IL CASO PESCARA E LA RISOLUZIONE DA PARTE DEI CURATORI DEI CONTRATTI DI LAVORO SUBORDINATO IN ESSERE
(Il Mercatologo) – Si è letto che anche la soluzione adottata in occasione del fallimento del Pescara calcio nel 2009 potrebbe risultare praticabile per cercare di salvare la serie B. L’articolo 104 della legge fallimentare al comma 7 prevede che nel caso di autorizzazione all’esercizio provvisorio, i contratti pendenti proseguano. Il curatore potrebbe sospenderne l’esecuzione, comunicando obbligatoriamente questa circostanza, oppure procedere anche alla risoluzione dei rapporti, ottimizzando le risorse ed evitando una decurtazione del patrimonio fallimentare ( si ricorda che il rapporto di lavoro del calciatore è considerato di natura subordinata).
Così facendo, dunque, durante la fase dell’esercizio provvisorio dell’impresa, il Curatore potrebbe risolvere unilateralmente diversi contratti in essere con vari calciatori in c.d. esubero e migliorare la situazione patrimoniale del fallimento.
Ciò renderebbe anche più semplice per la nuova proprietà interessata alla serie B (peraltro sempre più una chimera) , affrontare la nuova stagione, ma non risolverebbe certamente il problema del debito sportivo già maturato ovvero i 63/74 milioni indicati nella sentenza del Tribunale (anche se l’informativa della Guardia di Finanza alla base della stima tiene conto dei debiti sportivi relativi alla intera stagione, senza considerare cosa sia avvenuto durante la medesima, ad esempio le interruzioni di rapporto con Paletta e Cassano). Su questi, il lavoro di scrematura da fare è comunque notevole e va svolto (se ritenuto interessante ed utile, ma immagino di sì, considerata la nomina di ieri del coadiutore Albertini che dovrebbe occuparsi proprio di questo) prima dell’asta in cui verranno venduti in un unico pacchetto diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori (per i quali non si sia risolto l’accordo); struttura e organizzazione settore giovanile; immobilizzazioni materiali; indumenti/merce store/targhe, coppe e trofei e altro ancora (che secondo la valutazione spannometrica fatta da StadioTardini.it potrebbe avere un valore di 8,1 milioni di euro, che potrebbe esser la base d’asta, al netto, ovviamente, dei debiti sportivi).
La scrematura dovrà essere fatta su tutti i tesserati e richiederà molto tempo. In bocca al lupo al nuovo coadiutore che si occuperà di questo con l’ausilio di numerosi collaboratori credo (in un mese incontrare 150 calciatori e gli agenti e trovare un accordo sulla decurtazione non è certo semplice…). Il Mercatologo
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Lei quindi ritiene non ragionevolmente ipotizzabile che alle possibili risoluzioni contrattuali si aggiunga una riduzione delle pretese da parte dei giocatori coinvolti?
Stamane sulla gdp viene trattata anche la questione messa in mora e, personalmente, ci capisco sempre meno.. è possibile o no che venga autorizzato lo svincolo nonostante l’intervenuto fallimento? Qualora si liberassero i (pochi) giocatori che hanno mercato la situazione diventerebbe drammatica.. grazie
Mahh….qua si annaspa e ci si attacca all’attaccabile….
Si prova a vedere se in un piu’ o meno recente passato ci sono precedenti positivi a cui poter fare riferimento e trarre indicazioni…
Ricordo che ogni storia societaria e’ faccenda a se’ stante, con proprie cifre propri parametri, ogni fallimento e’ stori a se..
Non necessariamente cio’ che si e’ reso opportuno e possibile in una situazione e’ immediatamente fotocopiabile in un’altra..
Lo abbiamo visto ad esempio col Bari..lo si e’ detto mille volte, la la cosa fu piuttosto semplice per loro..ma avevano un debito sportivo di circa 4 milioni du euro, il Parma di “soli” circa 70 milioni in piu’…ecco quindi che una strada altrove percorsa e percorribile e’ di fatto preclusa.
Gira e rigira torniamo li…di soldi e di cifre parliamo…
I 4 milioni di debito del Bari erano stati ovviamente già ridotti, ma condivido il pensiero di fondo che ogni storia ha precise peculiarità e non sempre gli schemi sono adattabili
Beh logico che un giocatore ha interesse ad abbattere o azzerare il debito se in cambio ottiene una continuità…se in cambio ottiene un piede nel sedere almeno vorrà tutto ciò che gli spetta e ne ha diritto essendo sotto contratto..
Per quanto riguarda gli svincoli, non vedo a che pro un giocatore si svincoli ora, se non per principio..ormai si svincolerebbero automaticamente al 30 di giugno, penso che sia più una tutela nei confronti di un eventuale salvataggio del titolo sportivo…dove si troverebbero ad essere vincolati magari controvoglia…senza nemmeno conoscere i padroni dei propri contratti…non ne ho la certezza ma penso sia più o meno cosi
Una domanda al Direttore…ma quindi i famosi 70 mln di debiti sono puramente teorici? calcolati sul monte ingaggi stagionale senza tener conto che una parte è stata abbattuta non avendo più a contratto paletta cassano e magari avendo tagliato altri costi nel frattempo? parliamo di aria fritta quindi?
Perfetta la prima considerazione: del resto se anziché Albertini fosse stato ingaggiato Imborgia, immagino che questi, anche in continuità con un certo modo di pensare del passato, avrebbe spostato in avanti l’eventuale problema suggerendo di spalmare ulteriormente in avanti il credito dando zero adesso, ma prolungando i contratti. Nella partita, attenzione, non ci sono solo gli aventi diritto, ma anche i loro procuratori (molti dei quali creditori insoddisfatti) che possono tenere per le palle tutti.
Per quanto concerne la domanda sui dei debiti sportivi, la mia interpretazione, anche sulla base di riscontri convergenti di diversi professionisti all’uopo interpellati, è che appunto la fotografia della Guardia di Finanza riguardi l’intero debito sportivo stagionale e non quello reale dopo una serie di accadimenti avvenuti tipo gli addii di Paletta (il quale dovrebbe aver rinunciato al debito passato, o forse glielo ha pagato o si è impegnato a farlo direttamente il Milan, di qui il basso costo del cartellino) e Cassano che pesavano non poco su quella voce bilancistica.
Cordialmente
Gmajo
in termini di logica lei ha perfettamente ragione ma, dal lato pratico, anche per loro si presenta una situazione analoga: se il parma va avanti qualcosa ricavano, diversamente c’è sempre lo svincolo ma con la semplice insinuazione al passivo otterrebbero poco o nulla.
Se una tesserato del Parma FC rescinde, il suo credito non dovrebbe essere più essere considerato, in caso d’asta, come debito sportivo.
Il suo eventuale credito dovrebbe essere computato nel monte del fallimento del Parma F.C., all’asta non si vende il Parma F.C. si vende un titolo sportivo che ha come patrimonio i tesserati presenti (con i loro crediti che vanno a ridurre il patrimonio), i beni mobili ed immobili (quando ci sono) e la sua storia.
E’ corretta la mia considerazione?
Se non è corretta è possibile sapere il criterio corretto del computo del debito sportivo per la vendita di un titolo sportivo?
Grazie.
Credo non lo sia Massari.
Se un tesserato rescinde resta il debito maturato con lui fino a quella data credo..
E questo e` un bel macigno, eh. L’unica via ipotizzabile per la riduzione del debito sportivo e` la riduzione delle pretese dei calciatori.