LA VITA E’ UNA GRANDE PARTITA DI CALCIO, E I PALLONI SONO GLI ANNI
(Luca Savarese) – Era l’ultimo allenamento prima della fine dell’anno. Il mister voleva salutare i suoi piccoli allievi nel migliore dei modi: erano bimbi dai sette ai dieci anni, le giovani leve del Deportivo Divertimento. Arrivarono, anche se in vacanza da scuola, puntualissimi all’appuntamento col pallone. Si ricordavano della prima cosa che gli aveva detto mister Damian Munoz Abundanza, la prima volta che si erano trovati insieme: “Ricordatevi sempre questo, vale per voi adesso ma vi servirà molto anche quando sarete grandi: E’ meglio un’ora prima che un minuto dopo”. Bastò quello, detto con l’autorevolezza che lambiva le parole di mister Damian, per far arrivare quella ciurma di nanetti puntualissima in ogni occasione. Anche ora, che era la mattina del 31 dicembre. Ci tenevano, loro erano il settore giovanile di Taumatopoli, che faceva parte del continente di Carispea; volevano arrivare presto in prima squadra. Nel calduccio dello spogliatoio, scaldato da due potenti stufe, dove due lacchè portavano invitanti vassoi di tramezzini e dolcetti, rigorosamente rivestiti dalla carta stagnola (roba per il brindisi, prima però bisognava fare l’ultima sgambata), mister Abundanza, si sedette per terra, al centro, in modo da non perdersi nemmeno uno sguardo dei suoi undici pargoletti, ordinatamente disposti davanti a lui, come silenziosi omini della curiosità, sulle scalcagnate panchine di legno. Non ci aveva dormito la notte, per buttare giù il suo discorso di fine anno. Dopo un leggero colpetto di tosse, attaccò: “Nell’ultima partita abbiamo avuto tante palle, alcune le abbiamo utilizzate bene, altre le abbiamo sprecate, altre se ne sono andate via senza che noi ce ne accorgessimo, però, nessuna palla che vi è arrivata vicino, è stata inutile”. Eneas, 9 anni i primi di gennaio, ascoltava con più attenzione degli altri. Quello che stava dicendo il mister gli piaceva e, sussurrava tra sé e sé – Caspita, non l’avevo mai pensato -. Damian Munoz Abundanza riprese: “Vi ho già detto altre volte che la vita è una grande partita di calcio, mi ero dimenticato di aggiungere che i palloni di questa partita, sono gli anni. Anche quello che a mezzanotte arriverà, è uno di questi palloni, che aspetta solo di essere considerato, calciato e seguito da voi. Sarà un pallone particolare, molti lo chiamano ultimo dell’anno alcuni capodanno, potrà essere quello che ci farà pareggiare all’ultimo o vincere nei primi minuti, ma fate in modo che sia un pallone tutto vostro, non del caso, non della fretta, noi dei rimpianti, di nessun altro: godetevelo ragazzi, rincorretelo, amatelo!” La piccola colonia del Deportivo Divertimento si allenò, mister Damian, risparmiò gli esercizi ed organizzò mezzora di partitella, poi brindisi e tutti a casa a prepararsi per la festa. Eneas disse ai suoi amici quello che gli aveva detto il suo mister, che lo dissero ai loro amici. La voce, nelle ultime ore dell’anno, si diffuse anche tra i grandi, così alle 23 45 erano pronti, senza essersi dati appuntamento in nessun stadio del mondo, per andare in campo, per accogliere quel nuovo pallone, che si sarebbe chiamato 2016: tondo, bianco, nuovo, con delle chiazze gialle, azzurre e verdi, profumava di cuoio, era vero, rimbalzava, era appena ricevuto, era davanti a tutti, proprio come un nuovo anno.
Auguri al direttore, al Parma, ai lettori. Un abbraccio forte, da Milano Luca Savarese.
Carpe diem. Di nuovo auguri di Buon Anno a tutti!
Bella la parafrasi. Auguro a tutti di andare in gol col prossimo pallone.