LA FAME DI JOSE’ MAURI PER LA SALVEZZA DEL PARMA – Il video della conferenza stampa (upload by COMeSER technology)
(gmajo) – In sala stampa come in campo: Josè Mauri è secondo solo a Cassano: se gli sporadici show in conferenza di FantAntonio sono virali (poco importa se in compagnia di una spalla d’eccezione come Pietro Leonardi, o meno…) per gli sprizzi di simpatia e vitalità che emana, lo stesso dicasi per il giovane argentino, anche se con meno spunti da commedia dell’arte rispetto al 99. Qualche collega dice che proprio per queste sue caratteristiche di freschezza e spontaneità ben difficilmente lo vedremo ancora in sala stampa: io invece obietto che proprio perché non è (ancora) incellophanato auspico che gli incontri con lui possano diventare frequenti, anche perché riconcilia con quello che era lo spirito delle vecchie interviste dei bei tempi andati, prima che tutti quanti si uniformassero un po’ allo stesso cliché. Del resto nel caso dovesse farla fuori dal vaso è immediatamente pronta a riparare con fare materno (ma anche professionale) la capo ufficio stampa Maria Luisa Rancati. Orbene: oggi alla domanda del collega Guglielmo Trupo, il quale da apprendista Di Marzio di Parma non poteva esimersi da un quesito dal sapore di mercato, “se ti chiamasse la Juve”, il nostro gli ha replicato: “risponderei ‘pronto’ ”. La Mary, sapendo che ogni tanto tra i colleghi c’è qualche pescecane pronto a travisare, si è affrettata a precisare, non appena spente le telecamere, che Josè non voleva dire che era pronto per la Juve, nel senso di andar là, ma che avrebbe appunto risposto, come abitualmente si fa quando trilla il telefono “pronto”. Pronto chi parla… No, non Pronto chi Parma?, quello un anno fa è stato cancellato dal palinsesto… Disarmato, dunque, dalla tentazione (peraltro, lo confesso, mai avuta) di titolare: Mauri: Pronto per la Juve, come avete potuto vedere sopra ho preferito buttarmi su un aspetto, quello della fame, che mi interessava decisamente di più. E non c’entrava il fatto che fossi arrivato a Collecchio con un certo appetito poiché ancora a digiuno (e per questo mi scuso se le immagini sono venute girate più mosse del solito, ma ero in calo di zuccheri…) nonostante l’orario (14.30) fissato per l’appuntamento. Lo spunto per approfondire il concetto che la fame possa servire alla salvezza del Parma l’ho tratto da una precedente risposta che Mauri stava dando, a titolo personale, al collega Paolo Grossi della Gazzetta di Parma, in cui ben traspariva questo istinto primordiale: “La mia fame l’ho dimostrata nel venire in Italia a 14 anni: ho sempre avuto questa fame e questa voglia di arrivare. Sicuramente ho giocato con giocatori molto bravi, e lo si è visto quando abbiamo vinto il campionato (con gli allievi, nda) perché non l’ho vinto io da solo, perché non ho fatto neanche il gol… Penso, sì, che la differenza la faccia la fame, la voglia, la responsabilità e la voglia di arrivare”. Tutti ingredienti che, a mio modo di vedere, potrebbero essere utili al Parma Low Cost per centrare l’obiettivo inderogabile di mantenere la categoria: “Sicuramente: la fame, la voglia… Il gruppo e la squadra devono avere un obiettivo in comune: io sono consapevole che questa squadra ha fame, non si merita il posto in classifica che sta occupando: non siamo stati fortunati… Ma sicuramente la fame, il gruppo e la compattezza sono quelli che fanno raggiungere i risultati”. Josè Mauri non disdegna l’autocritica e riconosce, con estrema onestà, che il suo precampionato non era certo stato all’altezza delle prime due uscite ufficiali, quando ha raccolto voti altissimi in classifica: “Non sbagli: se mi vedevano a Carpi potevano dire: ma questo dove l’hanno preso? Durante il precampionato – spiega, dopo la battuta auto-ironica – ho fatto la mezzala destra, ma io, non so per quale motivo, mi trovo molto meglio a sinistra e in un allenamento che abbiamo fatto ho detto a Luca Gotti: Luca, mi sento molto meglio a sinistra… I motivi non li so, ma sto meglio a sinistra… Indubbiamente c’è una bella differenza tra precampionato e campionato”. Gaber potrebbe chiosare, ma cos’è la destra, cos’è la sinistra, ma con un diciottenne che ha appena raggiunto il diritto di voto non è il caso di buttarla in politica (specie in questi tempi moderni in cui cosa sia la destra o cosa sia la sinistra forse non ha neppure senso saperlo…): rimaniamo, dunque, sulla tattica, anche perché stamani, nella intervista alla Gazzetta dello Sport (non per fare polemica: ma non è il massimo convocare una conferenza stampa dopo un’intervista esclusiva del più diffuso quotidiano sportivo allo stesso protagonista) il giovane José ha ricordato come Donadoni gli abbia cambiato la vita, anche in campo, togliendolo dalla cabina di regia e decentrandolo a fare la mezzala: “Sicuramente in questo nuovo ruolo corro tanto, cosa che a me piace. E poi toglie delle responsabilità rispetto al gioco come mediano: io penso di non essere ancora pronto per giocare, in serie A, in mezzo al campo, e gestire i ritmi della squadra, come facevo quando giocavo nel settore giovanile. Sicuramente il mister ha fatto bene a mettermi in quel ruolo lì, mi ha tolto delle responsabilità, mi ha lasciato libero, e poi mi piace quel gioco di cercare lo spazio per ricevere la palla e fare gol che è la cosa più bella”. Non poteva mancare una nostra domanda su Cerri, specie dopo che sul web e sui social network (che il ragazzino frequenta) si è diffuso il dibattito se sia meglio o meno che a Gennaio torni alla base: “Io non posso certo dare dei consigli a lui: lui ha il suo agente, e i suoi genitori, insomma delle persone che gli stanno dietro. Fosse per me io aprirei il mercato adesso e lo riporterei subito qui, perché è un amico per me, poi non so: i consigli glieli daranno il suo procuratore e la sua famiglia”. Per chiudere in bellezza la conferenza, sono tornato ad indossare i panni del Gossip writer: ricordando le varie puntate della sua love story trasmessa un anno fa da Parma Channel, quando soffriva di qualche pena d’amore, gli ho chiesto se ora con Valeria, la fortunata (“macché fortunata! Sono fortunato io…”), sta andando tutto bene, se sono finite le turbolenze: “Va alla grande! Infatti io ho preso casa a Parma, e oggi pomeriggio alle 6 lei arriva a Bologna e quindi la vado a prendere… Alle 6 arriva, la vado a prendere e speriamo bene…”
A tal dig mi ed col ga fama col ragas chi… Benvenuta Valeria!
Complimenti al sig. Trupo per la domanda