AMARCORD di Alessandro Dondi / QUELLA CENA A COVERCIANO TRA CERESINI, MOGGI E SOGLIANO, CON RICKY CHE CON UNA STRETTA DI MANO ACCETTO’ PARMA DECLASSANDOSI DI DUE CATEGORIE
(Alessandro Dondi) – Torniamo indietro al Marzo del 1982 quando Ernesto Ceresini, conscio dell’importanza per un presidente di una società calcistica professionistica di avere un collaboratore di livello, decide di sostituire il Direttore Sportivo, al posto del piacentino Antonino Canevari arriva Riccardo Sogliano, già uomo mercato di Varese, Genoa, Bologna e Roma. Sogliano nasce ad Alessandria nel 1942, alle spalle una buona carriera come calciatore avendo militato per sei stagioni nel Varese e per tre nel Milan, dove ha vinto una Coppa delle Coppe. Un professionista di alto livello, che accetta con entusiasmo questa nuova avventura che lo vede “declassarsi” di ben due categorie giacché il Parma milita in serie C1. A riguardo è assai
interessante riportare le dichiarazioni di Ceresini: “Il campionato stava andando molto male, avevo bisogno di rientrare almeno in parte delle somme sborsate, con la vendita di qualche giocatore. In squadra c’era qualche elemento interessante come Pari, Orsi, Biagini, Allievi oltre ai giovani Aselli e Murelli. Per questo decisi di rivolgermi all’amico Luciano Moggi, divenuto direttore sportivo del Torino. In quel giorno si trovava a Coverciano e mi invitò a cena da Sabatini a Firenze per le 20:30 dell’indomani. Ci incontriamo puntualmente e noto, con sorpresa, che insieme con Moggi c’è Sogliano, appena licenziatosi dalla Roma. Con quest’ultimo avevo avuto una vivace discussione pochi mesi prima, relativamente alle comproprietà dei giocatori che la società giallorossa aveva passato al Parma nel quadro dell’operazione Ancelotti. Lui, naturalmente, aveva fatto il suo dovere, difendendo gli interessi della società: ma lo scontro era stato abbastanza duro. Comunque siamo lì,
davanti al ristorante: Moggi mi garantisce che, dietro la presenza di Sogliano, non c’è alcun disegno segreto; si tratta di una semplice coincidenza. Si era incontrato casualmente con Sogliano, anche lui a Coverciano e non poteva non invitarlo a cena. Mi rendo conto della sincerità e dell’imbarazzo di Moggi – prosegue Ceresini – Sogliano mi allunga la mano, si scusa per quanto avvenuto e io faccio altrettanto con una cordiale stretta e l’incidente viene chiuso. Cominciamo a mangiare e Moggi improvvisamente lancia la proposta a Sogliano: “Perché non vai a Parma? E’ una piazza dove si possono fare ottime cose, c’è un presidente in gamba”. Per sei o sette volte Sogliano rifiuta. Non vuole declassarsi, finendo in C. Ma Moggi insiste: dobbiamo aiutare Ceresini, che si trova in difficoltà. E’ troppo attaccato al calcio, dobbiamo dargli una mano. A questo punto, anch’io incalzo, finché Sogliano, stretto da quel pressing, si alza e dice: lasciatemi un quarto d’ora di tempo. Vado a telefonare a mia moglie a Varese e torno”. Intanto io pensavo: se faccio questo colpo, mi salvo, ritorno a godere il calcio. Di lì a poco, Sogliano ricompare e accetta. Mi si apre il cuore. Non chiede nessun contratto: solo una stretta di mano. E subito al lavoro”.
La stagione del Parma termina quell’anno con un nono posto, senza che il nuovo Direttore possa incidere nelle scelte anche se pare già avere le idee chiare sul da farsi, ad iniziare dall’allenatore, quel “Pantera” Danova che Sogliano non vorrebbe confermare per il campionato successivo a cui però il galantuomo Ceresini ha già promesso la conferma. Il nuovo Diesse affronta il mercato estivo con enorme entusiasmo, dando il via ad un deciso svecchiamento della rosa: se ne vanno tra gli altri Cecchini, Allievi, Matteoni e Paci per fare posto ai giovani Pioli, Salsano, Aselli, Murelli, Davin, Pari e Nicola Berti.A completamento dell’organico vengono ingaggiati Stefano Mariani e Massimo Barbuti dal Prato. Un colpo, quello del centravanti ex Spezia, destinato ad entrare nella centenaria storia del club crociato. L’annata parte alla grande con i crociati ancora imbattuti dopo otto partite, tuttavia l’entusiasmo è destinato a durare poco giacché la squadra scivola pian piano verso il centro classifica, inducendo Sogliano a fare pressing sul presidente per esonerare l’allenatore: Danova viene esonerato all’indomani di uno 0-0 casalingo con la Spal, gli subentrerà il grande Bruno Mora. E’ proprio al suo esordio, si gioca il match Carrarese-Parma, che l’ex ala del Milan regala la gioia del debutto al giovanissimo Stefano Pioli, difensore parmigiano classe 1965. E’ proprio durante la partita di Carrara che Sogliano, indispettito dalla decisione dell’arbitro Pellicanò di ammonire il giovane Pioli per un intervento nei primissimi istanti di gioco, dimostra tutto il proprio carisma affrontando viso a viso il direttore di gara all’interno del suo spogliatoio, non mandandogliele a dire: la partita terminerà con la sconfitta dei crociati per 3-1. Una stagione interlocutoria quella dei crociati, che chiudono il campionato al sesto posto mettendo comunque in mostra tutti i propri giovani talenti, in quella che sembra un’esasperata politica della linea verde, ma che di lì a breve si dimostrerà vincente. Emblematico il caso di Nicola Berti, salsese classe 1967, che a Trieste viene schierato dall’inizio come centravanti al posto di Barbuti. La stagione successiva, 1983/84, il Parma ingaggia come allenatore Marino Perani che condurrà la squadra alla promozione in serie B, conquistata nel finale grazie alla sfida di Sanremo, decisa dal goal dell’emergente Stefano Pioli, che di lì a poco lascerà il ducato per approdare alla Juventus. Il campionato seguente vedrà i crociati retrocedere amaramente in serie C dopo solo un anno tra i cadetti, senza che il cambio di allenatore, Flaborea-Carmignani al posto di Perani, produca gli effetti sperati.
Ma Sogliano non si perde d’animo ed affida al rampante Arrigo Sacchi da Fusignano una rosa giovane e coesa grazie alla quale il Parma torna in serie B il primo anno e sfiora immediatamente la promozione in massima serie nella seconda stagione, quella in cui Sogliano viene affiancato dall’esperto Giorgio Vitali, già direttore sportivo di Cesena, Monza, Napoli e Genoa. Terminata l’esperienza Sacchi, passato nel frattempo al Milan del presidente Berlusconi, Sogliano rivoluziona la rosa affidandosi ad un allenatore emergente come Zdenek Zeman, fautore di un calcio offensivo e spettacolare: “Abbiamo voluto, in piena sintonia con il presidente Ceresini, dare soddisfazione a quei giocatori per i quali si aprivano possibilità di carriera senz’altro più brillanti rispetto a Parma. Come si poteva trattenere un Signorini al quale, a 27 anni, si sono aperte le porte di uno dei più gloriosi club del calcio italiano? Così come era difficile sul piano sentimentale negare a ragazzi come Bianchi e Mussi la gioia di un passaggio in divisione superiore, in una squadra come il Milan. A questo punto, anche Bruno orfano dei suoi colleghi di difesa, ha manifestato il desiderio di cambiare aria, dopo tre anni in gialloblù. Sono situazioni nelle quali bisogna comportarsi con grande attenzione e, anche, cautela, specialmente quando la squadra passa ad un nuovo tecnico, portatore magari di idee, tattiche, metodi completamente diversi dal predecessore”. Purtroppo però, nonostante gli entusiasmi estivi derivanti dalle vittorie su Real Madrid, Roma e Milan in Coppa Italia, la squadra in campionato non decolla ed il tecnico boemo viene esonerato, al suo posto il compianto Gianpietro Vitali, uomo di categoria che predilige un gioco pragmatico e che condurrà la squadra alla salvezza senza affanni. Nel frattempo Sogliano ha lavorato sottotraccia anche su altri fronti, conducendo in porto un’operazione destinata a segnare in modo indelebile la storia del club: il 27 giugno 1987 viene ufficializzato un accordo
di sponsorizzazione triennale con la Parmalat del Cavalier Calisto Tanzi, che rileva inoltre il 25% delle azioni della società. Una sponsorizzazione, quella della multinazionale di Collecchio, che prevede una quota annuale attorno ai 400-500 milioni di lire, cifre assai elevate per una realtà emergente come quella ducale. Le sorprese sono comunque dietro l’angolo, all’indomani della trasferta di Padova, Sogliano lascia Parma e si accasa al Genoa tra lo stupore dei tifosi parmigiani. Termina dunque dopo ben cinque anni e mezzo la straordinaria esperienza del direttore sportivo piemontese il quale afferma : “Io posso essere tranquillamente sostituito: solo Ceresini non ha alternative di uguale livello. Quindi, tenetevelo stretto”. Quello che sembra essere un addio, altro non è che un arrivederci: Sogliano torna a Parma nei panni di Direttore Sportivo otto anni dopo, chiamato dalla famiglia Tanzi a sostituire Pastorello nell’estate del 1996. Il Direttore costruisce il primo Parma del dopo Scala assieme al Presidente Pedraneschi che, inaspettatamente, lascia la società proprio il giorno dopo la presentazione della squadra, sostituito da Stefano Tanzi, figlio di Calisto. Primo colpo del Sogliano-bis è l’ingaggio di Carlo Ancelotti come allenatore, dopo che Fabio Capello è venuto meno alla parola data alla società ducale, attirato dalle sirene del Real Madrid. Si pesca abbondantemente nel mercato estero: Thuram, Crespo, Bravo, Ze Maria ed Amaral, con quest’ultimo sacrificato a novembre per giungere al croato Mario Stanic. Tutti nomi destinati ad entrare nella gloriosa storia della società e che, dopo un avvio stentato, consentiranno al Parma di centrare la prima storica qualificazione ai gironi della Champions League. All’alba della seconda stagione si tenta il grande
colpo, Sogliano conclude l’acquisto di Roberto Baggio dal Milan ma, sul più bello, il plenipotenziario del Parma viene infatti stoppato, quando ha già la penna in mano, da Collecchio gli è imposto l’altolà. Non occorrono sforzi di fantasia per immaginare il suo imbarazzo, quello di un uomo già in difficoltà per una serie di colpi mancati (Capello l’anno precedente, Guardiola e Boban in questa stagione). A frenare la trattativa sono soprattutto due eventi: la dura opposizione di Carlo Ancelotti, giunto addirittura a prospettare le dimissioni, e l’altrettanto vivace reazione di Enrico Chiesa, che minaccia “di andarsene al Barcellona”. Significativo lo sfogo di Riccardo Sogliano, riportato dal Corriere della Sera il giorno dopo lo stop alla trattiva: “E’ ora che questo Ancelotti si abitui ad allenare anche i campioni. Certo che e’ più facile allenare Fiore e Orlandini! E’ ora di finirla di fare l’allenatore della “primavera” a vita…” Ed infatti anche questa esperienza giunge presto al capolinea, agli inizi del 1998 il rapporto con la famiglia Tanzi si interrompe e Sogliano lascia Parma per la seconda volta, stavolta per un addio definitivo, dopo avere di nuovo messo la firma su un tassello importantissimo del nostro centenario. Alessandro Dondi
LE PRECEDENTI PUNTATE DI AMARCORD DI ALESSANDRO DONDI
2. I TORTI DI CASA NOSTRA: PARMA-BARI 3-0, LA NEBBIA E L’ARBITRO PEZZELLA… (11.07.2014)
3. L’INDIGESTO BISCOTTO DI PARMA-VERONA 1974/75 (18.07.2014)
5. GISO TOSCANI, UNA VITA DI SACRIFICIO E DEDIZIONE FORGIATA DALLA GUERRA (01.08.2014)
6. LE INDELEBILI ORME DI ARRIGO SACCHI (08.08.2014)
8. QUANDO COSTACURTA AZZOPPO’ IMPALLOMENI… (22.08.2014)
8 bis. SOTIRIS NINIS E’ GIA UN AMARCORD… (23.08.2014)
9.bis AMARCORD STRAORDINARIO (E A RICHIESTA): A PROPOSITO DI ARLIA, ECCO A VOI MARLIA… (31.08.2014)
10. VITALI, VITALI, PER SEMPRE VITALI… (05.09.2014)
11. LA FUGACE MA SIGNIFICATIVA ESPERIENZA GIALLOBLU’ DI SUPERPIPPO INZAGHI (12.09.2014)
12. MICHELE UVA E LA RIVOLUZIONE DEL DOPO SCALA (19.09.2014
13. SILVANO FLABOREA, MAESTRO DEL TALENT SCOUTING E TUTOR DI GEDEONE CARMIGNANI (26.09.2014)
15. MARCO GIANDEBIAGGI, UN TALENTO DI CASA PARMA (10.10.2014)