L’INNO ALLA GIOIA DI SCALA A TUTTOSPORT: “EMOZIONANTE SENTIRE LA GENTE CHE DICE DI ESSER TORNATA ALLO STADIO GRAZIE A NOI”. LE FAMIGLIE AL CENTRO DEL NUOVO CUORE CROCIATO
(Luca Savarese) – Babbo Natale dalle parti di Parma ha ed avrà sempre il volto di Nevio Scala, anche se il buon Nevio, non ha la barba, of course. Va in archivio l’anno più brutto della storia del Parma, ne inizia un altro, ma lui è lì, spartiacque prezioso e silenzioso e, molto credibile, pronto a ascoltare chi voglia chiedere qualcosa di lui, del Parma, che poi dire Nevio Scala e dire Parma, alla fine, risulta come un endiadi, i due lemmi, vanno insieme. Nevio, nei Novanta, ha fatto di una squadra di provincia una nobile del calcio italiano, non è tornato mai in panca (anche se rispetto a molti suoi colleghi anche più giovani di lui, il patavino avrebbe cantato calcio bene
sopra la panca…) ma dall’estate scorsa, come un deus ex machina, come se Socrate fosse tornato a casa di Fedro nel suo Simposio, è tornato, super partes, come presidente onorario. Il suo volto, il suo carisma, la sua storia, è bastata a tranquillizzare il popolo ducale, dopo mesi da tregenda ed a Parma, ecco il regalo più bello, la gioia. In un’interessante articolo apparso oggi sulle colonne di Tuttosport, Stefano Salandin ha intervistato l’ex mister e l’attuale presidente. Nevio è entusiasta dei numeri, 10.500 abbonati in D non si trovano così facilmente, ma la cosa che più lo fa felice è sentire le persone, quando lo fermano per strada, in città, e gli fanno sapere che sono tornati al Tardini per lui, per i suoi fidi Gigi e Lorenzo, Apolloni e Minotti, zoccolo duro della difesa di ieri, braccia (in panca) e mente (sul mercato) dei ragazzi di oggi. “Le prime riunioni le abbiamo fatte a casa mia all’inizio di agosto”, racconta Nevio. Nevio è una calamita, dove va attira parmigiani e innamorati di un calcio contadino, biologico, come lo aveva felicemente ribattezzato lui che sappia essere sorprendente e vincente, ma perché fertile di suo e non, ingolfato di fertilizzanti, alias di facili compromessi. E’ stato come un effetto domino, s,i ma benefico. Tornato Nevio, tornati e trapiantati Apolloni e Minotti nell’area tecnica, Parma è tornata a rituffarsi sul Parma. Più che nostalgia canaglia, benedetta nostalgia, verrebbe da dire, che proprio in nome di una trilogia più unica che rara ha fatto riabbracciare il Parma ai suoi cittadini, quasi mettendo in secondo piano il fatto che la serie ora è la D, ed il menù prevede il pane duro dei terreni di Bellaria e simili, mica l’algida egida di San Siro e soci. “Nel calcio degli scandali all’ordine del giorno di oggi, noi dice Nevio, abbiamo, voluto dare un messaggio: lealtà, impegno, chi non ci sta è fuori”. Eh si, perché nessuno vuole star fuori, ma tutti dentro a questo nuovo sogno, per niente chimerico, ma ben piantato nella realtà e nella pulizia di un progetto a portata di famiglie, che ripopolano senza paura ma con grande speranza l’Ennio, ed insieme si sale, dando il braccio a Nevio e (parafrasando e modificando Montale) salendo almeno un milione di… Scala. Com’è strano il calcio: un paio d’anni fa, quando con Donadoni si parlava di un Parma modello Ajax, le famiglie stavano a casa, ora nella traversata della D, i papà prendono i bambini e le mogli e via di corsa verso il Tardini. Certo merito dei magnifici sette, come li definisce lo stesso Nevio, gli imprenditori che hanno fatto respirare le casse del nuovo Parma, merito anche di una cantilena: Scala, Apolloni, Minotti… che si era stufata di stare nel tepore degli almanacchi, che è riscesa in campo, per fa riscendere le famiglie al centro del nuovo cuore crociato. Luca Savarese
All’inizio ero molto scettico su i “fantastici 7”. Pensavo si fossero messi insieme per investire ognuno poche risorse. Ma ora il progetto mi affascina molto.
Lo puoi dire forte majo!!
Anch’io all’inizio ero molto scettico su questa cordata infatti la chiamavo in modo dispregiativo MILLEPIEDI ma mi sono ricreduto questa è una proprietà seria leale e di grande spessore.
Strano che all’epoca da Majo non venni bannato per aver trattato male brave e oneste persone.mentre invece, sono stato bannato per aver trattato un altro personaggio di bassissima flemma e serietà di cui non faccio il nome per averlo trattato come meritava.
Cosa ne pensa Majo?
Che la banno fino a fine dicembre 2016
La sedicente Sara Rosso – anima femminile del lettore dal nick name “Lucido come Mastro lindo” – stia tranquilla/o: lo stesso Velenoso (la cui bannatura fino a fine dicembre 2016 era palesemente una boutade) potrà testimoniare che le precedenti bannature “per aver trattato un altro personaggio di bassissima flemma e serietà di cui non faccio il nome per averlo trattato come meritava” non erano perché il Velenoso avesse trattato male Manenti, come da lei subdolamente capito (ed è recidiva nella ri-veicolazione distorta delle mie parole), ma per espressioni che a me non piacciono che lo stesso aveva riservato a Ghirardi, del quale, notoriamente, non sono mai stato un grande amico…
Per la precisione, poi, la bannatura non era perché avesse usato quelle espressioni (mi era bastato cestinare i reiterati commenti), quanto per la palese presa per il culo verso il sottoscritto di postare ripetutamente commenti contenenti la parola che mi dava fastidio. Infatti, come ho sempre spiegato pubblicamente all’interessato attraverso lo spazio commenti, la bannatura riguardava il prendermi per il culo. Cosa che il Velenoso aveva fatto inserendo deliberatamente la parola che mi dava fastidio in ogni commento.
Chiaramente, però, chi si prefigge il fine di infangarmi si serve di qualsiasi accadimento pur di scaravantarmi letame addosso…
Cordialmente
Gmajo
Ode an die Freunde, Beethoven e Schiller… figa, scomodate roba pesa ragas, la nona (miga la mama ed la mama ma la IX), la musiche pù bela ed tut i temp!
Senza nulla togliere agli altri autori del sito, voglio rivolgere i miei complimenti a Luca Savarese per la qualità di questo articolo e dei suoi elaborati in genere. Se fossi uno della rosea o di qualsiasi altro giornale sportivo, lo scritturerei di corsa. E forse sarebbe comunque sprecato. Stilisticamente lo trovo delizioso. È una fortuna per questo spazio e per i lettori che lo frequentano poter contare su una collaborazione di tale cifra tecnica.
beh non esagererei.
Ci sono un paio di gravissimi errori ortografici che neanche in terza media vengono tollerati, altro che giornalismo.
Le avevo già suggerito in altre occasioni di utilizzare sempre il suo nick e non di cambiarlo a ogni piè sospinto. E poi i gravissimi errori ortografici che neanche in terza media vengono tollerati, ai miei tempi venivano rimarcati con la matita blu; la rossa era per quelli veniali…
Saluti
Gmajo
Segnalarli, no? Dirlo senza andare in profondità, non è tanto utile…secondo me.
ai miei tempi con la penna rossa
Penna rossa, penna gialla, penna bianca, penna nera. Per gli amici solamente penna a sfera. Il tuo nome è diventato una bandiera…..ai miei tempi
Beata gioventù
Penarossa? Tuttavia anch’io ricordo il matitone rosso per gli errori gravi, blu per quegli altri. I miei elaborati sembravano la maglia del Bologna
Comunque Nevio Scala è Presidente (con la P maiuscola), punto! Non presidente onorario! Per il resto condivido in pieno l’articolo!