AMARCORD di Alessandro Dondi / LE INDELEBILI ORME DI ARRIGO SACCHI
(Alessandro Dondi) – “Credevo di non farcela”, è con queste parole che il 2 febbraio 2001 Arrigo Sacchi annuncia il suo addio alla panchina del Parma, sulla quale era tornato a sedersi solo poche settimane prima subentrando a Daniel Passarella. E’ lo stress a giocare un brutto scherzo all’ex commissario tecnico della Nazionale, che chiude così anzitempo la sua seconda avventura sulla panchina gialloblù, a quindici anni di distanza dalla prima esaltante esperienza. “Probabilmente l’ ansia di imporsi per quello che è sempre stato, le aspettative molto elevate che ci sono nei suoi confronti, ed anche il fatto, in termini anagrafici, che l’ uomo non è più un ragazzo”. Questo all’epoca il parere dello psicologo dello sport, prof. Alberto Cei, il resto è storia dei giorni nostri. Per la verità quello del 2001 sarà solo un arrivederci, l’anno successivo Sacchi tornerà a Parma
in veste di Direttore Tecnico. Ma andiamo con ordine, torniamo a quell’ormai lontano 1985 quando a maggio Riccardo Sogliano ed Ernesto Ceresini decidono di affidare la panchina del Parma ad un rampante 39 enne romagnolo, Arrigo Sacchi da Fusignano. Il giovane tecnico ravennate è reduce dall’esperienza di Rimini e viene da una gavetta nelle serie minori, dove le sue squadre hanno sempre ben impressionato per dinamismo ed intensità. La missione in terra ducale è di quelle toste, l’obiettivo è riportare i gialloblù nel campionato cadetto, e questa volta per restarvi definitivamente. Il mercato estivo è di quelli
movimentati: se ne vanno tra gli altri Barbuti, Pin, Dore, Aselli, Berti e Bertoneri mentre giungono a Parma Signorini, Fiorin, Paci, Salvioni, Rossi – un manipolo di giovani promettenti, alcuni dei quali peraltro pagati profumatamente dal presidente Ceresini. Fin dal tradizionale ritiro precampionato in quel di Tizzano si inizia a respirare un clima di novità, un calcio
fatto di pressing e modulo “a zona” – un inedito assoluto per la Parma calcistica di quegli anni e che non tarderà ad imporsi anche a livello nazionale. Il girone d’andata è una cavalcata trionfale, i gialloblù si ritrovano in testa con 4 punti di vantaggio sulla Virescit grazie ad una marcia spedita, interrotta dalla sola sconfitta di Ferrara con la Spal. Il girone di ritorno segna un’inaspettata flessione nel
rendimento della squadra che tuttavia, grazie ad un filotto di vittorie sul finale di campionato, riesce a restare in vetta terminando il campionato con 47 punti a pari merito col Modena. E’ serie B, la terza promozione dell’era Ceresini. La stagione successiva, 1986-87, si apre con la conferma dell’allenatore e del suo staff di preziosi collaboratori, tra cui Pietro Carmignani e Vincenzo Pincolini. E’ la stagione dell’arrivo di Marco Ferrari, proveniente dal Rimini, di Gabriele Zamagna e Mario Bortolazzi, oggi prezioso collaboratore di Donadoni. L’annata prende il via sotto i migliori auspici e a farne le spese è addirittura il Milan di Niels Liedholm, sconfitto in Coppa Italia a San Siro per 1-0 con goal di Fontolan. (vedi video sotto)
Questo episodio è destinato a passare alla storia, in questa occasione scatterà il colpo di fulmine del Cavaliere per l’allenatore romagnolo. In campionato è un Parma che incanta, forte di una difesa impenetrabile – la migliore della serie B, solo 26 reti incassate al termine del campionato- grazie a Mussi, Bruno ed all’indimenticato Signorini. Unico neo di un girone di andata quasi perfetto sarà la trasferta di Pisa, terminata con la sconfitta per 1-0, e condita dalla squalifica di due mesi di Sacchi per le proteste del finale di gara oltre che dall’infortunio di Sandro Melli che lo terrà lontano dai campi per metà stagione. Il girone di ritorno è altalenante ed alla vigilia di un match di Coppa Italia con l’Atalanta, poi perso per 1-0, si arriva allo scontro tra l’allenatore ed il direttore sportivo, con quest’ultimo che giunge sul punto di licenziare Sacchi, reo di voler
schierare i rincalzi nel match con gli orobici. La crisi rientra grazie alla mediazione del presidente Ceresini. Successivamente il Parma, anche grazie alle reti del suo attaccante Fontolan, rimane nelle posizioni di alta classifica e perciò in lotta per la promozione in serie A. Tuttavia le successive sconfitte con Cremonese e Cesena tagliano le gambe alla banda gialloblù, che dovrà accontentarsi di un pur brillante 7° posto finale. Una vera delusione, la mancata conquista della tanto agognata massima serie è quasi una beffa. Lo sconforto lascia però spazio alla soddisfazione per l’eccellente cammino del Parma, oramai maturo per il definitivo salto di qualità, che non tarderà ad arrivare. Al termine della stagione Arrigo Sacchi lascia il Parma per accasarsi al Milan e con lui se ne andranno tanti dei protagonisti di questi due anni di successi. Alessandro Dondi
LE PRECEDENTI PUNTATE DI AMARCORD DI ALESSANDRO DONDI
2. I TORTI DI CASA NOSTRA: PARMA-BARI 3-0, LA NEBBIA E L’ARBITRO PEZZELLA… (11.07.2014)
3. L’INDIGESTO BISCOTTO DI PARMA-VERONA 1974/75 (18.07.2014)
5. GISO TOSCANI, UNA VITA DI SACRIFICIO E DEDIZIONE FORGIATA DALLA GUERRA (01.08.2014)
povero arrighe,lo capisco quando esco dal tardini vinto perso o pareggiato sono distrutto 🙂