IN MORTE DI ALDO BISCARDI, DIVENTATO PERSONAGGIO COL “PROCESSO DEL LUNEDI'”

Luca Savarese(Luca Savarese) – Quasi non sembra vero che si sia spento, chi era riuscito a tenere accesi gli italiani negli anni e per moltissimi lunedì sera, incollati al “suo” Processo. Sembra una di quelle bombe che lanciava il fedelissimo Maurizio Mosca. Purtroppo però è vero. L’avventura umana di Aldo è finita. Era iniziata il 26 novembre 1930 a Larino, provincia di Campobasso. Il ragazzo fa sul serio, una laurea in giurisprudenza alla Federico II di Napoli con professore Giovanni Leone, non proprio uno qualsiasi. Ecco la cifra tecnica di Aldo, non ha mai voluto essere né si è mai accontentato di essere uno qualsiasi, eccentrico per vocazione, accentratore per professione. Il suo buongiorno si vede dal Mattino di Napoli dove entra in qualità di collaboratore nel 1952, passa poi al romano Paese Sera dove succede ad Antonio Ghirelli da inviato per lo sport, in aldo biscardi gabriele majoparticolare il calcio, che segue in lungo ed in largo, cominciando dal mondiale svedese del 1958. Scrive, nel 1973 un manuale di giornalismo sportivo “Da Bruno Roghi a Gianni Brera, Storia del giornalismo sportivo”, per le edizioni Guaraldi, premio Bancarella e per tre anni testo della Scuola di Giornalismo dell’Università di Urbino. Entra in Rai nel 1979. L’anno dopo, 1980, Enrico Ameri fonda per la neonata Rai3 il Processo del Lunedì, dove in cabina di regina, si nota per la prima volta il busto di un signore rosso di capelli, il cui volto, di li a poco, diventerà nazional popolare, è Aldo Biscardi. Ameri resta per due stagioni al timone della trasmissione prima biscardi moscadi lasciar spazio, per un solo anno a Marino Bartoletti. E poi? Ecco lui, Aldo, che rilacia l’idea ad Ameri e ne cambia, nel frattempo approdato su Tele+, nel 1994, addirittura il nome, facendolo diventare roba sua, tutta sua. Il processo di Biscardi. Il dado è tratto, gli ascoltatori trattati, sempre, con somma premura. Si costruisce un calderone bollente i cui mestoli scelti certo sono i vari istrioni, Luciano Moggi, l’avvocato Taormina, Tiziano Crudeli, Italo Cucci, Vincenzo Carchidi, Gino Bacci, lo stesso Mosca, Franco Melli, l’arbitro Menicucci e compagnia cantante che via via gli danno una mano, ma sulla tolda della nave c’è lui, a dirigere il traffico, da provetto vigile, del suo torpedone urlante. Istituisce il biscardese, uno slang che fa un baffo all’Esperanto e strizza l’occhio agli strafalcioni. Passano le edizioni, cambiano i canali che ne ospitano il format, piovono critiche, arrivano applausi ma lui è lì, fiero e barricadiero. Fino al 2016 in onda, l’ultima occasione, su Nuvolari. Mica una sola volta, nemmeno un bis, ma semplicemente Biscardi. Punto, anzi puntatoni come quelle, che con la sua carovana urlante, confezionava. Si è battuto per la necessità della moviola in campo. Dal cielo potrà gustarsi le evoluzioni della Var. Sperando, che però da lassù, nessuno si accavalli più nel parlare. Ti sia lieve la terra, Aldo. E Mosca, suo fedele amico anche fuori dalla scena mediatica, nell’accoglierlo, siamo certi, abbandonerà, per un attimo, il pendolino. Luca Savarese

Nella foto: Aldo Biscardi con Gabriele Majo

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3 pensieri riguardo “IN MORTE DI ALDO BISCARDI, DIVENTATO PERSONAGGIO COL “PROCESSO DEL LUNEDI'”

  • 8 Ottobre 2017 in 17:02
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    Dispiace sia morto….ma non lo l ho mai sopportato questo qui! In ogni caso, condoglianze ai famigliari!

  • 8 Ottobre 2017 in 17:14
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    “Vai con lo sgub!”.

    Ciao Aldo!

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