PRIMA CONTE(NTEZZA) AZZURRA: BUONA LA PRIMA DEL NUOVO CITTI’ E IN CAMPO LA MUSICA SEMBRA ESSERE GIA’ CAMBIATA
(Luca Savarese) – L’Italia che non t’aspetti, grintosa e frizzante, dal cittì che ti aspetti, Antonio Conte, solido, quasi una cosa sola con il campo. Forse è ancora presto per poter dire che si vede la mano del neo tecnico della nazionale, ma sicuramente l’anima, si vede già. Guus Hiddink, il mister delle zanzare coreane che ci eliminarono al mondiale nippo-coreano del 2002, viene punzecchiato subito da Immobile, fratello voglioso di quello ombroso visto in Brasile, che fa secco il portiere Cillessen dribblandolo e da Zaza, che con un cognome così onomatopeico, sa
come pungere e che per l‘animus pugnandi con cui si presenta al suo primo gettone in azzurro, ricorda il Vialli dei tempi migliori. Espulsione procurata, rigore conquistato, poi battuto da De Rossi, un superstite dall’infausta avventura brasiliana, ma anch’egli con una nuova birra dentro. Ecco forse il segreto di Antonio Conte, più che un allenatore un birrificio; pinte di motivazioni fresche pronte per tutta la sua nuova troupe azzurra: ne beneficiano i reduci dal mondiale, ne attingono i nuovi, come il redivivo Giaccherini, suo pupillo ai tempi juventini. Non di sole motivazioni grandi vive Conte, ma anche di un intenso corso di tattica a getto continuo, e per la scricchiolante università Italia, in cerca di riscatto, è grasso che cola. Ripete spesso ai suoi di non sedersi, ogni spazio è ben coperto ed è subito notte per l’Olanda, apparsa un tantino acerba rispetto a quella poderosa che avevamo in mente, eppure alcuni interpreti della felice terza piazza mundial, c’erano: Sneijder, Kuyt,Van Persie, De Jong. Se per noi il cambio di rotta tecnica ci voleva proprio, a loro, rimasti orfani di Van Gaal, andato a gestire un Manchester United ricchissimo di campioni, non sembra aver giovato. Considerazioni comunque in calce ad un’amichevole. Con le imminenti qualificazioni ad Euro 2016, si inizierà a fare sul serio, e gli entusiasmi per le prime gioie contiane, dovranno essere ben incanalati nella logica stringente delle qualificazioni, dove non sarà più una festa di benvenuto e dove le formazioni, a cominciare dalla Norvegia in casa propria, nostro avversario martedì, non saranno per niente appagate. Era dal 1998, Galles-Italia due a zero, con le firme di Fuser e Vieri, che un nuovo cittì non iniziava la sua esperienza sulla panchina azzurra vincendo. Infine Italia-Olanda ci riporta anche a quella rocambolesca semifinale dell’Euro 2000, dove passammo ai rigori con il cucchiaio di Totti. Lì Conte era in panchina, ma da giocatore. Oggi lo è da allenatore, e si ha l’impressione che sembra arrivato al momento giusto. Dal buonismo di Prandelli al martellismo di Conte? Può darsi, intanto le macerie del Brasile iniziano ad accantonarsi. Altro che Portobello resort, e se il nuovo resort fosse proprio Antonio Conte in persona? L’unico hotel in cui ti rilassi sgobbando. Luca Savarese