I METEORismi di Lorenzo Fava / DANIEL PASSARELLA, L’ESONERO CHE FECE PIANGERE LE CASSE DEL PARMA: CINQUE SCONFITTE PAGATE CINQUE MILIARDI DI LIRE
(Lorenzo Fava) – Dopo aver stilato una vera e propria squadra di “METEORismi”, il nostro 12° e conclusivo appuntamento stagionale è dedicato all’approfondimento della sventura parmigiana dell’allenatore che potrebbe ipoteticamente dirigere i nostri beniamini dell’estate 2014 (questa la formazione: Sicignano; Rossini, Perna, Ferrario; Camara, Montano, Ciaramitaro, Lofquist; Arteaga, Paponi, Kader).
Daniel Alberto Passarella avrebbe dovuto rappresentare il colpo ad effetto sulla panchina del Parma nella stagione 2001-2002, che si era aperta nel peggiore dei modi. L’allora proprietà Tanzi, dopo un inizio di campionato balbettante, con la squadra al quartultimo posto e fermata sul 2-2 dall’Hellas Verona il 28 ottobre 2001, decise di sollevare dall’incarico di allenatore del Parma Renzo Ulivieri, che pochi mesi prima era stato artefice della scalata al 4° posto ottenuto dai gialloblù e dell’avventura in Coppa Italia terminata, ahinoi, in finale con il successo della Fiorentina.
Tre giorni dopo, il 31 ottobre, la presidenza gialloblù maturò la decisione definitiva: venne, dunque, comunicato, a causa dei deludenti risultati, l’esonero di colui che oggigiorno rappresenta il Presidente dell’Associazione degli allenatori italiani. Per la sua successione la dirigenza si riservò di maturare una scelta saggia e rimuginò più e più giorni: intanto contro il Perugia, il 4 novembre 2001, in panchina andò Pietro Gedeone Carmignani, che debutto con una vittoria (2-1 grazie alla doppietta di Marco Di Vaio). Nonostante i 3 punti incamerati contro gli umbri al Tardini, alla ripresa degli allenamenti (martedì 6 novembre) non c’era più «Gedeone»; il Parma aveva scelto di avere un profilo internazionale e, allora, la scelta ricadde sull’argentino Passarella. Classe 1953, il Gringo era stato nel corso della sua carriera due volte campione del mondo con la Selezione dell’Argentina: aveva alzato al cielo quella coppa dorata, il sogno di ogni calciatore – come lo era stato lui, nel ruolo di difensore –, sia nel Mondiale del 1978 sia in quello del 1986. Dopo essere stato una delle bandiere di una delle squadre più importanti in Argentina, il River Plate (dove ha disputato più di 200 partite e segnato 90 reti), per ben 8 anni dal ‘74 all’82, Passarella aveva avuto modo di farsi conoscere in Italia con le maglie di Fiorentina ed Inter: un’esperienza duratura e a fasi alterne, ma comunque positiva. Prima di ritornare a chiudere la carriera (nel 1988) lì dove l’aveva cominciata, nel River Plate, che al termine dell’attività agonistica gli offrì subito la panchina da allenatore. Passarella può vantare nel suo palmarès di aver guidato anche la Selecciòn argentina per ben 5 anni (dal 1994 al 1999), ma le critiche (che lo accusavano di un gioco troppo poco spettacolare per essere un sudamericano) che si era trascinato dopo il non esaltante Mondiale francese disputato nel 1998 furono motivo della separazione da quella nazionale con cui era stato protagonista, da atleta, fino a una dozzina di anni prima.
Passarella si “specializzò” nel diventare un abile commissario tecnico e ripartì nel 2000 dalla nazionale uruguaiana, con la quale centrò subito l’obiettivo della qualificazione ai Mondiali in Corea e Giappone del 2002. Tuttavia, a un passo dalla kermesse che per la prima volta si sarebbe tenuta nel continente asiatico, Passarella decise di dare le dimissioni per alcuni dissapori con diversi giocatori della selezione. Correva il 22 febbraio 2001.
Pochi mesi più tardi sembrò materializzarsi il suo secondo ritorno all’Inter di Massimo Moratti, ma la trattativa sul più bello si spense. Lo sbarco in Italia, però, per il dispiacere dei tifosi gialloblù, non si fece attendere troppo a lungo. Martedì 6 novembre 2001: nel centro sportivo di Collecchio a dirigere gli allenamenti spunta un mister bicampione del mondo accompagnato dal suo vice, sempre argentino, tale Alejandro Sabella (che poco più di un mese fa, da CT dell’Argentina, era quasi arrivato sul tetto del mondo. Peccato, per lui, che poi l’abbiano spuntata i crucchi di Loew…).
Da calciatore, quando giocava nel ruolo di libero, era uno a cui piaceva il gioco duro. Da allenatore si dice cha abbia acquisito la fama di sergente di ferro: disciplina ferrea, rispetto delle regole, vita da caserma e… no alle folte chiome: «I capelli lunghi tolgono concentrazione ai giocatori perché in campo perdono tempo a sistemarseli»! Batistuta e Redondo – mica due qualunque – furono lasciati a casa dall’allora CT della Selecciòn in un paio di partire di qualificazione al Mondiale del 1998 per le acconciature troppo rigogliose.
Pazienza. La verità è che Passarella voleva davvero sedere su una prestigiosa panchina di Serie A. La nuova esperienza lo entusiasma: «Sono convinto di poter tirare il Parma fuori da questa situazione difficile e in tal modo potrei far durare il più a lungo possibile il mio sogno di allenare in Italia. Per me è una grande gioia ritornare». Raccoglie la squadra al quartultimo
posto e si appresta a debuttare nel match più importante dell’anno, quello contro la Juventus: Trezeguet, con una doppietta, e Del Piero gli fanno capire cosa significhi la Serie A. Dopo il 3-1 subito per mano dei bianconeri arrivò anche la sconfitta per 0-1 contro il Milan alla 12^ giornata. Va beh, erano pur sempre i due club più titolati in Italia. Contro l’Udinese potrebbe essere la partita della svolta: invece, al Friuli vincono i padroni di casa per 3-2 e per il Parma, targato Passarella, arriva la terza sconfitta di fila.
L’ambiente inizia a storcere il naso riguardo il tecnico argentino, a cui resta ancora qualche asso da potersi giocare. Il 9 dicembre arriva tra le mura amiche del Tardini la Roma per la 14^ giornata di andata: Di Vaio porta in vantaggio i gialloblù, che si faranno clamorosamente rimontare dai capitolini nella ripresa dalle reti del brasiliano Marcos Assunçao e dal difensore Fuser. Il Parma è in crisi nera, la classifica si fa precaria e per il destino del nuovo mister diventa decisivo l’impegno contro l’Atalanta: il 15 dicembre, allo stadio Atleti Azzurri d’Italia di Bergamo a uscire sconfitti sono ancora una volta gli uomini di Passarella, che stavolta vengono annichiliti nel gioco e nel punteggio con il risultato di 4-1: Berretta, Sala, Doni e Comandini, di
fatto, sanciscono con i loro gol il passo di addio tra il coach Daniel Alberto Passarella e Micoud (autore della rete della bandiera), Cannavaro & c. Nonostante le rassicurazioni piovute in settimana dai piani alti della società («Passarella resta anche se perde a Bergamo»), al netto della cruda realtà, che rimarcava la 5^ sconfitta in altrettanti match disputati, Stefano Tanzi scelse la drastica via del licenziamento in tronco e riaffidò la
squadra, il 18 dicembre al saggio Pietro Gedeone Carmignani che, che con il suo pragmatico e concreto 4-3-1-2, condusse la squadra fino al termine di quella stagione nata male portandola al 10° posto, agli ottavi in Coppa UEFA e soprattutto trionfando in Coppa Italia contro gli acerrimi nemici della Juventus.
Se solo fosse stato scelto (o meglio, confermato) «Gedeone» dopo l’esonero di Ulivieri… Tuttavia, nonostante l’happy ending della stagione 2001-2002 della compagine emiliana, l’affaire Passarella non si era concluso in modo altrettanto sereno. Passarella si disse chiaramente dispiaciuto del licenziamento: «Alla squadra dico che non deve trovare scuse nel mio esonero. La vita continua, sono cose che capitano. Sono deluso, come Stefano Tanzi: la mia sconfitta è la sua. Il tempo dirà se hanno preso la decisione giusta. So che il Parma non retrocederà e andrà avanti nelle Coppe»; a posteriori possiamo tranquillamente dire che il tempo ci ha confermato che la scelta fu quella giusta, ma quella drastica decisione, a cui fu costretto, visti gli scarsi risultati in campo, Stefano Tanzi, costò cara e non poco alle tasche della società: il Parma sborsò 5 miliardi delle vecchie lire per liberarsi di un allenatore messo a libro paga per un mese e dodici giorni.
Passarella, nonostante la buonuscita non indifferente, commentando a caldo l’esonero – come riporta questo articolo trovato tra le scartoffie dell’archivio storico de Il Corriere della Sera – non le mandò a dire al suo ex presidente: «Sono sorpreso, sinceramente pensavo di avere ancora due partite a disposizione. Certo ora il calendario è migliore di quello che ho trovato io. Quando sono arrivato la squadra era quartultima, non prima in classifica. Il male del Parma? Meglio tacere, certo in società c’ è una situazione controversa. Il contratto? Verrà rispettato fino alla fine, è volontà mia e della società. Peccato, stavamo programmando il futuro». E così fu. Ricevuti i 5 miliardi che gli spettavano, di Passarella a Parma non se ne è più voluto sapere.
Nel 2002 l’argentino diventò l’allenatore del Monterrey, squadra con cui vinse il titolo messicano, salvo poi esser fatto fuori nel dicembre dell’anno successivo. Dopo una fugace esperienza nel Toluca (2004-2005), l’ex allenatore del Parma tentò l’avventura brasiliana nel marzo 2005, con lo storico club del Corinthians: anche qui le cose per Passarella non andarono come auspicato e l’esonerò non tardò a essere ufficializzato appena due mesi dopo il suo ingaggio. L’ultima esperienza su una panchina per Passarella è datata 2006, quando accettò l’incarico di diventare per la seconda volta il tecnico della squadra che lo ha lanciato nel calcio, il River Plate. Dopo un anno e mezzo fu lui a dimettersi. La storia con i Millonarios si è riaperta nel 2009 quando, un anno dopo la candidatura, è stato eletto come presidente del club. Dopo 4 anni di mandato, nel 2013, Passarella ha lasciato l’incarico dicendosi stanco del calcio, per il quale non nutriva più passioni.
In realtà, l’addio alla poltronissima del club riverplatense è stata per via di indagini giudiziarie. Citiamo la sempre utile fonte Wikipedia: «Nel dicembre 2013, dopo aver lasciato la presidenza del River Plate, finisce sotto inchiesta poiché avrebbe finanziato la campagna elettorale con il denaro del club e pilotato oltre 1.300 biglietti per un superclasico contro il Boca Juniors, con tagliandi duplicati e abbonamenti rivenduti nel circuito illegale dei barrabravas. Insieme a Passarella sono accusati anche diversi ex dirigenti “millonarios”, tra cui l’ex vicepresidente Turnes, oltre a una decina di barrabravas, due agenti di polizia e il fratello dell’attuale Ministro della Giustizia. Il procuratore Campagnoli ha ordinato la perquisizione della sede del River Plate e ha richiesto gli arresti per Passarella e gli altri accusati ma il provvedimento al momento è sospeso». Lorenzo Fava
LE PRECEDENTI PUNTATE DE “I METEORISMI DI LORENZO FAVA” 2014
Che pagliaccio, e ancora peggio chi lo ha scelto e gli ha fatto quel contratto. Poteva fermarsi un po’ a imparare da carmignani.
Detto questo meteora fantastica 🙂
guarda Lorenzo Fava che la formazione di meteore che hai messo
non e’ nulla al confronto della mia formazione da nube di oort 🙂
Se al posto di stefano tanzi che non e’ un genio del calcio ci fosse stato leonardi non avrebbero mai preso questo allenatore argentino.
Se non avessimo avuto Tanzi probabilmente saremmo ancora in B-Lega Pro, tipo Reggiana per intenderci, e Leonardi a parlare di gombloddi da un’altra parte.
Che poi xchè non parlare anke di gombloddo anke per le 5 sconfitte in stecca di Daniel? Se ne perdi una ok, due ok, tre ok, ma quattro… , e qui addirittura 5!!!! Evidente ke dietro c’era sempre un delitto perfetto del sistema, mi sembra evidente.
unica scusante se vogliamo in 5 partite beccare juve milan roma e udinese che già era una realtà del nostro calcio …..è anche arrivare nel momento peggiore…poi che il “suo” parma non avesse ne capo e ne coda siamo d accordo tutti
Ciao Lorenzo, posso darti del tu? ad occhio forse potresti essere mio figlio.
volevo chiederti come mai hai deciso di interrompere così presto la serie dei meteorismi, l’estate termina il 21 settembre
dai forza, non mollare così, se vuoi possiamo suggerirti qualche personaggio…ma non puoi lasciarci così a bocca asciutta ad un mese dalla fine dell’estate!
saluti
Paolo
Buonasera, Paolo. Colgo l’occasione per tutti quelli che hanno commentato e letto il METEORismo.
Il “tu” è d’obbligo (bando alle formalità, Stadiotardini.it per chi scrive con una certa frequenza è come una famiglia)!
Venendo alla tua domanda: la rubrica, così come nelle estati precedenti, si è sempre esaurita prima dell’inizio del campionato di Serie A (che di solito coincide con la settimana dopo quella di ferragosto), ma si riapre ogni tanto, quando viaggiano le novità last minute. Il Direttore vorrebbe che producessi ancora qualche METEORismo, gli esami universitari però incombono, così come la nuova stagione calcistica…
Vedremo se ci sarà spazio ancora per qualche edizione speciale (voi inviate pure i vostri suggerimenti che io li metto in conto).
Di certo, Paolo, non mollo. Demotivato? Mollo? Ma che mollo…
Poche balle, Fava… Molla un meteorismo per domenica 24… Non puoi rifiutare il bis ai lettori che te lo chiedono (ma non fare come la Pausini, per carità…)
Cosa ha fatto la Pausini (che me lo sono perso)?!
Lunga vita al rock…
Guarda qua… Ma possibile che un web boy come te non lo sapesse?
https://www.youtube.com/watch?v=WLbNME2wZLM&feature=em-hot
Per punizione guai a te se salti il Meteorismo del 24.08
Ahahah il “METEORismo Pausini” me l’ero perso!! Io preferisco stare su Litfiba, Alice in Chains, Punkreas e Nirvana… Lo show ve lo risparmio!