CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / YOUTH, LA GIOVINEZZA CHE RIMANE: RIFLESSIONI DOPO LA VITTORIA DEI GIOVANISSIMI 2003 NEL TORNEO INTERNAZIONALE DI GALLIPOLI
(Gianni Barone) – Se ci si mette molto tempo per diventare giovani, e se la giovinezza sarebbe il periodo più bello della vita solo se arrivasse un po’ più tardi, di sicuro chiunque continua ad imparare resterà giovane; così per costruire un settore giovanile, partendo da zero o quasi occorre tempo pazienza e anche un po’ di fortuna, oltre all’intuito e alla pazienza. Il caso della vittoria della squadra giovanissimi 2003 del PARMA nel torneo internazionale di Gallipoli, oltre a ricordare le tappe della ricostruzione del vivaio (una
volta si chiamavano così) ci porta a riflettere sui criteri di selezione, e valorizzazione necessari per allestire un progetto giovani dopo un fallimento. Le tappe le ricordano tutti, il vecchio Parma fallisce, nasce una nuova Società che riparte dalla serie D, gran lavoro per allestire la squadra, corsa contro il tempo per l’affiliazione, partenza con nuovi soci, nuovi giocatori, nuove speranze, nuove prospettive. Si, d’accordo: ma i giovani? Qualcuno si chiede che fine faranno, ma non si fa in tempo a finire di porsi la domanda, che sono quasi tutti spariti. Se li è
portati via il vento, con tanto di nome e cognome, verso nuovi lidi, nuove squadre pronte ad accoglierli a braccia aperte. Ma da quel momento inizia la ripartenza, tanto per usare un termine tanto caro agli esteti del calcio, affidandosi, ovviamente, a chi è rimasto, cioè i più piccoli quelli che, non essendo ancora maturi, risultano poco ambiti. Questi stessi sopravvissuti sono arrivati, in treno, festanti da Gallipoli, dopo aver vinto un torneo, che qualcuno potrebbe anche snobbare, ma che assume un significato simbolico importantissimo per chi ha creduto e continua a credere nella rinascita del Settore
Giovanile del Parma. Nel torneo i giovani allenati da MANARIN (altro sopravvissuto) hanno eliminato Tottenham, Bari, Empoli e battuto in finale l’Atalanta, notoriamente società che, negli anni, ha sempre lavorato benissimo coi giovani. Ma non è nostra intenzione celebrare e basta: sarebbe interessante, infatti, capire se questo segnale può indurre all’ottimismo o sia solo un episodio sporadico
da segnalare? Con questo interrogativo proseguo nel discorso della valorizzazione dei giovani di cui sopra. Innanzitutto nei giovani, come già espresso in altri momenti, bisognerebbe crederci non solo a parole, poi occorrerebbe lavorarci con sistema e con metodo partendo dalla ricerca da affidare a persone dotate di intuito, buon senso, esperienza e non solo da chi (ciocolatè) è ingaggiato perché è amico dell’amico
o fa parte dell’ambiente. La ricerca va fatta anche partendo dagli osservatori, perché è fondamentale che un osservatore riesca ad individuare dalla confusione (nel senso buono del termine), tipica di una partita di settore giovanile, il giocatore di prospettiva, non parliamo di talento per carità, attraverso una serie di analisi, partendo sempre dai tempi di gioco, da scoprire anche nel giovane.
Premesso che il tempo nel gioco lo dà la palla con tutti i suoi spostamenti, e il giocatore giovane, spostandosi in armonia con sé stesso e con i compagni, deve saper scegliere quando dribblare, quando passare, quando tirare per non farsi rimpallare, quando ritardare l’intervento, quando andare allo stacco, quando occupare gli spazi e quando attaccarli (Sandreani). Tutte queste cose, oltre alle qualità tecniche (che poi possono essere migliorate) e alle caratteristiche fisico atletiche (che sono incrementabili con l’allenamento e la preparazione
fisica) un bravo osservatore le deve sapere intuire presto. Osservare e non semplicemente guardare le partite. Poi il resto, in termini di personalità, temperamento e concentrazione, lo si può valutare con calma. Questo per quando riguarda la ricerca che il Parma sembra voler privilegiare, visti anche gli ottimi risultati in campionato, delle sue squadre giovanissimi e esordienti, quelle che hanno resistito e hanno risentito meno dell’esodo post fallimento.
Poi arriva il discorso della valorizzazione per non perdere giocatori che sono stati scovati, ma che esplodono altrove vedi Defrel e LAPADULA, transitati nelle giovanili del PARMA e affermatisi in altre squadre. Ed infine il discorso legato a giocatori, che se non ci fossero stati fallimenti o retrocessioni traumatiche non avrebbero certo trovato spazio vedi DESSENA, ora mediano goleador, o MARCHISIO, che se la Juve non fosse retrocessa in B, oggi sarebbe un perfetto sconosciuto nel grande calcio. Quindi ben vengano queste situazioni quando,
però, esistono dirigenti e persone capaci di capitalizzarle e ribaltarle in eventi positivi e progetti vincenti. La giovinezza che resiste alle tentazioni, e rimane per costruire qualcosa di importante. E’ quello che si augurano un po’ tutti, perché oltre alla vittoria nel torneo per i 2003 vi sono anche le prestazioni degli UNDER 15 di Bucchioni, terzi in campionato, e dei giovanissimi 2004 di Donati secondi in classifica dietro il Bologna, oltre agli stessi 2003 capaci, nel torneo regionale giovanissimi professionisti, di essere in testa a pari con la Reggiana e davanti a formazioni tipo Sassuolo, Cesena, Bologna, Spal, Modena e Carpi. Non c’è che dire avanti cosi e per dirla alla Kafka, “La giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza”, del gioco, vorrebbero aggiungere molti, visto da altre parti latita. Gianni Barone
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Fra un 2 anni circa i più bravi del 2003 potrebbero già essere lanciati in prima squadra. Fate conto che nel Fulham gioca un classe 2000.