CARMINA PARMA, di Luca Savarese / PER FORTUNA C’E’ L’ARCIERE…
(Luca Savarese) – Per fortuna che c’è Pic, tintinnava un famoso spot degli anni 90. Un bambino doveva fare una puntura, ma risultava indolore grazie alla medicazione che non faceva male. Per fortuna che c’è l’Arciere proclama l’anticipo della ventisettesima giornata di B, al Tardini, tra il Parma ed il Venezia. Una siringa ossigenante per i Crociati e dolorosa per i lagunari, che rimette nel sangue parmense il siero del pareggio. Entrato da un paio di minuti fredda Audero, che fino a lì aveva preso tutte le conclusioni arrivate dalle sue parti. Ecco la panacea dell’Arciere: sapere essere letale per gli altri e vitale per i destini Crociati. I veri campioni si vedono nel momento del bisogno, quando tutto gira storto loro sono i primi che con olio di gomito, vanno davanti alla frana e provano a fermarla. La faccia e gli attrezzi, ce li mettono loro. Si, il Pic del Parma si chiama Emanuele Calaiò, uno che non è partito nel mercato di gennaio, uno che ha il 9 sulle spalle e sa come portarlo, uno che spesso quando nessuno trova la chiave giusta lui non cambia la serratura, ma sfonda la porta. Quando si presenta sul dischetto, dopo che una serpentina del piccolo Scozzarella, improvvisamente simile
ad un gigante, aveva reso piccolo Andelkovic, al solito un lungagnone sempre sul pezzo, costringendolo alla trattenuta in area, guarda la palla, guarda Audero e sente il pubblico. Capisce che quella palla è una puntura da eseguire delicatamente ed allora via a premere il suo ago dolce, alias il sinistro, ed a bucare il talentuoso Audero. “In questo momento, è importante stare compatti”, dice madido di sudore e bagnato dalla pioggia, nel pieno di un nunc dimittis in piena regola, ai microfoni di Vanessa Leonardi di Sky. “Dopo Venezia all’andata ci fu una rinascita”, auspica poi il delantero palermitano. Parole da leader chiosa Maurizio Compagnoni in telecronaca. Già, i leader. Emanuele è uno di questi. Se io fossi il Mister lo farei giocare sempre, a priori, anche avesse 40 di febbre e fosse senza una gamba. Ma sono solo un semplice scribacchino, non faccio la formazione, ma contribuisco all’informazione. Da un numero 9 del presente ad un 9 del recente passato, Inzaghi,
che al Tardini ha sofferto più di tutti, come ingabbiato in tribuna, per via di una squalifica arrivata sabato scorso al Penzo dopo un diverbio col pubblico, lui uomo di campo nato. Lo scorso anno riuscì, a settembre, nell’impresa di battere il Parma. Da lì nacque il suo Venezia, capace di andare a vincere la Lega Pro come primo. Da lì anche il campionato del Parma prese poi un’altra forma, che portò a lottare con il cambio tecnico tra Apolloni e D’Aversa, per andare in B dalla porta di servizio dei Play Off. Se c’è una partita che Pippo avrebbe voluto giocare più di altre, è proprio questa contro il Parma, a Parma, poco lontana anche dalla sua San Nicolò. Invece nisba. In panca il vice e fido Maurizio, detto Icio, D’Angelo, ex difensore centrale del Chievo dei miracoli di Gigi Del Neri, guida però bene una squadra che certo sotto i dettami di Super Pippo dà l’impressione di saper sempre cosa fare, con tre punti chiave: Domizzi dietro, a rintuzzare, vecchia ma ruspante clava, Stulac in mezzo in quello che una volta si chiamava il suggeritore e davanti il duo Geijo-Litteri a creare peso. Anche se il tandem rimane, in questa giornata, piuttosto spaesato. La gara è piuttosto soporifera e i falli la fanno largamente da padrone rispetto ai sussulti. Nel primo tempo il Parma ne vive uno, quando Gagliolo, con un bolide, coglie l’incrocio dei pali. Firenze per Falzerano è la mossa dello scacchista Inzaghi. Infatti l’ex avanti della Pro Vercelli, ci mette solo 22 minuti per trovare, complice anche un infausto assist di capitan Lucarelli, il gol di sinistro che batte Frattali. Anche D’Aversa mostra di saper muovere le pedine e la sfida a scacchi con Pippo in tribuna che aziona il D’Angelo pensiero in panchina, prosegue, intensissima. Fuori Ceravolo, dentro Calaiò. Al quale basta ancora meno del tempo impiegato da Firenze, per metterla dentro. Non si sa se il Parma sia guarito, una cosa è certa: un dottore con la maglia numero 9 nel secondo tempo di sinistro, nell’astanteria degli 11 metri, ha trovato la ricetta, il gol. Per fortuna che c’è Pic. No, per fortuna che c’è l’Arciere… Luca Savarese
Abbiamo ottenuto un pari su rigore contro una squadra più debole di noi. Guariti è una parola grossa.
L’AGONIA CONTINUA………………
Sono passati tanti anni dai trionfi in Italia e all’estero, ma nessuno ha dimenticato.
Anni di trionfi, poi lo sfregio profondo dell’intera storia del Parma Calcio: il fallimento.
Poi un lungo viaggio verso le serie minori del calcio italiano dove c’erano gli “scarpados” cioè, prendi la gamba o il pallone.
Prima di quei giorni si diceva: ma come, il Parma snob, che guardava tutti dall’alto al basso , che metteva sotto i grandi squadroni, andare a giocare in campetti da oratorio? Con dei dilettanti? Si andava in trasferta in cittadine di quarto livello a livello di pallone, ma il tifo c’era sempre e seguitissimo e soprattutto sanguigno, come hai tempi della Parmense di Rubagotti, grande centravanti tutto mancino che dava del tu alla palla e infilava gol come infilare perle in una collana.
Ricordo 3 gol e diverse traverse in una partita a S.Secondo, in serie D.
E in ogni trasferta un pezzo di Parma usciva dall’anonimato..
Già bei tempi quelli, passione sfrenata, voglia di calcio vero, giocatori che uscivano stremati dal campo ma felici, una vera famiglia, GRANDI UOMINI MA ANCHE GRANDI DIRIGENTI, uno su tutti: CERESINI.
Questa è una storia di angoli e di spigoli,
Grandi tempi che furono, ma che non si possono cancellare, tifosi in italia, e all’estero, Parma citato e celebrato dai mass-media più prestigiosi del mondo,
Ma ora che abbiamo nelle mani e nei nosti occhi?
Cosa rimane di questo grande passato?
Pensate veramente tutti, che il Parma sia guarito con uno striminzito pareggio su rigore negli ultimi minuti?
Aiuto se pensiamo questo siamo tutti dei pazzi.
Confesso di essere masochista perchè ho gioito al vantaggio del Venezia, c’era nell’aria un piazzapulita generale, e invece…… l’agonia si prolunga. Ma basta aspettare qualche giorno, perchè si va a Salerno…..
E allora finalmente uscire dall’incubo, è una necessità un dovere, un incubo voluto da una società derisa da tutta l’Italia, dirigenti che non sanno prendere una decisione che una, che non vedono o non vogliono vedere, lo scempio di far giocare ancora Lucarelli per esempio, o mettere un campo un giocatore già con la testa in Cina, ecco se si vuole far rivivere lustri che furono, occorre subito un repulisti doloroso ma vincente.
SEMBRA PROPRIO UN PURGATORIO QUESTA STORIA, ANZI UN INFERNO, e forse lo è.
Trovo questo commento senza senso, non capisco la metafora col Parma che ha fatto la serie D. Oggi siamo un altro Parma i non credo che nessuno ci derida, anche perché se il Venezia e’ super contento di avere 40 punti in classifica, e noi siamo solo a -2 allora forse bisognerebbe pensare più con la testa e meno con la pancia… delle squadre neo promosse nessuna e in lotta per salire direttamente….. la società ha sempre detto che l’obbiettivo siano i play off e ad oggi e’ la realtà… forse dovremmo capire che siamo il Parma, me rimaniamo una squadra come le altre senza nessun favoritismo….. animo e FORZA PARMA!!!
no no siamo proprio gli zimbelli etor che derisione ,magara
Totalmente d’accordo con Giorgio Massari
veramente patetico il palermitano ,ormai ache gli arbitri lo compatiscono
Risultati favorevoli a noi oggi, i play out sono ancora a 10 punti