CARMINA PARMA di Luca Savarese / SI SCRIVE PARMA, SI LEGGE CAROVANA DEL CUORE
(Luca Savarese) – La Romagna porta bene a Saporetti; il terzino dopo Cervia contro la Ribelle, timbra il cartellino del gol anche a Bellaria, ed è una bellissima aria quella che si respira nella cittadina riminese, dove il Parma annienta il Bellaria. La squadra di casa, però, attraversa una giornata di aria brutta e grama. Mentre Lauria gioca con le calze fin sopra le ginocchia, simile a Marco Boriello, e la sciarpata dei Boys continua come se, anch’ essa, volesse segnare il suo gol. Il Parma c’è, il Parma ne fa tre al Bellaria, il Parma si sta divorando il campionato. Poi c’è Nevio, in mezzo ai tifosi, che lo accarezzano. Altro che spot, è lui il babbo Natale che diversamente da Santa Claus, regala emozioni non solo nei giorni natalizi. In fondo il Natale dalle parti del ducato, può arrivare perché ogni giorno come pastori mendicanti si va in cammino, ascoltando la lezione di Lucarelli, ieri ribadita dal capitano nella sua chiacchierata con Daniele Fortuna di Radio 1 Rai all’interno del programma Extra Time (Clicca qui per ascoltare la web registrazione a cura di Alex Bocelli; clicca qui per leggere la recensione). Quella filosofia così difficile ma così indispensabile, del farsi trovare sempre con la testa giusta, evitando la facile presunzione e la sciocca scioltezza, cercando di non incappare nell’Erode di turno, cioè le brutte figure a portata di menti e di calcoli saccenti. Perché, solo se hai alcuni maestri, quindi Lucarelli, Apolloni, Scala, Minotti, allora, alla lunga, la sapienza, diventa maggiore della saccenza, e si fanno passi da giganti, e si ritorna grandi prima. La stella cometa
della A, è ancora lontana, questo è sicuro, ma si cammina, si costruisce, si gettano le basi, si mangia il pane duro del campetto sderenato di Bellaria per riaccomodarsi, magari un giorno, al restaurant del calcio dei piani superiori. Ecco il cuore di questo gruppo: non inteso come quel termine abusato e posticcio da Baci Perugina, ma come la sede dei sentimenti, il centrocampo dei pensieri più importanti e più realistici. Quelli crociati hanno valigie cariche di rivincite, portano il respiro senza tregua di tifosi più appassionati di prima, come fa notare spesso lo stesso capitano, come si vede e si sente. Come se il bagno nel Lete del fallimento fosse stato traumatico, ma necessario. Ed allora senza fronzoli, ma con nuovi fremiti, tutti dietro alla bellezza ed all’effervescenza di un progetto, che è di fatto il servo lampadoforo, quello che tiene il passo di questa annata strana, nel gradino più basso del calcio che conta, ma avvincente, e che si sta vivendo con un’adrenalina altissima, diversamente da ieri dove, il leviatano di una lenta fine societaria, mangiava tutte le energie e, come un tumore perfido, faceva fuori tutti e tutto, andando avanti da solo. Tutti i reparti ora sono coinvolti. Fuori e dentro, sul campo. Centrocampo che bussa con Corapi, attacco che risponde con Baraye, che mette dentro un gol che ricorda, nel movimento, non per la conclusione, quello di Higuain in Europa League contro il Legia Varsavia, nella gara d’andata giocata dai partenopei in terra polacca. Poi ecco la difesa pronta ad insaccare con Saporetti. La dea Igea che prosegue il nome di Bellaria, dovrà pulire gli errori e gli orrori tattici del Bim (diminutivo di Bellaria Igea Marina, come si legge sulla grafica di Sky) che non ha fatto bum, nessun bum…Bum Bum invece lo ha fatto Corapi, che bussa anche nella ripresa, aggiungendo al destro potente del primo tempo un sinistro preciso e dimostrandosi un eccellente tuttocampista, con il gol nel sangue. Interessante una considerazione dellaseconda voce televisiva Alessandro Melli: “Corapi in più di sessanta partite con l’Aquila aveva fatto 6 gol, quest’anno ne ha già segnati 5 saltando pochissime gare”. Intanto Indelicato, con un gol alla Vialli, rende un pochino più delicato il bottino per il Bellaria, che poi Miglietta trasforma in manita per i ducali. Ne fanno pochi di gol al Parma ma tutti bellissimi, come quello di Braccini del San Marino. A Bellaria i crociati trovano la cinquina, ma nella loro tombola, le cartelle vincenti, risultano abbondanti. La sciarpata continua, la squadra saluta il suo pubblico, la sua storia e, dallo stadio Enrico Nanni, torna nella vicina Emilia felice come una Pasqua, anche se siamo prossimi al Natale. Luca Savarese
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Penso che mantenendo questa voglia e questa umiltà torneremo a breve nel calcio che conta e ci prenderemo molte rivincite. Si vede che i giocatori conoscono il compito che hanno.
Speriamo davvero..ci conto anch’io 🙂
Voglia, umiltà e anche capacità di far gruppo. Forse non avremo mai i mezzi tecnici di Bayern, Barcellona e Real, e allora ci toccherà essere GRUPPO, e cioè remare tutti nella stessa direzione, anteponendo il bene del collettivo a quello del singolo, per ritornare al calcio che MERITIAMO. E’ anche per questo che in futuro mi auguro che il Parma abbia una rosa da non più di 20 elementi: vorrebbe dire meno teste da mettere insieme e meno potenziali invidie da mediare…