L’ETICA DEL VERO DERBY. A SUON DI BARZELLETTE, A OLMO, LA SFIDA CANTONI-COLLURA. E MAJO HA REGALATO AL COLLEGA GRANATA MAGNANI LA MAGLIA COL CUGINO TRISTE… (video)
(Luca Savarese) – 1780, il conte di Derby, terra d’Albione, istituisce, presso la sua magione, una gara ippica riservata ai puledri di tre anni. Il riscontro è enorme, nasce, per estensione, il lemma derby. Dall’ ippica viaggia verso altri contesti, meno elitari, più popolari ed entra nel panem et circenses. Il calcio lo fa suo nella metà del 1900 quando due anime dello stesso campanile vanno l’una contro l’altra armate. Al di là delle armi, purtroppo negli ultimi anni cartina di tornasole di vari derby calcistici nel mondo, il derby, nella sua essenza, è sfottò sanguigno, bauscia e casciavit, i ricconi nerazzurri e la prole operaia rossonera, se le dicono e se le cantano
a Milano. Armate, ieri sera di squisita ironia, sono state Parma e Reggiana. Un Parma-Reggiana di barzellette, mica alla Sai l’ultima, ma sul terreno di gioco e di facezie dello spazio commedie della Festa del Grano in programma dal 4 al 24 agosto ad Olmo di Gattatico e giunto, quest’anno, alla sua 33^ edizione. I giocatori? Il comico crociato Gianpaolo Cantoni ed il cabarettista reggiano Willer Collura, proseguendo e rimpolpando la rivalità storica, hanno deliziato e si sono divertiti non a suon di azioni, ma a ritmo di freddure, una dietro l’altra, una dopo l’altra, in un vortice di risate crociate e granate. Nel medioevo prima che il derby fosse, Dante si divertiva con il suo amico e cugino della moglie, Forese Donati (fratello di Piccarda e Corso, futuro capo dei neri, opposti ai bianchi) a colpi di tre sonetti scherzosi. Era un vero e proprio confronto comico ed appassionato, tanto da chiamarsi tenzone. Olmo è stato teatro di un derby sui generis, che negli anni, non si era mai visto né al Mirabello, né al Tardini e né tanto meno al Mapei Stadium-Città del Tricolore. Sembrava che il fiume Enza, che separa le vite e le storie delle due città, ridesse anche lui, per una volta dimenticandosi delle divergenze e, gustandosi queste scoppiettanti sfide ridanciane. Ridi che ti passa, dicevano gli antichi sulle ali di Plauto e delle sue esilaranti commedie; ridendo passa tutta quella follia e fobia da derby, quella paura che in fondo possa succede qualcosa di brutto, dei risvolti cattivi e violenti. Parma e Reggio, spesso ce ne dimentichiamo, sono due casati nobili ed educati, ben più di altri campanili i cui battacchi, spesso, non suonano ma stridono. Ma mica è finita con le barzellette la guascona faida. Anche la comunicazione non ha voluto essere da
meno. Dulcis in fundo ecco Sandro Squeri, amministratore delegato Parma partecipazioni calcistiche, che dice “Il derby deve diventare la festa dei tifosi e delle famiglie, luogo di un sano sfottò”. In fondo, soci della propria squadra di calcio, senza il sorriso sulle labbra, non si può essere e nemmeno donare un centesimo se non si è in pace con i propri “nemici”. Ecco dunque il nostro Gabriele Majo, “Speriamo che lo stesso clima gioviale e goliardico di questa sera possa poi viversi sul campo nei due derby che abbiamo così tanto atteso”. Del resto, Gabriele quando ci furono i terremoti che colpirono l’Emilia, aveva proposto la riedizione del derby, in salsa amichevole, per raccogliere fondi e per non
andare a fondo col pessimismo. Interessante, anche l’invito del responsabile della comunicazione reggiana Wainer Magnani, a “Godersi lo spettacolo”, anche se alla fine del suo discorso, inizia a piovere… Poi, come ogni derby che si rispetti, ecco il colpo ad effetto, il tiro sotto l’incrocio al novantesimo. La maglietta granata con al centro il famigerato cubo triste (simbolo nell’immaginario parmigiano delle teste quadre) che, Majo, tira fuori
dai calzoncini (alla Baraye…), come un coniglio dal cilindro e regala al corrispettivo reggiano, “Quando giochiamo te la ridarò io”, insacca e commenta Magnani. Chissà se mentre istituiva quella fortunata gara ippica, il conte di Derby, Edward Stanley, avrebbe pensato che un giorno, anzi una serata di metà agosto, potesse trasformarsi, dopo tante deformazioni e fanatismi (vedi le curve ripetutamente chiuse negli ultimi Lazio-Roma), in un rilassante e divertente partita cabarettistica tutta parmense-reggiana. Altro che violenza, una vis comica che riconcilia col calcio, con la vita, con la sana ed originaria logica del derby. Luca Savarese
1^ PARTE
2^ PARTE (CON LA CONSEGNA DELLA MAGLIA “CUGINO” DA PARTE DI GABRIELE MAJO ALL’OMOLOGO “REGGIANO” WAINER MAGNANI)
3^ PARTE
L’orario delle prime 3 di campionato non lascia presagire nulla di buono per il proseguio. Temo che riuscirò a vedere poco il Parma.
Caro Luca, più che LEGA PRO mi sembra LEGA CONTRO … ogni buon senso per il confort degli affezionalti spettatori (disincentivati in ogni modo da orari demenziali)!