I METEORismi di Lorenzo Fava / PELLÈ, A PARMA TUTTO PETTO E NIENTE ARROSTO. DA POCO È ENTRATO NELLA TOP 5 DEI PIÙ PAGATI AL MONDO
(Lorenzo Fava) – La sua notorietà è salita alla ribalta dopo l’ultimo Europeo, disputatosi in Francia e conclusosi, non più tardi di un paio di settimane fa, con la vittoria a sorpresa del Portogallo. Ancora a distanza di giorni, dopo quella infausta semifinale disputata contro la Germania (e persa malauguratamente ai calci di rigore), i tifosi della nazionale italiana si stanno chiedendo come sarebbe andata se Graziano Pellè, numero 9 designato dal c.t. Antonio Conte, non avesse fatto lo sbruffone contro Neuer, mimando il gesto di uno scavetto mal eseguito, e avesse insaccato quel tiro dal dischetto che sarebbe stato praticamente decisivo.
Tuttavia, le ultime recenti prestazioni del poderoso centravanti, nato a San Cesario di Lecce il 15 luglio 1985, all’europeo francese non sono state poi così negative, tutt’altro: Pellè si è distinto anche grazie a due reti, contro Belgio e Spagna, siglate in quattro match giocati (in panchina solo contro l‘Irlanda, nell’ultima ininfluente gara del girone). Tutto questo gli è
valso una grande notorietà internazionale e le frontiere del marcato per lui si sono allargate, finché non è arrivata la proposta irrinunciabile dei cinesi dello Shandong Luneng, che con un ingaggio 38 milioni e “spiccioli” in due anni e mezzo (all’incirca 42 mila al giorno!) lo renderanno il quinto giocatore più pagato al mondo, (dopo Cristiano Ronaldo, Messi, Hulk, Neymar) e al pari di un certo Ibrahimovic.
Strano caso per essere la storia di uno dei personaggi della nostra rubrica – che, per una volta, abbiamo deciso di aprire dal capitolo finale –: l’happy ending solitamente non lo prevediamo. Eppure Graziano Pellè, attaccante della Nazionale azzurra e italiano più pagato nel mondo del calcio, quando ha vestito la maglia del Parma non ha lasciato segni tangibili della sua presenza; anzi, è stato uno dei giocatori meno amati che siano transitati al Tardini negli ultimi tre lustri, come minimo.
Ma riprendiamo l’ordine e il filo del discorso. Leccese di nascita, è con i salentini che esordisce in A nel gennaio 2004, più precisamente in data 11 quando il Bologna si impone al “Via del Mare” per 1-2, sconfiggendo i pugliesi allora allenati da Delio Rossi. Dopo le prime due apparizioni nella massima Serie, Pellè nella stagione 2004/2005 viene mandato, in prestito semestrale (da gennaio a giugno) al Catania, in Serie B, dove inizia a farsi le ossa e a giocare con
maggiore regolarità. Con la maglia degli etnei alla fine le presenze saranno 15. Torna in Salento per provare a ritagliarsi il suo spazio in una squadra reduce da due decimi posti consecutivi in Serie A, ma la stagione 2005/2006 si rivelerà un calvario. I pugliesi infatti retrocederanno amaramente dopo essersi classificati diciottesimi e Pellè, chiuso dai vari Vucinic, Babù, Konan e Cozzolino, dopo pochi spezzoni di gara giocati, decide di tornare in Serie B, dove ad accoglierlo c’è il Crotone: con i pitagorici gioca titolare (saranno 17 le sue presenze) e segna anche i primi gol da professionista (6 le reti), che aiuteranno i rossoblù di mister Gasperini a terminare ad un onorevole nono piazzamento. Ma è l’annata successiva, trascorsa tra le fila del Cesena (sempre in Serie B), a consacrare il nostro come uno dei giovani più promettenti del panorama italiano di cadetteria. Il ventunenne Pellè dà un importante contributo ai romagnoli di Castori al fine di ottenere la salvezza: gioca 38 match e segna 10 reti, sarà la sua miglior stagione italiana di
sempre. Questo biglietto da visita gli vale non soltanto la conferma della convocazione in Under 21 per l’Europeo di categoria del 2007 in Olanda – dove l’unico gol che segnò fu in una serie finale di rigori, proprio in pallonetto, contro il Portogallo, gara che consegnò agli Azzurrini di Casiraghi l’accesso alle Olimpiadi del 2008 – ma anche le lusinghe di mercato di diverse squadre esterne. Alla proposta di 6,5 milioni, pervenuta dagli olandesi dell’Az Alkmaar, il Lecce non può dire di no: e così nel 2007 inizia il percorso da “emigrato” di Pellè. La nuova carriera
dell’attaccante pugliese cambia radicalmente: ben presto, infatti, conquisterà l’Olanda a suon di gol e di titoli. Nel 2008/2009 insieme all’AZ si laurea campione d’Olanda – è il primo giocatore italiano a tagliare questo traguardo – e, pochi mesi più tardi, nell’estate 2009 si aggiudica anche la Supercoppa nazionale, dopo il successo (per 5-1) ai danni dell’Heerenveen. Nella sua prima e lunga parentesi nei Paesi Bassi, durata dal 2007 al 2011, Pellè conseguirà 78 presenze e 14 reti in Eredivisie e i debutti, dapprima, in Coppa UEFA e, poi, in Champions League.
Si arriva così all’estate 2011, quando Pellè, che a causa dei diversi cambi di allenatore è ormai ai margini della squadra di Alkmaar, non riesce a resistere al richiamo della patria. Pietro Leonardi e Tommaso Ghirardi, con grande anticipo, fiutano l’affare e lo mettono a disposizione del mister Colomba per la stagione del Parma 2011/2012, sperando di poter emulare il “caso” Giuseppe Rossi, che da Gabriele Zamagna era stato riportato in Italia, dopo anni vissuti all’estero, nel lontano gennaio 2007 e che si dimostrò uno dei migliori della Serie A.
Colomba dimostra di apprezzare il possente gigante alto 194 centimetri, tant’è che nelle gerarchie del reparto avanzato sembra precedere, per tutto il ritiro estivo, i vari Sansone, Floccari, Palladino, Borini (quest’ultimo ceduto ancor prima di vederlo in campo in gare ufficiali) e, perfino, anche il veterano Crespo. Fin dalle prime esibizioni in Coppa Italia, Colomba lo propone dal primo minuto in coppia con la Formica Atomica Giovinco, che sembra trarre beneficio dalle sponde di
Pellè, il quale però non convince appieno né la stampa né i tifosi ducali. Soprattutto quest’ultimi, dopo un iniziale periodo di ambientamento, iniziano a non sopportare più l’idea di vedere titolare un centravanti che si limiti solo ad alcuni appoggi di petto nei pressi della metà campo. Tant’è che viene spesso schernito per la sua “sola” abilità nello stop di petto, perché di conclusioni a rete e di gol non si vede neanche l’ombra. Almeno fino al 18 dicembre 2011, quando nella gara interna del “Tardini” contro uno spumeggiante Lecce (terminata poi 3-3) segna da subentrato il suo primo e sin qui unico gol in Serie A. Il Lecce, che si è portato avanti di tre gol ad uno, dopo l’iniziale svantaggio del primo tempo, subisce il più classico del gol dell’ex: trovatosi con la porta sguarnita, Pellè, dopo diversi errori grossolani, non può proprio spedir fuori il cioccolatino confezionatogli da capitan Morrone (nel video al minuto 2.47). Potrebbe essere
l’episodio del rilancio e invece, dopo 11 infruttuose gare in crociato, nel mese di gennaio si completa la scambio con la Sampdoria, all’epoca in Serie B, che porta Okaka in crociato e Pellè a fare il tragitto opposto. Il giocatore ex Lecce, Cesena e Az Alkmaar, dopo averla appena assaggiata saluta nuovamente la Serie A per fare rientro in cadetteria, per la quale con i blucerchiati si conferma un giocatore di livello (segnando 4 gol in 12 presenze).
Terminata l’avventura ligure – sancita con la vittoria dei play off e la promozione in Serie A – Graziano Pellè rientra al Parma, che ne detiene la proprietà del cartellino: ma in Emilia il suo tempo è già finito. E così, fuori dal progetto tecnico di Donadoni (che, comunque, gli concede 9 minuti in Juventus-Parma 2-0 del 25 agosto, alla prima della stagione ’12/’13), sul calar dell’estate, decide di far ritorno in quel Paese in cui era riuscito veramente ad esprimersi al meglio:
l’Olanda. Lo accoglie il Feyenoord, come se fosse un vero re. Qui i tifosi lo amano e ben presto diventa il punto di riferimento, oltre che il capitano, del club allora allenato da Ronald Koeman. Nel gennaio 2013 i biancorossi lo riscattano dal Parma per la cifra di 3 milioni di euro, nel frattempo lui fa parlare di sé sul campo, grazie ai tanti gol segnati; al termine della sua prima annata con il club della Mosa, i gol saranno ben 27 in 29 gare di campionato, a cui si aggiungono le due marcature siglate nella 4 gare della
Coppa nazionale, la KNVB beker. Nonostante anche qualche episodio controverso (come quando, in seguito ad un gol subito, nella primavera 2014 Pellè prese a calci una panchina, suscitando non poche reazioni contrarie) e nessun trofeo arrivato, il biennio in biancorosso del nostro si concluderà in grande stile: lascerà l’Eredivisie e il Feyenoord dopo 50 gol in 57 partite di campionato. Il suo ex tecnico al Feyenoord Ronald Koeman se lo porta con sé al Southampton, in Premier League, dove Pellè conferma
quanto di buono fatto vedere nei mesi precedenti: nel «campionato europeo più bello del mondo» il salentino chiuderà la stagione ’14/’15 giocando ben 38 gare e segnando 12 reti; da ricordare, inoltre, l’onorificenza di esser stato eletto “giocatore del mese” nel settembre 2014. Proprio in questo periodo si guadagna l’accesso alla Nazionale maggiore, con cui debutta (con tanto di gol vittoria) nella gara contro Malta, il 13 ottobre 2014. Nella sua seconda e ultima stagione con i Saints Pellè ha giocato 30 match e segnato 11
gol, bottino che gli è comunque bastato per partecipare ad Euro2016. Il resto è storia recente: dall’11 luglio l’ex meteora del Parma è diventato un nuovo giocatore dello Shandong, con cui ha già trovato la via del gol. Eroe sì, ma lontano dalla patria: questa la strana storia di Graziano Pellè, il cui unico gol in Serie A è stato messo a segno con la maglia del Parma, nonostante un’esperienza tutt’altro che memorabile… Lorenzo Fava
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Pellè è scarsissimo, però con l’allenatore giusto può mascherare parte dei suoi limiti.
Netor ke è attaccato alla maglia si si….evviva il Dio denaro
Complimenti professionista etor ke culatello dai làhahahah
Pelle’ a Parma non ha avuto fortuna, i responsabili tecnici del momento non avevano una grande considerazione per lui.
Fosse stato più egoista avrebbe avuto più estimatori. Peccato perché successivamente ha dimostrato di avere le qualità per fare bene ad alto livello. Con lui al centro dell’attacco due anni fa ci si salvava. E se i cinesi lo strapagano, cosa doveva fare ? Rinunciare ad una barca di soldi ?