CARTELLINO GIALLOBLU’ di Matteo Agoletti / RIZZOLI, L’ARBITRO DELLA FINALE MONDIALE, SABATO E’ STATO AUTORE DI UNA PROVA IMPECCABILE PER GRINTA, DETERMINAZIONE, SIGNORILITA’ E BUONA LETTURA DEL GIOCO
(Matteo Agoletti) – Il Parma che non ti aspetti vince e convince. Nell’anticipo di sabato, infatti, i gialloblù hanno battuto per 2-0 l’Inter con una buona prestazione che rianima il morale e vale uno scatto in avanti e fa lasciare l’ultimo posto in classifica. Sugli altri campi, da segnalare la buona prova di Gervasoni nel posticipo tra Milan e Palermo, soprattutto nell’indovinare la simulazione di El Sharawi, bene anche Tagliavento tra Napoli e Roma, più in difficoltà, invece Giacomelli in Sampdoria – Fiorentina specie nell’assegnazione dei penalty.
Al di là del risultato favorevole per il Parma e la gioia per aver battuto l’Inter e Mazzarri, è un piacere commentare l’arbitraggio, in quanto la gara del Tardini è stata diretta dal più bravo di tutti, dall’arbitro della finale mondiale: Nicola Rizzoli.
Nicola Rizzoli della sezione di Bologna, coadiuvato dal signor Riccardo Bianchi della sezione di Lucca, primo assistente, e dal signor Salvatore Longo della sezione di Paola, secondo assistente. Il ruolo di quarto uomo è stato ricoperto dal signor Giulio Dobosz della sezione di Roma 2, mentre gli arbitri addizionali di porta sono stati il signor Sebastiano Peruzzo della sezione di Schio ed il signor Daniele Chiffi della sezione di Padova.
Rizzoli, pur non dovendo decifrare episodi particolarmente complessi, si è reso protagonista di una prova impeccabile per grinta, determinazione, signorilità e soprattutto buona lettura del gioco. Diciamo subito che la partita è stata a tratti anche molto nervosa e molto bravo è stato il direttore di gara a farsi sentire anche verbalmente, senza ricorrere per forza al cartellino. Con personalità il sig. Rizzoli ha saputo gestire le situazioni dosando severità e sorrisi.
Nel primo tempo sono arrivati i cartellini gialli per Costa e Lucarelli. Nel primo caso, è stato bravo Rizzoli, perché l’intervento da tergo, se pur col pallone a distanza di gioco, meritava il provvedimento disciplinare ed inoltre in quel frangente la gara si stava accendendo. Con l’ammonizione, l’arbitro ha punito il difensore per un fallo di gioco e al tempo stesso ha dimostrato di esserci, con un segnale tangibile di richiamo verso tutti.
Diverso è invece il caso di Lucarelli. Tutto il Parma era agitatissimo perché Coda era a terra dolorante dopo essersi fatto male a metà campo. Il fair play avrebbe voluto che l’Inter in possesso palla interrompesse il gioco allontanando il pallone, la squadra di Mazzarri, invece, ha continuato a giocare, cercando di rendersi pericolosa e soprattutto la porta. Tutto lo stadio fischiava la condotta dei nerazzurri, portando molto nervosismo in campo, dove Cassano e compagni urlavano di fermare il gioco. Il sig. Rizzoli avrebbe potuto interromperlo per fa prestare i soccorsi a Coda, ma ritenendo che l’infortunio non fosse così grave da fermare l’azione ha lasciato proseguire. Giusta scelta, l’arbitro interrompe il gioco nel caso un giocatore perda i sensi o riceve un colpo al capo o ancora vi sia un sanguinamento. Nel caso di Coda il direttore di gara si è limitato a fare quello che doveva, constatare le condizioni di Coda e aspettare che il pallone uscisse per permettere ai sanitari di entrare.
Ad un certo punto è Acquah che, con una certa irruenza, commette fallo così che l’arbitro interrompa il gioco. Analizziamo cosa accade: Rizzoli permette ai sanitari di entrare, richiama Acquah e ristabilisce la calma in campo in un momento molto concitato. In particolare Cassano protesta (se pur con la mano davanti alla bocca) molto platealmente, ma è bravo l’arbitro a spiegare cosa accaduto, tollerando questo atteggiamento, e a riportare tranquillità. In quel frangente arriva anche Lucarelli che in qualità di capitano protesta platealmente con l’arbitro per quanto accaduto. Rizzoli allora lo ammonisce. Giusta decisione? Sì. Lucarelli infatti si fa una corsa di 30 metri, dalla sua posizione a dove si trova Rizzoli, per protestare. L’arbitro dimostra tolleranza e serenità nel mettere tranquillo Cassano, ma quando giunge anche Lucarelli, che protesta platealmente su una questione anche condivisibile, ma sulla quale l’arbitro non doveva intervenire, giustamente Rizzoli ammonisce il difensore crociato. Rizzoli dimostra personalità, ma non può tollerare l’atteggiamento di Lucarelli, che a differenza di Cassano che si trovava vicino a lui, percorre 30 metri per protestare. Perciò ammonisce e redarguisce anche verbalmente il capitano del Parma, con un labiale e un gesticolare di chiara interpretazione: “Se sei abituato così con gli altri, con me non lo fai”.
Nel secondo tempo le ammonizioni sono per Mirante e Dodò. Il portiere crociato con un po’ di mestiere rallenta la ripresa del gioco e Rizzoli, senza aspettare che questo accada in altre occasioni, interviene ed ammonisce. Scelta condivisibile che denota decisionismo da parte del fischietto bolognese. Quasi al termine Dodò si rende protagonista di un brutto fallo ai danni del Parma e se pur nei minuti finali Rizzoli ammonisce il nerazzurro. Giusta decisione, anche perché nel Parma gli ammoniti erano già tre. Avrebbe dovuto estrarre qualche altro cartellino il sig. Rizzoli? Io credo di no, probabilmente altri direttori di gara avrebbero ammonito altri giocatori, ad esempio De Ceglie entra duro su Obi, ma Rizzoli mostra un metro che mira ad intervenire solo quando necessario e al richiamo o a lasciar giocare nelle altre occasioni. Alla fine risulterà il metro migliore, non a caso Nicola Rizzoli è il migliore d’Italia. Nelle azioni dei gol sono bravi gli assistenti perché in entrambe le occasioni la posizione di Paolo de Ceglie è sempre regolarissima.
Ottima gara quella di Rizzoli, che si dimostra un grande arbitro sotto tutti i punti di vista: stile, rapporto con i giocatori, lettura del gioco e collaborazione con gli assistenti.
Il Parma si dimostra squadra, tiene testa all’Inter, non prende gol e vince. Superlativo Cassano, buona la difesa, in crescita Lodi autore di una buona gara a centrocampo e tanto impegno anche per sopperire all’ennesimo infortunio, quello di Coda. Matteo Agoletti