      Cordialmente

      Gmajo

  • 5 Luglio 2014 in 08:23
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    Majo tutto mercato web ieri sera ha rilanciato la bomba che Leo addirittura vicinissimo alla Samp ed il Parma infuriato! Possibile che lasci la barca al 5 di luglio? Mi pare strano..

    • 5 Luglio 2014 in 11:45
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      Pareva strano anche a me. Poi l’ho sentito e ha smentito, per quel che possono valere le smentite, logicamente, ma a logica la cosa mi pare campata per aria. Comunque cercherò di capirne di più…

      Cordialmente

      Gmajo

  • 5 Luglio 2014 in 10:06
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    Dai,questa e’ una supercazzola finalizzata a portare a casa qualche migliaia di click.Leonardi non farebbe mai una cosa del genere a Ghirardi.In pieno mercato ed in un periodo di stampo “post bellico”.Dopo tutto quello che ha detto sarebbe surreale.

    • 5 Luglio 2014 in 11:26
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      In questo mondo non va mai dato niente per scontato e alle volte avere una fede incrollabile – come quella di Alfredo, ad esempio – è sconsigliabile: è sempre bene cercare di far funzionare il cervello, con un atteggiamento neutro e non prevenuti. Razionalmente l’indiscrezione non può stare in piedi (anche se nel calcio non c’è da meravigliarsi mai di nulla), però si tratta di capire perché Alaimo alle 00.42 anziché farsi un mojito da venerdì sera – che a Palermo ne servono di ottimi – abbia messo in circolo questa indiscrezione… Misteri del mercato…

      Cordialmente

      Gmajo

  • 5 Luglio 2014 in 11:45
    Permalink

    l’azionariato popolare è una cosa davvero impossibile nel campionato italiano, ci sono degli esempi in quello tedesco ma si tratta di situazioni completamente diverse! adesso provare a cambiare la struttura del parma e farla diventare formata da “azionisti” popolari non funzionerebbe, a meno che non si accetti il terribile rischio di ripartire da serie minori. il Parma ha bisogno di trovare un nuovo proprietario!! non vendere i giocatori forti, non sostituirli adeguatamente e poi pretendere che la gente si abboni di nuovo, io ho rinnovato l’abbonamento ieri e non mi sembrava che ci fosse la fila allo stadio, perciò questa linea che la squadra sta seguendo probabilmente non piace a molti. se invece ci fossero dei contatti con gente davvero interessata a investire nel parma, magari non cifre esagerate ma abbastanza per restare tranquillamente in serie A (o magari anche un po’ di più, tipo Squinzi) di sicuro tutti noi tifosi saremmo molto più soddisfatti e propensi ad “investire” a nostra volta, magari qualcuno proprio usando energy ti per la fornitura del gas. ultima cosa xD e poi se si volesse davvero fare un “azionariato popolare” i tifosi non dovrebbe poi ricevere i ricavi dei dividendi della squadra??

    • 5 Luglio 2014 in 12:32
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      Mia piccola Serena,

      quando accenno all’azionariato popolare aggiungo – non a caso – l’aggettivo atipico: perché quella teorizzata da Energy Ti Group – che comunque anch’io ritengo una sorta di utopia – non sarebbe una forma di azionariato popolare classica, ma, appunto, indiretta. Cioè il territorio – prima di tutto gli industriali e poi, in misura minore, le piccole utenze dei singoli abbonati – cambiando gestore, contribuirebbe al sostentamento della società di calcio attraverso il pagamento delle bollette, in quanto gran parte dei proventi sarebbero, appunto, reinvestiti in investimenti sul club.

      Nel caso di azionariato popolare classico, invece, il tuo ragionamento sulla divisione dei dividenti non farebbe una piega.

      Io non so quanto possa essere possibile il teorema Tedeschi, ma rimango dell’idea che il calcio deve cambiare e con esso le aspettative dei tifosi. Io preferisco di gran lunga la sicurezza di una società in equilibrio economico al presidente spaccone che un anno ti fa vincere e quello dopo ti lascia nella cacca.

      Aggiungo che se fossi in Leonardi io sarei stato ancor più radicale nel rinnovamento, cambiando allenatore e lasciando partire tutti i prezzi pregiati, per ricostruire un gruppo che possa riconquistare per gli obiettivi dell’anno passato tra un triennio. Ovviamente spiegando il tutto alla piazza, che spesso ha capito e lasciato fare. E che per questo merita onestà e trasparenza. Penso che un proclama come andiamocela a ripigliare (la Coppa) sia, al contrario, gettare fumo negli occhi, così come trattenere Cassano (per dire un lusso) sbagliato nell’ottica della continuità aziendale.

      Cordialmente

      Gmajo

  • 6 Luglio 2014 in 13:22
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    certo ho capito che lei non si riferiva ad un azionariato diretto ma indiretto tramite energy group, il mio discorso era più generale perchè (se non ricordo male) ghirardi mesi fa si era lamentato della scarsa partecipazione dei tifosi e aveva citato proprio i casi tedeschi in cui addirittura sono presenti dei tifosi-azionisti, adesso, con la difficoltà della società, non vorrei mai che leonardi pensasse davvero ad una soluzione del genere.
    anche secondo me l’allenatore andrebbe cambiato, perchè ormai ha già dato il suo meglio a Parma, ma è chiaro invece che probabilmente sarà uno dei pochi a rimanere davvero, il rinnovamento totale invece mi spaventa molto, perchè se bisogna fare così per risparmiare però rischiando grosso di andare in serie b sarebbe un vero peccato. piuttosto allora sarebbe meglio vendere solo Cassano, quello che guadagna di più, insieme a altri giocatori molto poco utilizzati e poi fare il possibile per trattenere tutti gli altri, magari comprando pochissimi giocatori ma davvero utili. l’acquisto di ieri invece, Tozser , non è molto “utilie” sotto questo punto di vista, perchè non è giovane e non potrà perciò creare una nuova generazione del parma e inoltre probabilmente rimarrà ancora in prestito al watford, al contrario rosi poteva essere importante qui da noi e sembrava un ragazzo capace di affezionarsi alla maglia: ecco secondo me il Parma adesso dovrebbe puntare sulle persone davvero attaccate al gruppo e alla città, qualcuno magari non bravissimo ma che gioca sempre col cuore e il massimo impegno, rosi e parolo sembravano avere queste caratteristiche e purtroppo sono stati proprio i primi 2 ad andarsene…

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