VIAGGIO IN PROVINCIA, di Luca Savarese / LO STADIO SANDRO CABASSI SI RACCONTA IN ESCLUSIVA A STADIOTARDINI.IT
(Luca Savarese) – Finalmente qualcuno che non parla di me, ma lascia parlare me. Non ce la facevo più ad essere confinato in un
silenzio di tomba, anzi di stadio. Buongiorno a tutti, belli e brutti, come diceva George Weah, anche se George Weah, dentro di me, sul mio prato, non ci ha mai giocato. Non ci conosciamo, ed allora, è meglio che mi presenti. Piacere, sono lo stadio Sandro Cabassi di Carpi! Ringrazio stadiotardini.it per questo piccolo spazio, perché non ne potevo proprio più di stare zitto e di far parlare gli altri sul mio conto. Voi umani quando parlate non finite più, noi stadi invece parliamo
poco, vissuti da voi come siamo e, quando prendiamo la parola, vogliamo farlo bene. E’ incredibile quello che riesce a fare la storia. Inizialmente mi chiamavo stadio Mario Papotti, quando sono nato nel 1928, in memoria di un ragazzo deceduto durante la guerra civile spagnola. Poi, nel 1944 un mio concittadino, Sandro, giovane partigiano aderente al Fronte della gioventù modenese che aveva come nome di battaglia Franco, fu ucciso dal capitano della Repubblica di Salò Piva la mattina del 26 ottobre del 1944. La sua partita finì in quel modo, assieme alla vita, quella non ritorna più, una volta persa, mica può usufruire dei tempi supplementari. Così presi, con sommo onore, il suo nome. Vi confesso che il suo spirito nel mio centrocampo e sulle mie tribune, non è mai mancato. Io, lo sento sempre. Per tanti anni sono stato uno stadietto tranquillo, tipo la via Gluk negli anni in cui Celentano era ragazzo. Gente tranquilla che lavorava e che veniva alla domenica alla partita. Gioie sportive rare, ma quando ne arrivava qualcuna, era più dolce del panettone a Natale: 1964, nello spareggio contro il Bolzano, il Carpi approda in serie C. Ricordo ancora il fragore di quella festa. Sono sempre stato un santuario normale, non particolarmente preso d’assalto. Alla domenica le persone al mattino andavano al circolo o in Chiesa e poi al pomeriggio, venivano da me. Ecco il bello di essere stadio: far accomodare nel tuo salotto il cattolico fervente e l’ateo incandescente, cercare di ristorarli con un po’ di calcio sano. Per anni nessuno ha parlato di me. Io sentivo delle glorie dei vari Dall’Ara, Tardini, giusto per rimanere nella regione e, devo dire la verità, ero un po’ gelosetto. I vicini di casa del Sassuolo non li ho mai temuti particolarmente, sapevo che prima o poi anche i giocatori del mio Carpi sarebbero stati capaci di arrivare in serie A. Era solo una questione di tempo e di tempismo. Quando è arrivata la promozione in serie B, mi son detto, ormai è questione di attimi e saremo in serie A e finalmente potrò vivere su di me le emozioni del massimo campionato italiano. La serie A è arrivata, al termine della gara contro il Bari del 28 aprile scorso, in tempo zero mi hanno invaso, calpestandomi, quasi possedendomi dalla gioia, mi sentivo svenire. Improvvisamente flash e telecamere a getto continuo, quando, per intere stagioni, anonimato o quasi. Dal niente al tutto in un rapido giro d’orologio. Non ci ho più capito niente. Appena mi riprendo un momento, scopro che tutta la fatica che ho fatto, tutte le energie che ho aiutato a carburare non ci saranno più, o meglio non avranno lo stupore di quella serie A tanto attesa. Perché ho pochi spalti, perché non sono a norma e compagnia cantante. Quando venne il delegato Figc, volevo farlo inciampare in una zolla di terra. Ma come, un catino, fedele servo di una squadra, poi d’un tratto, al banchetto più bello, non può partecipare? Mah, sono rimasto decisamente male. Non ci ho dormito le notti. Poi però ho riflettuto un po’ ed ho capito che il mio compito è quello di accogliere la gente e questo posso farlo, in qualsiasi occasione. Di sognare e far sognare non certo di segnare. Il Carpi è stata la mia favola, la Virtus Castelfranco Emilia Calcio, la mia realtà odierna visto che il Ferrarini, il suo stadio, non è stato ritenuto idoneo per una gara di cartello, e chissenefrega se fa la serie D. Tra poche ore, infatti, mi farà visita il Parma, che quando tremar l’Italia faceva, io invidiavo ed ammiravo in silenzio, mentre dovevo far posto a partite di secondo piano. Una cosa, ultimamente, ho tuttavia imparato. Se sei uno stadio e apri le tue porte, ogni avvenimento è importante e merita un grande primo piano. Sempre. Oggi pomeriggio ci sarà anche il derby tra Sassuolo e Carpi? Bè è chiaro che tiferò per i biancorossi, ma oggi, senza remore voglio essere tutto per Virtus Castelfranco-Parma.
Firmato, lo stadio Sandro Cabassi
LE PRECEDENTI PUNTATE DI VIAGGIO IN PROVINCIA, di Luca Savarese
1^ puntata: Arzignano (06.09.2015)
2^ puntata: Villafranca (13.09.2015)
3^ puntata: Borgo San Lorenzo (16.09.2015)
4^ puntata: Valdagno (20.09.2015)
5^ puntata: Budrio-Mezzolara (27.09.2015)
6^ puntata: Correggio (04.10.2015)
7^ puntata: Chioggia Sottomarina (11.10.2015)
Speriamo che Giorgino abbia recuperato.
È convocato, ma io opterei per la prudenza
Si, non si scherza con la vista.
Gabriele firmi per il pareggio oggi? 🙂
Mei che perdor
sempre grande..pregno di storia e cultura ..Luca Savarese & tuoi articoli…
Cordialmente
Mauro