LUCARELLI, GOBBI, MIRANTE E GALLOPPA IN MISSIONE A ROMA PER INCONTRARE TAVECCHIO E CHIEDERE IMMEDIATE GARANZIE. E CASSANI, IERI: “NON ABBIAMO DATO GARANZIE DI CONTINUARE A GIOCARE”

image(gmajo) – Domenica 8 marzo, al termine di Parma-Atalanta, capitan Alessandro Lucarelli, in una accorata intervista esclusiva raccolta da StadioTardini.it. spiegando i motivi che avevano convinto lui e i suoi compagni a scendere in campo dopo l’ufficializzazione della “elemosina” della Lega Calcio, aveva preannunciato una sua imminente missione a Roma per incontrare il presidente federale Carlo Tavecchio per ribadire che al di là dei soldi vanno cambiate le regole, immediatamente, al fine di evitare possibili nuovi incresciosi casi Parma. Stamani, di buon mattino, abbiamo “messaggiato” con Lucarelli, il quale ci aveva confermato di essere in treno verso la capitale assieme ad altri tre suoi compagni – i senatori o sindacalisti Gobbi, Mirante e Galloppa – per ribadire, in occasione del consiglio federale, che vanno previste garanzie bancarie su chi acquista una società di calcio, controlli sull’indebitamento delle società, blocco del mercato per chi non paga gli stipendi. Nonostante l’esercizio provvisorio sia stato concesso a fronte dei 5 milioni stanziati dalla Lega Serie A, i giocatori non si sentono in alcun modo impegnati a dover per forza scendere in imagecampo: già il giorno dopo il fallimento lo aveva ribadito a StadioTardini.it sempre Capitan Lucarelli, ma anche ieri sera, in mix zone, lo ha ribadito Mattia Cassani, che oggi non sarà a Roma (“sarò in contatto coi miei compagni che andranno da Tavecchio per parlare delle norme, che magari saranno valide già per questo campionato, per far sì che la nostra protesta abbia voce”), ma che alla domanda: “se Tavecchio non mantiene le promesse, c’è la possibilità di non giocare?”, ha risposto: “sicuramente. Noi non abbiamo dato garanzie: dopo le parole, vogliamo vedere i fatti”. E a proposito della riduzione del debito sportivo (alias dei soldi che proprio i giocatori devono prendere) queste le sue parole: “Sarà uno dei punti chiave che affronteremo nei prossimi giorni. Confrontandoci coi ragazzi, c’è grande voglia di fare l’ennesimo sacrificio, quello più concreto, per le sorti di questo club. Rinunceremo a dei soldi, per far sì che la società sia più appetibile agli occhi di un potenziale acquirente e non finisca all’Inferno o nel dimenticatoio. Non è facile, perché comunque ci sono tante teste, tante età, tante nazionalità. Ci si dà da fare: è dura, ma ci sono cinque-sei figure importanti nello spogliatoio, cerchiamo di portare avanti – chi più, chi meno – questa battaglia e vediamo che cosa si potrà fare per agevolare un futuro compratore. Adesso pensiamo a ricaricare le pile nel corso della sosta. Magari in questa settimana, in cui saremo un po’ più liberi, proveremo ad affrontare questi discorsi con i curatori”.

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Gabriele Majo

Gabriele Majo, 59 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società.

16 pensieri riguardo “LUCARELLI, GOBBI, MIRANTE E GALLOPPA IN MISSIONE A ROMA PER INCONTRARE TAVECCHIO E CHIEDERE IMMEDIATE GARANZIE. E CASSANI, IERI: “NON ABBIAMO DATO GARANZIE DI CONTINUARE A GIOCARE”

  • 23 Marzo 2015 in 11:06
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    A me anche sta’ pugnetta delle “garanzie” ha rotto la fava….che e’ un’automobile?…
    Ma lo dicano chiaro e tondo (ma ne avrebbero pure le ragioni) vanno la per i soldi…per parlare dei loro soldi…vogliono che quei 5 milioni su cui possono contare mica servano alle utenze e a tutte le spese gestionali per le prossime gare, ma devono essere utilizzati per pagare almeno parte dei loro arretrati e non solo…vogliono sapere come si tira fuori il resto..
    Ma facessero un gesto forte…tanto…voglio dire..a sto punto..
    Se tornano da Roma coi soliti bla bla politico-cardinalizi di quell’inconcludente ferro vecchio si Stravecchio che lasciassero li di giocare….
    Francamente poi visti i risultati sportivi e prestazioni la cosa poco cambierebbe assetti di classifica..
    Per cui…
    Ma basta con sta’ menata assurda delle “garanzie”….i soldi si chiamano soldi…

  • 23 Marzo 2015 in 11:06
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    dalle dichiarazioni di cassani si capisce che lo spogliatoio è diviso: una parte è per la rinuncia di parte degli emolumenti e una parte no (o un po’ meno). quelli che rinuncerebbero a parte di essi sono i senatori o coloro che si vedono ancora nel parma anche in b.

    • 23 Marzo 2015 in 12:02
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      Capisco Mauri, però è ancora un giovanissimo. Di occasioni ne avrà a bizzeffe. Un piccolo sacrificio lo può fare.

  • 23 Marzo 2015 in 11:49
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    Sugli emolumenti il coltello per il mamico non l’hanno certamente i giocatori..In un fallimento o accetti quello che ti viene proposto oppure non prendi niente.Come si dice in gergo, o mangi questa minestra o salti dalla finestra.

  • 23 Marzo 2015 in 12:23
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    ma siamo sicuri che anche con un venticinquello da sborsare si farà avanti qualcuno. beh tavecchio era stato chiaro, se il debito fosse stato di 30 milioni…. comunque 30 milioni sarebbero lordi, nel senso che andrebbero tolti anche paracadute (l’abbiamo preso o non l abbiamo preso?) e ricavi dalle cessioni per un debito netto che si aggirerà sui 10/12 per chi vorrà comprare all’asta il titolo sportivo.

  • 23 Marzo 2015 in 13:14
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    le cose andranno presumibilmente così: con il sacrificio di tutti si riuscirà a ridurre il debito sportivo, la società verrà dunque venduta all’asta con un prezzo migliore e si manterrà il titolo sportivo. qualche giocatore rimarrà anche in B, quelli con la testa calda se ne andranno . Ghirardi non finirà in carcere, se la caverà sia lui sia Leonardi, però è probabile che se verrà confermata la bancarotta fraudolenta, dovranno entrambi patteggiare vendendo qualche loro proprietà contribuendo a ridurre il debito generale. Finirà così. e francamente ne sarei felice, perché reputo che si sia arrivati a questa situazione più per deliri personali che per magnarci sopra. mi auspico che i curatori sappiano traghettare la società con assoluta fermezza senza tentazioni di protagonismo in cui è facile cadere quando c’è di mezzo uno sport tanto appassionante come il calcio con tutta la visibilità che da. insomma tra salvare un’industria metallurgica e una società di calcio, è chiaramente più gratificante per l’ego la seconda.quindi vanno bene le parole di rassicurazione, ma devono diventare impermeabili ai media, sorridere e parlare poco, essere più che riservati.la gente come scaccia ora fa paura, anche lui deve essere meno pagliaccio,non farsi più vedere e agire nell’ombra, se vuole essere preso sul serio,sennò per me è solo un ridicolo pirla.

    • 23 Marzo 2015 in 13:54
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      Siituazione figurata che puo’ anche essere possibile e plausibile, sicuramente per molti pure auspicabile, d’altrondo tu pure hai detto ne saresti felice.
      Quindi resta comunque lo scoglio piu’ grsso…
      Trovare il fesso che si accolla quel debito (che quindi non sappiamo di quanto sia a sto punto…74 milioni..no…rinegoziamo..a quanto?..50?….34?…bohhh), faccio presente che sul “mercato” delle societa’ in b, SE HAI 4 SOLDI (MA PROPRIO 4….) meta’ dei presidenti ti accoglie a braccia aperte in ufficio e cominciate a parlare….
      Quindi…fate un po’ voi…

  • 23 Marzo 2015 in 16:59
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    qui non ci sono presidenti ma curatori fallimentari che devono scremare e selezionare quello che c’è e quello che ci sarà. quindi da un punto di vista patrimoniale e burocratico chi verrà dopo dovrà essere molto ” a posto”.

    • 23 Marzo 2015 in 17:02
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      Io non ne sono così convinto. A Bari l’asta l’ha vinta Paparesta: ma chi abbia dietro non lo si sa. E così pullulano le leggende metropolitane…

  • 23 Marzo 2015 in 17:36
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    ma non mi sembra che nel fallimento del bari ci fossero degli indagati, la situazione era più fluida. qui si arriva da mesi di gironi infernali e i curatori sanno bene che devono stare doppiamente attenti e fare le cose per bene. chi sta dietro a chi? anche dietro il mio nickname ci può essere qualcuno di già noto qui oppure no…potrei essere chiunque. quindi le leggende metropolitane restano tali, sono folklore. qui serve mettere a posto e vendere al miglior acquirente. in tutti i sensi.

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