CATTIVO CITTADINO, di Gianni Barone / ANCHE GLI STORICI NUMERI DIFFUSI DALLA SOCIETA’ CERTIFICANO L’ITALIANITA’ DEL PARMA
(Gianni Barone) – A campionato fermo, con il calcio mercato che comincia a scaldare i motori in attesa di mettere in moto la fiera delle vanità e dei sogni che tutti attendono, ecco che i numeri della prima parte del torneo vengono analizzati, commentati, un po’ da tutti. Ricordo che una volta le statistiche erano poco seguite: io nel mio piccolo, quando iniziavo radiofonicamente la mia avventura di cronista, cercavo timidamente di proporle, con scarso seguito e scarsi consensi. Ora invece con i tanti mezzi informatici a disposizione è tutto un proliferare di dati, numeri, statistiche che, appunto, possono anche essere considerate, anche se il più delle volte finiscono per essere dimenticate in fretta perché non forniscono spunti o idee di discussione interessanti. A noi che stiamo conducendo una campagna un po’ impopolare (anche se si sta via via popolarizzando, grazie ai risultati dell’Ital-Parma Daversiano) sul calcio nostrano, quello italiano, che trae spunto dalla tradizione; a noi che sosteniamo che il catenaccio non è poi brutto e scandaloso, come tutti vorrebbero farci
credere, anzi, direi persino bello, di più bellissimo, e spettacolare; a noi salviniani del calcio, i numeri potrebbero anche venire in soccorso e salvarci dalle accuse di chi non crede, non ci crede o non ci vorrebbe credere. Un dato, direbbe il già citato vicepremier: 23 gol subiti dal PARMA, nel girone d’andata, sono – come rimarcato dallo stesso sito ufficiale del club – un record, per la squadra crociata, dalla stagione 2004/2005, da quando, cioè, il campionato è a 20 squadre: nelle ultime 11 edizioni la squadra della nostra città aveva fatto la stessa cosa solo una volta nel 2010/2011. Questo cosa vuol dire che il gioco bellissimo di D’AVERSA, da molti definito in modo diverso, paga, eccome in termini pratici, in termini di classifica e restituisce un’immagine positiva
del lavoro svolto, grazie a quel tipo di gioco, che noi approviamo, e che invece fa storcere il naso a molti perché legato ad un modo sparagnino d’intendere il calcio che molti non vorrebbero farsi piacere. Ma noi lo abbiamo ripetuto a dismisura: quando una squadra riesce a mettere in campo una tattica difensiva efficace, ecco che tutte le etichette negative, vanno a farsi friggere e rimane intatta l’idea che un calcio semplice, verticale, anche un po’ catenacciaro, praticato bene, possa essere utile alla causa di qualsiasi squadra non necessariamente in lotta per la salvezza. Questo tipo di calcio bellissimo, lo ribadiamo, piace a Capello, Lippi, Allegri, Conte, Mourinho, allenatori vincenti, abili gestori del gruppo, non scienziati, non visionari come qualche altro loro collega è o è stato, perché dà equilibrio, sicurezza e anche spettacolo, quando presenta rapidi capovolgimenti di fronte in
campo aperto. Questo tipo di calcio, e qui lancio una provocazione storica, potrebbe anche piacere, e a tratti essere adottato anche da Santoni che hanno fatto, per anni, e continuano a fare, del calcio propositivo la loro bandiera, per aggiustare una partita o per difendere un risultato prezioso, che, se portato a termine, può riaprire le sorti di un campionato. E qui mi riallaccio all’attualità, prima giornata del 2019 Premier League, sono di fronte Liverpool di Jurgen Klopp e il Manchester City di Pep Guardiola: due grandi squadre a confronto una che ha sette punti di vantaggio, il Liverpool, che sta perdendo e l’altra, che se riesce a vincere, grazie al gol del genero o ex genero (non saprei) di MARADONA, riduce le distanze in classifica e riapre tutti i giochi del più grande campionato al mondo. Cosa succede, direte voi, di tanto eclatante, di tanto clamoroso, dopo una grande partita condotta in attacco da entrambe le squadre? Succede che il commentatore tecnico Paolo Di Canio, grande esperto di calcio inglese, nei minuti finali, quelli di recupero con la squadra, in svantaggio protesa in avanti alla ricerca del pareggio dice, testuale “Mai visto, e chi l’avrebbe detto, una squadra allenata da GUARDIOLA che fa catenaccio, si difende come una provinciale e questo
lo dico nell’accezione positiva del termine”. Ecco il punto, l’accezione positiva del termine, quando anche un mostro sacro, fa le barricate, si può dire liberamente, che anche il catenaccio è un calcio bellissimo. Un GUARDIOLA, comunque grande, che cerca ancora il fraseggio, non più quello ossessivo e ripetuto del tiki taka prima maniera di barcelloniana memoria, che fa giocare la squadra, anche in verticale, e quando è difficoltà fa calciare lungo in avanti, portiere, e difensori, e soprattutto, quando deve difendere, un prezioso punteggio, sa cosa bisogna fare, anche ricorrere a quel brutto atteggiamento, il cui termine, fa offendere, fa risentire anche chi ne trae fortune professionali, e che, comunque, in qualche modo, il bizzarro ed estroso ex giocatore di Juve e Lazio, convertito al calcio d’oltremanica della perfida Albione, Di CANIO, ha a chiare lettere, voluto sdoganare per sempre. Sul nostro spazio commenti qualcuno, ha affermato che va bene il calcio pratico del PARMA, però il calcio preferito resta quello di Klopp e Guardiola (il quale, peraltro, quando giocava in Italia aveva avuto un grande maestro di catenaccio: Carletto Mazzone); ecco che tutti siamo d’accordo su di un punto: che il calcio, quello bello, va bene, fa divertire (specie se lo scrive Grossi il giorno dopo, anche se alle volte lo scrive dopo, sì, ma qualche mese, ma l’importante è che lo scriva così ci aiuta a divulgare il Credo), restituisce un volto estetico migliore, però – quando ci vuole ci vuole – quando si è alle strette un bel calcio al pallone lontano da scaraventare, metaforicamente, fuori dallo
stadio, da noi fino in Piazza Garibaldi, a Manchester non saprei, è sempre la cosa ideale da fare se si vuole vincere o per lo meno per evitare di perdere. Quindi all’insegna del catenaccio, che serve, e che a volte è pure bello, ben vengano i numeri, quelli positivi dei pochi gol subiti, e quelli negativi del possesso palla, dei pochi tiri in porta, e delle molte parate fatte, tanto ci sarà sempre, lo sapete, un musico fallito un pio, un teorete, un Bertoncelli, un prete a sparare cazzate, come cantava Guccini. Intanto incassiamo tutto e non importa se il Parma gioca come l’Atletico Madrid, come sancito dallo YouTuber Papirus anche su queste colonne, poi, paro paro ripetuto da Grossi sulla Gazzetta qual che giorno dopo, o come la Dinamo Kiev del Colonnello Lobanowsky, o addirittura come il Foggia del Mago di Turi, Oronzo Pugliese, tanto giocherebbero cosi anche Klopp e Guardiola se non avessero gli AGUERO, i Firmino, i Fernandinho, i Salah, i Matè o i Sanè ? O no? Eh? O no? Affidiamo ai numeri e a Di Canio l’ardua sentenza. Della serie “Anche i ricchi piangono e anche quel geniaccio di Guardiola fa difendere la sua squadra come una provinciale”. Quindi BUON CATENACCIO A TUTTI. INCLUSO A CHI SI OFFENDE… Gianni Barone
e pensare che io cretino credevo avessimo avuto un presidente cinese
GIANNI BARONE ha scritto. “a noi salviniani del calcio…” Accidenti che brutta metafora! Ho smesso subitodi leggerti! 🙁
in effetti gervinho lo stiamo aiutando a casa sua
Peccato perché si è perso davvero un bel pezzo del nostro “Vicario”.
Lungi da lui l’intenzione di fare outing del suo pensiero politico (peraltro ci sono in giro sul web foto equivoche che lo ritraggono…): il riferimento al “salvinismo” era relativo al sostegno – puramente calcistico – alla mentalità italica, da anni abbandonata, con grave nocumento per la nostra pedata, sbattuta fuori a pedate dall’ultimo mondiale…
co dit LOTITO,nocumento non si puo’ sentire dai
Adoro riesumare e riproporre lessemi vintage
Lotito è più latinista
quindi caceres ce lo dara’ ad libitum ? , non creto
Bisogna dimandar a Davide: è lui lo specialista dei manga lerga
tranquillo ci pensa lizzy ,mandog un sms
Matri al Parma. Solo se il Sassuolo troverà un sostituto. Vi prego basta. Ci sono migliaia di attaccanti. Sta storia qui ha fiaccato anche mia nonna
Ma infatti dipende dall’obiettivo e dai giocatori. è una questione di intelligenza, umiltà e capacità di riconoscere i propri limiti.
Matri… e dagla… a ogni campagna acquisti sta fola di Matri… sempòr…spero che arrivi solo perché così ci diamo un taglio.
Nota: il più delle volte la campagna acquisti si risolve all’ultimo minuto e con nomi che non erano mai stati tirati in ballo. E quelli che stavano per arrivare, dati per certi, che vanno da un’altra parte.
Ergo aspetto a fine mese per tirare le somme.
Sull’articolo concordo in gran parte con quanto scritto, noi giochiamo con il più classico dei catenacci perchè obiettivamente non si può fare diversamente.
Certo però che almeno due passaggi giusti a centrocampo potremmo farli…