CARMINA PARMA, di Luca Savarese / AL PORTA ELISA SPUNTA UN’EDERA INATTESA. A FIRENZE, NELLE FINAL FOUR, CI SARA’ ANCHE IL RUGGITO DEL PARMA
(Luca Savarese, video dal canale ufficiale You Tube del Parma Calcio 1913) – Porta Elisa è una delle porte di Lucca che guarda verso Est, prende il nome da Elisa Baciocchi Bonaparte, granduchessa di Toscana, tra fine settecento ed inizio ottocento. Porta Elisa è anche, da ieri sera, la porta che conduce il Parma in Semifinale. Da Lucca a Firenze, continua il Tour della Toscana, fanno i biglietti Yves Baraye e Simone Edera. Se è una dolce abitudine la segnatura del senegalese, arriva come piacevole sorpresa il sinistro del ragazzo nato il 9 gennaio del 1997 a Torino.
Lo aveva scagliato anche nel finale dell’ottavo di andata al Garilli, sul finale di gara, là il piacentino Miori riuscì a mandarlo in angolo, non fu gol, ma il presagio restò, benefico, nell’aria. Simone, glielo, si legge in faccia: reca in sé un mix energico, qualche segno di sana sfrontatezza e i lineamenti di una voglia di spaccare il mondo, il suo e quello delle gerarchie d’attacco in casa Parma. Ogni minuto che D’Aversa gli concede sa che deve essere come quei talentuosi writers che colorano i muri di città: lasciare il segno e in pochissimo tempo. L’autografo che ha griffato al Porta Elisa, sotto la Ovest, cuore pulsante del tifo locale, è di quelli che il segno lo lasciano, eccome: murales e firma, nello stesso tempo, dentro ad un solo sinistro, il suo. Lì dentro, ha trasportato i tifosi Crociati. Ha tutto: cattiveria, eleganza,
potenza e precisione quel tiro mancino. Cifra tecnica notevole, per l’acuto che può valere la stagione. Quando entra, al posto di Lucarelli al minuto 46, metà dell’attacco crociato sembra un covo segreto di sinistra: sinistri al bacio, di Edera e Calaiò. Il primo ad imparare i trucchi del mestiere dal secondo, questi, ad accendere il campioncino, che non solo fa il sarto ma porta l’abito direttamente a casa della vittoria, uno squillo mancino di clacson e via quasi a dire, “scendi che stasera ho qualcosa da regalarti”.
Bastava il pareggio, il Parma ha vinto. La serata, col volume a palla del ventenne torinese, mica è finita, c’è anche un’altra fucilata col mancino, convergendo da destra, alla Robben. Presagi, gol, firme e numeri, tra brividi ed applausi. Il Parma ha in rosa un potenziale crack, ha il numero 36 ed i capelli castani rasati, si chiama Simone Edera. All’inizio dell’anno giocava a Venezia ma poi nel mercato invernale è arrivato, in quella abbondante strenna natalizia post datata di Faggiano & C. . Nel sinistro, che di fatto spegne le speranze di una battagliera Lucchese, ci sono infiniti sinistri crociati, c’è un frame del
mancino definitivo di Valdanito alla Juve nel 2000, c’è un lembo delle giocate, di Pepito Rossi, esattamente dieci anni fa, nel 2007, c’è la freddezza di un piede caldo, pronto ad esplodere. Così il Parma a Lucca trova la sua, pardon il suo, Edera, che si arrampica sui minuti che gli concede il mister e fa nascere il fiore delle semifinali. A proposito di fiore, il ragazzo va coltivato e coccolato, nessuna fretta e nessuna ansia di essere subito, per forza, qualcuno. Il suo sinistro fa viaggiare le menti mendicanti di emozioni tanto care ad Eduardo Galeano, ma andiamoci piano. Intanto lui, forte, ha spinto la Lucchese giù dalla torre dei quarti.
Dopo il suo gol, le logiche dei ragazzi di Lopez sono saltate e la squadra fiera e grintosa che si era sin li apprezzata nel doppio confronto, è diventata una accozzaglia di nervi tesi e scenette, frutto della frustrazione. Edera ha piantato la certezza del Parma ed avvelenato le mire lucchesi. La pantera, dopo aver vissuto sulle spalle di un ispiratissimo D’Auria, ha vissuto la fase finale dell’agone in avaria. Vedeva che quello che tentava di creare era smorzato, sul nascere. Il Parma spaccone dell’ultimo periodo di campionato fino al derby con la Reggiana, avrebbe avuto delle serie difficoltà a sbarazzarsi di un avversario così tignoso.
Il Parma formato umiltà (se c’è qualcosa che c’insegna la finale di Champions tra Juve e Real è che è indispensabile nel calcio di oggi prima, durante e dopo le gare più decisive, fare un salto nella cantina dell’umiltà, visitata dagli spagnoli, trovata chiusa dai bianconeri) di questi nuovi giorni ha rispettato la Lucchese, l’ ha fatta sfogare un po’, ma poi dentro la vita nuda e cruda del campo, mica sul nulla, posticcio, dei pronostici sulla carta, l’ha matata. Bravo D’Aversa ad agire anche in questo aspetto, facendo leva sull’approccio mentale. Diceva Proust che il vero viaggio di scoperta non consiste nello scoprire nuovi luoghi ma nell’avere occhi nuovi. Questo Parma sembra avere occhi nuovi, match ball dopo match ball. E intelligente il mister anche nella gestione delle forze e delle energie.
Scozzarella-Corapi? Nessun duro aut aut ma un sereno et et. E i due, tra loro, mica si scannano, ma nell’economia di un grande progetto, si mettono a disposizione. Si, il Parma sembra un romanzo che via via, mentre lo si stila, l’autore-allenatore D’Aversa toglie le parti e i fronzoli più nocivi all’opera, asciuga e distilla. Le pagine, poi, vengono fuori quasi da sole. Il prossimo capitolo darà un peso essenziale al sugo di tutta la storia. A Firenze, dove già qualcuno andò a sciacquare i panni in Arno… Luca Savarese, video dal canale ufficiale You Tube del Parma Calcio 1913
Edera è stata una bella sorpresa a partire dai 10 minuti fatti a Piacenza…ottimi spunti quando parte palla al piede..fatico a capire come mai in certe partite non ha visto il campo…
Quelli che sanno aspettare sapientemente il proprio turno, poi si rivelano essere i migliori perché hanno tanta voglia di dimostrare il loro valore. Edera è uno di questi.
Edera è quello che PM7 pistapocì non è. Cioè quanto meno concreto. Tra Pistapocì ed Edera prendo su Edera 50 volte.
Edera che si arrampica sui minuti! Bravo Luca Savarese!
WE ARE PARMA!
Bel artículo Luca Savarese. Complimenti. ..
Parma adesso é cosí. ..
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Forza Parma