IN MORTE DI STEFANO FARINA, L’ARBITRO CUI DINO BAGGIO MIMO’ IL GESTO DEI SOLDI
(Luca Savarese) – Così Stefano Farina, ex giacchetta nera, continuerà a fischiare nei cieli, laddove non ci sono i rigori né fuorigioco. L’arbitro genovese, della sezione di Novi Ligure, si è infatti spento ieri all’età di 54 anni, a Genova. Era malato da qualche tempo. Lascia la moglie, un figlio ed un mix di ricordi e discrezione. Come il primo fischietto in A: 22 gennaio 1995, Foggia-Reggiana. Tantissimi, furono negli anni a venire, 236 in A e 117 in B. Internazionale dal 2001. Giudice di gara autoritario, ma mai protagonista, distaccato ed amico della realtà del campo piuttosto che di inutili solipsismi televisivi. Due flash in salsa crociata, la finale di Supercoppa italiana di Tripoli nel 2002, che andò alla Juve e due anni prima, Parma-Juve di campionato. Forse il Parma-Juve più al cardiopalma della storia. I decibel emozionali durante quell’agone salirono, all’impazzata. 9 gennaio 2000, si gioca per la prima volta in Italia e solo al Tardini, alle 13. Orario, occasionale, che costituiva una sorta di lunch match ante litteram. Espulsione di Torrisi per fallo su Inzaghi, Rigore, Del Piero batte Buffon. Minuto 69, bianconeri in vantaggio. La pazza remuntada del Parma, iniziò lì. In dieci tutti verso un pareggio impossibile, ma proprio per questo, carico di stimoli; che aumentarono al minuto 77, quando Dino Baggio, per un fallo veniale su Zambrotta, venne espulso da Farina.
Dinone non mandò giù quel rosso e via un mimò veloce, appena un cenno ma eloquente più di mille parole, le dita della mano sinistra si mossero e nello stesso istante anche quelle della destra: l’allusione ai soldi, era chiara. E la gestualità di Dino, seguita da uno sputo, precedette di molti anni le manette di Mourinho ed il violino di Rudi Garcia. Dino, nostro fresco ospite su queste colonne mercoledì scorso dove abbiamo ricordato con lui i primi diciotto anni della Coppa Uefa 1999, nel 2013 chiamato in causa dalla Gazzetta di Parma su quell’episodio, poi riportato dal sito Goal.com, non ebbe dubbi: “ Quella volta l’arbitraggio fu totalmente a senso unico. Fui espulso per un semplice intervento di gioco su Zambrotta. Quando mi vidi estrarre il cartellino rosso feci il gesto del denaro e sputai anche per terra. Non sono affatto pentito, lo rifarei, sono convinto di essere stato un precursore rispetto a Calciopoli. Sei anni dopo i fatti mi hanno dato ragione“.
Dino Baggio poi proseguì: “Dopo quel gesto non fui più convocato in Nazionale, ci fu ostracismo nei miei confronti. Avrei dovuto partecipare all’Europeo del 2000, credo fu anche una decisione del presidente federale Nizzola. Zoff stravedeva per me, poi lo ritrovai alla Lazio”. Dino non ce l’aveva affatto con Farina, avrebbe potuto trovarsi di fronte Cesari, Pairetto, Rodomonti o altri, ma quello che voleva trasmettere il forte e fiero centrocampista veneto, non era all’indirizzo di un arbitro in particolare ma al sistema in generale. Quel gesto, come il dialogo con l’arbitro lungo molti minuti del capitano dell’Uruguay Obdulio Varela al mondiale del 1950 che destabilizzò il Brasile padrone di casa e già in vantaggio, mettendo di fatto le energie positive nei binari uruguagi, diede il là agli ultimi assalti, a testa bassa, del Parma, che trovò il pareggio grazie al gol definitivo di Crespo al minuto 91 che trasformò in un ebbro Dioniso il telecronista Carlo Chiesa. Parma stoico, che trovò la forza di non perdere, in 9, contro una la Juve di Zidane, Del Piero, Inzaghi, che forse anche per quei due punti lasciati a Parma, perse poi lo scudetto per mano della Lazio. Parma, oggi contro il Piacenza, ti sia compagna quella gara. Caro signor Farina, adesso senza orologio ne cartellini rivedrai tutte le tue corse, i tuoi gialli, i tuoi rossi. E senza più giacchette né verbali, magari ci riderai su. Luca Savarese
Prima di Parma-Piacenza, questa sera allo Stadio Tardini come su tutti i campi in cui si giocherà, sarà osservato un minuto di silenzio in memoria di Stefano Farina
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Se qualcuno si vuole rivedere per intero quella partita
https://www.youtube.com/watch?v=cv99UELc-_w
Purtroppo mancano proprio gli ultimi minuti, da notare come correvano a fine partita, in 9 pressavano e facevano continui scatti, mentre stasera al terzo minuto vedremo Di Cesare passarla a Scozzarella che svogliato alza la testa a la da lateralmente a Scaglia che si ferma, si guarda intorno e la da indietro a Di Cesare che immobile la da a Iacoponi che da fermo la rende chi gliel’ha data.
Bel paragone……
Abbiamo in squadra dei pseudo calciatori da oratorio,
tranne un paio.
E’ come paragonare la Bellucci alla Mazzamauro.
Nètra roba.
Intendevo solo la corsa ovviamente…. Di quella se ne vede di più anche alla UISP senza preparatori atletici e con un allenamento alla settimana.
Mi dispiace. Condoglianze alla famiglia.