IL GALLO DI CASTIONE / DUE IN UNO

(Il Gallo di Castione) – Per fermare le fonti di gioco del Parma niente di meglio che il raddoppio sistematico, il fallo tattico per impedire la superiorità numerica e qualche colpetto proibito per scoraggiare i pavidi. Ed ecco che quando hai fermato Baraye Melandri e Corapi il gioco è quasi fatto. Poi gli episodi vanno e vengono. Così tra un gol su punizione e uno su angolo è facile avviarsi verso la fine della partita con la Correggese. Bravo Gigi con la Clodiense a cambiare le carte in tavola per impedire il solito gioco delle randellate a Corapi e Baraye, mettendo Musetti a scrociarsi coi soliti difensori molto forti sull’agonismo. Con la Clodiense alla fine è stato il festival dei “puntero gialloblù” che son scesi in campo in cinque ne han tutti fatto la loro porca figura. Tranne micio arrampicatoreuno che mostrava i sintomi di chi non gioca da tre mesi e ha paura di saltare di testa, di fare pressing e di prendere calcioni e gomitate, così era un po’ avulso dal gioco. E alla fine è stato l’unico che non ha segnato. Il tema scottante è se ci sia un calo fisico o un involuzione di gioco, se si tratta di fattori contingenti o se la squadra è in difficoltà.  Nulla di tutto ciò. Lasciamoli lavorare, di riffa o di raffa ci saltiam fuori.
Sto giro non parliamo di arbitri. Ma si invece. Anche questo (Correggese) ha sbagliato troppo. Niente cartellini per il Correggio quando fra maglie tirate e interventi sull’uomo intenzionali per interrompere le azioni di per certo li avrebbe meritati e poi estrae un rosso che forse doveva essere rosa. Lasciamo stare i rigori. Probabilmente li vedo solo io. Ma parliamo del fatto che i fuorigioco van fischiati al momento in cui la palla raggiunge il giocatore al di là della linea avversaria. Troppi errori per non ricordare che gli arbitri della serie D son grami. Cose mai viste come due cambi sulla rimessa laterale. Pasticci. Ma lasciamo stare. L’arbitro contro la Clodiense si è ritenuto soddisfatto di un primo tempo mediocre, dove però si è tolto lo sfizio di far la ramanzina (in diretta TV) a due mostri del calcio come Apolloni e Lucarelli, ha chiesto anche di Minotti e Scala ma non ci avevano voglia di paternale.
Parliamo di Baraye. Che vien sempre sostituito. Che dopo il buffetto ricevuto nel primo tempo a Correggio poi “girava largo”. Oggi è entrato quando il “clamore agonistico” era ormai appannato e ha fatto la sua bella figura. Ma con tristezza ho visto invece che quando è entrato il compagno sostituito si è infilato negli spogliatoi e non in panchina anche se era uscito fra gli applausi. Delle volte mi ricorda il pedone che attraversa sulle strisce del viale (esercitando il suo diritto di precedenza) e che da all’automobilista l’impressione di essere indolente e dinoccolato, fin un poco irritante.

Vero è che il fantasma dei fabbro ferrai che vogliono far l’impresa si materializza sempre più spesso e vero è che siamo leggerini per affrontare il gioco “agonistico” del calcio dilettantistico. Forse il solo Cacioli è attrezzato per farsi valere. Corapi, Melandri, Baraye non hanno quelle caratteristiche e soffrono i calci nei garletti. La società dovrebbe farsi sentire per tutelare i suoi giocatori tecnici i quali, da vecchie volpi, dovrebbero puntare i loro marcatori fin dall’inizio per favorire i cartellini gialli. Si ha l’impressione che manchi quel “codice” dei professionisti che vieta il fallo tattico specie se diviene pericoloso, si ha l’impressione che il calcio dilettantistico viva di fallacci e rimpalli. Che i giocatori avversari appena toccati restino in terra come se li avessero azzoppati. Solite scene valide per imbrogliare arbitri ridicoli e per giustificare il successivo calcione propedeutico indirizzato a Corapi. Così che i “garletti buoni” non siano tutelati e che i proprietari non siano disposti a far la fine del “povero” Longobardi. Del resto l’arma in più delle squadre avversarie è proprio quella di non aver da pensare al futuro (il presente e il futuro di squadre di mezza classifica è quello, la partita contro il Parma con comparsata televisiva), mentre un infortunio grave per alcuni giocatori del Parma potrebbe pregiudicare un futuro che pare al momento luminoso. Come se ne esce? Aspettando punizioni e calci d’angolo, ma non basta. Con la Correggese anche in superiorità numerica non siamo stati in grado di produrre il forcing finale. Il risultato è giusto al di là di ogni ragionevole però e contro tutti i ma. Gigi sta studiando qualcosa, Mazzocchi, Musetti, Longobardi più difficili da suonare. Rodriguez potrebbe fare al caso fisicamente ma lo abbiamo perso, c’era voce che volesse rientrare in Sudamerica, chissà se lo rivedremo?
Ci manca poi un giocatore che ci dia una mano a sbloccare ste partite difficili. Che non può essere sempre Lucarelli. Ma mi sembra che ci sia un barbuto (ho detto barbuto al singolare) che mi dà gioia e serenità per il futuro, già oggi al rientro mi ha impressionato per applicazione e agonismo, abbiamo un arma in più. Anche per via di un altro difettuccio da limare che si vede ogni tanto che è la leziosità, il passaggio di troppo invece del tiro. Del resto come disse il grande Vujadin “io penso che per segnare bisogna tirare in porta”. E son sicuro che il Longo di punta, di stinco, di testa di spalla e di ginocchio tirerà per correre alla ramata. La difesa sta subendo molto più di prima e fortuna che il nostro portierino non sbaglia niente (ogni riferimento ai portieri avversari è puramente voluto). Prima della solita chiusura “avulsa” un pensiero a Giorgino che domenica prossima voleva riposare e ha fatto di tutto per prendere oggi un ammonizione (e dopo il primo tentativo andato male, pessimo attore, buona la seconda). Di per certo vuol giocare a Forlì.
Vero è che abbiamo due palle break mercoledì (oggi) e domenica prossima, ma se buttiamo i set ball con dei doppi falli allora rischiamo di rimettere in discussione una partita (quella del game-promozione) già vinta. Prima palla break a segno con la Clodiense, sotto con la Ribelle (set ball) che siamo tornati in quota sicurezza a nove punti e con una partita in meno. Tanto già lo so che l’anno prossimo … Tocco ferro e ci credo, nel caso mi darò all’ittica, sarei nel caso in buona compagnia, anche se l’ultima volta non è andata benissimo, anzi, è andata più o meno così: “Ho in tasca l’esca ed esco per la pesca, ma il pesce non s’adesca, c’è l’acqua troppo fresca. Convien che la finisca, non prenderò una lisca! Mi metto in tasca l’esca e torno dalla pesca.” Il Gallo di Castione

Gabriele Majo

Gabriele Majo, 59 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società.

4 pensieri riguardo “IL GALLO DI CASTIONE / DUE IN UNO

  • 11 Febbraio 2016 in 08:26
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    Essere biologici ok, ma coglioni proprio no. Facciamoci rispettare.

  • 11 Febbraio 2016 in 13:35
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    Gallo, non solo Cacioli ma anca Giorgen, il ns. divin codino, al sfa rispetter circa dar e ciaper, al ne sta miga indrè va la,
    po ghe Benassi, al Capitan, al Longo, Musett, quand l’ha szughè, al Walter Rodriguez., col si cal stira miga indrè..
    ..
    tutto sommato preferisco metterla sulla tecnica, sempre, e sul gioco, di certo, se c’è da menare si mena senza tante mezze misure visto come si comportano gli altri e bene fanno il Cacio e Maikol a farsi sentire, con le buone oppure con le toste…tanto x fare capire che siamo capaci pure noi di giocare in certe maniere, basta cercarci e ci trovano, di sicuro

    morosky

  • 11 Febbraio 2016 in 15:44
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    Baraye secondo me farà meglio in lega pro, non dico in termini di goal, ma di prestazioni. Però deve cambiare atteggiamento, forse mentalità, troppo discontinuo, poco carattere nel cercare la palla.
    Longobardi lo stimo molto ma secondo me, in termini strettamente qualitativi e per questioni anagrafiche, non lo si potrà contare tra i titolari del prossimo futuro. Per il resto ieri credo sia giusto tener conto che l’avversario era alquanto modesto

  • 11 Febbraio 2016 in 16:04
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    Benassi Musetti il Longo e Rodriguez han giocato pochissimo. Credo proprio che il Gigi preferisca la tecnica all’agonismo. Solo che falli sistematici e agonismo esasperato son le sole armi che hanno gli avversari per fermare il Parma.
    Nei dilettanti del resto se fischiassero tutti i contrasti le partite non si giocherebbero.
    Anche io son convinto che ci satan giocatori che faran meglio in altra serie. Vedasi la partita di ieri dopo il due a zero che ha esaltato le doti di Miglietta e Baraye non più soggetti a pressing tanto asfissianti quanto irruenti.
    E li se devi pensare a mettere o non mettere l’articolazione ti potrebbe venire il pensiero che i dilettanti son spesso scoordinati e pericolosi.
    Il Longo e Lucarelli sono dei motivatori in campo e negli spogliatoi e non vorrei perderli per l’anno prossimo.
    Poi se saranno in campo lo vedremo ma ce ne avrei a basta che restassero a “tirare la barca”.

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