CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / IL RINNOVO DI D’AVERSA E IL COMMISSO VIAGGIATORE
(Gianni Barone) – Se una notte d’inverno un viaggiatore, titolava Calvino in uno dei suoi più geniali romanzi, così noi potremmo dire se in una notte, non ancora d’estate, un Commisso viaggiatore…, approdasse in Italia, al momento non si sa di preciso dove… Mister, viene prima Firenze o Parma? E pensare che qualcuno, bene informato, dal piccolo schermo (ma non dalla Rosea) sosteneva che poteva (e aggiungo io potrebbe ancora), iniziare il suo percorso dalle nostre parti… L’imprenditore italoamericano, dirigente sportivo, Rocco B. Commisso, è stato dato quasi certo a Firenze, visto che il suo braccio destro, il mio quasi omonimo Joe Barone, era presente sulle tribune del Franchi, per assistere all’ultimo – tutt’altro che indimenticabile, anzi
proprio dimenticabile, incontro salvezza tra Fiorentina e Genoa, due squadre salve per miracolo (sic) ed entrambe in cerca d’autore, leggi nuova proprietà, in luogo delle contestate attuali presidenze (Delle Valle-Preziosi), decisamente ai minimi storici, in termini di popolarità. Abbiamo scoperto, ricordandoci tutti che il Parma attuale – tuttora in vendita – poteva essere oggetto del desiderio del Commisso, più che mai viaggiatore, visto, che già in un recente passato, prima dell’avvento del fondo Elliott, era stato accostato al MILAN (e ci sarebbe da toccarsi gli zebedei rimembrando il percorso di un certo Taci…) , ora la Fiorentina, e prima, all’oscuro di tutto e tutti, al PARMA, e domani chissà? Forse, con un po’ di fortuna, il calabro statunitense potrebbe farcela ad accasarsi prima della fine, sarebbe meglio dell’inizio, del
mercato, o prima che sia troppo tardi e che tutte le opportunità svaniscano definitivamente. Strani questi atteggiamenti dei nostri ex connazionali che hanno fanno fortuna e quattrini oltreoceano, che una bella mattina si destano e vogliono investire parte dei loro quattrini nel calcio, di casa nostra, che notoriamente, a detta dei diretti interessati (non tutti sono portati a credere loro, però…), salvo casi eccezionali, non garantisce lauti profitti (certo con i 44 milioncini di ricavi tv, ricordati ieri da Grossi, che toccheranno al Parma far non quadrare i conti sarebbe da dissennati… E al tifoso medio va ricordato che con quei soldi non ci fai il mercato, ma devi gestirci una stagione intiera). Invece il bissiness (scritto business) cosiddetto, secondo l’idioma del Little Italy, tira e attira ancora, magnati, tycoon, appassionati, sportivi, manager, e molto, a quanto pare. A Reggio Emilia han già dato con i funambolismi non tanto di Michele (abbiamo little-italianizzato il nome di battesimo d’oltreoceano Mike) Piazza, ma della sua conturbante signora Alicia Rickter, capace di movimenti tellurici del grado più alto della quasi omonima scala Richter, mentre a PARMA ancora non si sa se si possa in effetti beneficiare degli investimenti, di Commisso, per lo meno per adesso, poi chissà. Si vedrà… Per intanto, salvo, scosse di terremoto,
il PARMA, conferma, tutto ciò che c’è da confermare, proprietà, presidente, allenatore (il primo in ordine di tempo, come documentato, per primo in ordine di tempo, da Vasini di Parma Repubblica che dinnanzi alla sede dell’Impresa Pizzarotti, in via XXII Luglio, ha documentato i protagonisti dell’incontro decisivo per il rinnovo del contratto fino al giugno 2022, con adeguamento dell’ingaggio e programmazione della nuova stagione. Secondo il portale, alla riunione di oggi, venerdì 31 Maggio 2019, durata oltre quattro ore, erano presenti il presidente Pietro Pizzarotti, il vice presidente Giacomo Malmesi, i soci Angelo Gandolfi e Paolo Pizzarotti. La firma e l’ufficialità sono previsti nelle prossime settimane. Da domani D’Aversa partirà con la famiglia per un periodo di vacanza), il direttore sportivo (che parrebbe il grande assente della Messa di oggi) e giocatori acquistati per intero, sembrerebbe banale, ma rispetto ad altre parti, questa tendenza alla
conservazione (e non alla sola conversazione), è qualcosa di veramente raro. Infatti è in atto oltre un cambio di vertice, in alcune società importanti (già citate in precedenza) il cosiddetto valzer degli allenatori, che, mai come quest’anno, sta registrando, giornalmente, continue novità sulle panchine della serie A. Sarà come, ha sentenziato il sempiterno Righetto Sacchi, sulla rosea, per il fatto che, salvo rare e circostanziate eccezioni, nel nostro campionato, domina sempre e comunque il gioco difensivo, e che quindi per invertire la tendenza, molte squadre (quasi tutte quelle di vertice), ricorrono ai ripari cambiando il condottiero, la guida tecnica. Infatti sempre secondo l’analisi del Santone di Fusignano, quest’anno “Come sempre ha dominato, in generale il gioco difensivo, la prudenza e la paura, che hanno così mortificato il
gioco le emozioni e lo spettacolo”, all’insegna del deprecabile (per lui e per molti altri soloni), motto di primo non prenderle e poi si vedrà. Ma Righetto la vede alla sua maniera, come è ovvio che sia, e facendo una pagella fra gli allenatori che hanno concluso l’ultimo campionato, effettua bocciature a tutto spiano e promozioni risicate, e ristrette a quelli come De Zerbi (Sassuolo) e Giampaolo (Sampdoria) che cercano la vittoria attraverso il dominio del gioco, pur essendo italiani. Italiani e non italianisti, beninteso, perché sotto la scure dell’ex CT e pupillo del CAVALIERE, sono pochi gli altri che si salvano: Di Francesco, definito ottimo tecnico, sebbene scaricato dalla Roma, ovviamente il tanto alla moda Gasperini, che ha dato concetti, idee e coraggio oltre ad organizzazione di gioco e di lavoro, sempre secondo Arrigo, passando per Mihajlovic, che tutti ammirano, al momento, chissà per quanto ancora, per finire ad Andreazzoli, retrocesso, ma di successo, acclamato come europeista (sempre secondo il vangelo sacchiano). Per il resto il giudizio, oltre che essere assente per il trio Gattuso-Spalletti-Inzaghi (tutti freschi di esonero, dimissioni, o mancata fiducia) è benevolo per il figlioccio Ancelotti che ha cercato col suo Napoli stile e armonia di gioco,
ma è negativo per quelli che sono stati ignorati dall’analisi e cioè Prandelli, Montella, Maran, Ranieri, Tudor, Di Carlo, Baroni, e per quelli che sono stati tacciati d’italianismo puro come Allegri, nonostante lo scudetto, Semplici latore di un calcio italiano espresso con chiarezza e semplicità (ovviamente), Mazzarri che non concede spettacolo ma garanzia d’intenti, forza e agonismo, e dulcis in fundo, D’AVERSA che ha ottenuto l’obbiettivo (con due b si noti bene) grazie più all’identità che al gioco. Ahi ahiahi, questo non “l’aggio detto mica io”, ma una sorta di Zarathustra del pallone, che ancora tutti ascoltano, e in cui molti, ancora credono, e che continua, ancora, indisturbato (tranne che da quel senza-dio di Allegri) a pontificare, urbi et orbi. Quindi i ribaltoni tuttora in atto trovano
cittadinanza, e pieno riconoscimento nelle parole, di chi una volta era maniscalco (calzolaio nello specifico), e ora si è tramutano in equino a tutti gli effetti, un po’ come ha fatto, a suo tempo, Mourinho, mettendo da parte le traduzioni del suo lavoro d’interprete di lingue, e come sta facendo il neo vincitore dell’Europa League, e prossimo tecnico bianconero (anche se ancora noi non ci crediamo, noi no… no, noi) Sarri ex esperto di bonifici e conti corrente nello suo sportello bancario. Tanti cambi al vertice, ma da noi non cambia niente, da noi non si cambia, nonostante mugugni e bocciature, per la mancanza di gioco, a Parma, i commissi viaggiatori della parola, non attecchiscono, non trovano spazio, se non nelle tribune, e negli spazi commenti, nelle chat, e nei social, sempre ignorati da
chi di dovere. A PARMA, s’inseguono i miracoli, con la semplicità, il buon senso, qualcuno ha la consapevolezza di affermare, non servono cambi di rotta, cambi di timone, cambi della guardia, cambi di gioco, quello non muterà, fino a quando i risultati lo sorreggeranno con buona pace dei soloni e dei profeti di turno che predicano idee, e coraggio, e tutto quello che consegue. Al momento da queste parti gira così, pare non siano previsti ribaltamenti di sorta: sono tutti con i piedi saldamente piantati su di una nuvola, quella di un sogno che sta per continuare. E, il mercato, che inizia ufficialmente, fra oltre un mese, già divampa tra rinnovi e conferme di giocatori utili e con le solite voci sull’asse PARMA-NAPOLI. Ma siamo solo all’inizio. A un Nuovo Inizio… Gianni Barone
“44 milioni di tesoretto”. .detta cosi, risulta un pochino fuorviante effettivamente. Sarebbe bello sapere dopo aver scalato i costi fissi del prossimo anno quanto rimarrebbe per il mercato. Magari qualcuno sa.
Quindi D’Aversa fino al 2022. Spero solo che si evolva e che soprattutto si comprino giocatori un po’ più bravi di quelli attuali, altrimenti saranno cavoli amari salvarsi.
Pallotta, Saputo, Tacopina, Piazza. Commisso? No grazie.
Non sono in grado di inquadrarlo in termini di affidabilità però mi pare riduttivo presentare commisso alla stregua degli altri italo americani menzionati. A tutto voler concedere è un personaggio molto piu singolare: emigrato calabrese si è pagato gli studi grazie ad una borsa di studio concessagli per le sue capacità di calciatore, grazie alle quali divenne capitano della squadra dell’università. Dopo la laurea e qualche anno da dipendente ha fondato la sua azienda partendo come sede dal proprio garage ed ha raggiunto risultati importanti. Ora sull’andamento attuale dell’azienda di leggono voci discordanti, alcuni sostengono sia in netto regresso, resta un imprenditore con un patrimonio personale da 4,7 miliardi di dollari. Se pensiamo che quello di piazza è stimato in 170 ecco che il paragone è piuttosto risibile. Men che meno con Taci, visto che ad oggi commisso in galera non c’è mai stato.
Poi è chiaro che conta quello che uno investe..
Juventino sfegatato mi fa ridere pensarlo alla guida della fiorentina, la scalata al milan già non era andata bene, ha ormai 70 anni per cui se il calcio gli interessa come dice bisogna che compri
Commisso non è Tacopina e non è Piazza. Mi sembrano discorsi banalizzanti in modo imbarazzante. Sarebbe come dire che siccome sono tutti italiani Ghira…i (ah molto presente nel Brescia di Cellino….) è uguale ad Agnelli. O siccome sono tutti cinesi il nostro Cing Ciang è uguale a Suning dell’Inter o a quello di Alibaba. E Saputo sta cacciando grano vero mica balle, per i riscatti di Orsolini, Soriano e Sansone, oltre che per rinnovare il serbo ha scucito il budget di annuale di poveri micragnosi.
per Saputo vediamo, intanto non sgancia i soldi per la ristrutturazione dello Stadio (è ancora alla ricerca di finanziatori) poi pare sia orientato verso l’acquisto del KV Kortrijk.
Saputo è persona seria e come tale prima di investire nello stadio così come da progetto presentato, vuole avere le necessarie garanzie.
Avercene……!
P.S.
La ristrutturazione totale di Casteldebole è farina del suo sacco
Banale o non banale ribadisco: no grazie. E più in generale no alle proprietà straniere. Noi dobbiamo solo sperare che uno dei sette soci acquisisca pacchetto di maggioranza, scelga una dimensione per la squadra, si spera più in alto possibile, e accettarlo. L’identikit, combinando passione reale e patrimonio non può che essere Pizzarotti (tramite figlio si intende, perché papino è notoriamente milanista sfegatato). Quando i vostri Re Mida italo arabo Cino americani ci lasceranno ( sempre che ci compri mai qualcuno) e prima o poi lo faranno, non avremo più jolly da giocarci, sarà scomparsa definitiva dal calcio che conta. Questa è la realtà.
Carissimo, io sono d’accordo con te. Di Cing Ciang uno ne abbiamo avuto e per fortuna è durato lo spazio di una scoreggia e chiaramente preferisco Pizzarotti che va sotto la curva ed è a Culèc tutti i giorni ad un tizio che non parla neanche in inglese e nessuno sa chi è. Dico solo però che non si può generalizzare. E’ americana la proprietà di Liverpool e United e mi risulta non abbiano fatto la fine della Reggiana, è cinese l’Inter e mi sembra che il di loro cinese sia un pò diverso dal nostro Cing Ciang.
Pizzarotti proprietario a lungo termine sarebbe fantastico però è un po che ho smesso di credere alle favole. Ormai trovi solo colossi esteri (veri o presunti), nessun magnate, solo gente che fa business, per cui sperema be, con la gestione attuale magari non arriviamo a metà classifica però non falliamo
Esatto, e parafrasando un famoso slogan per noi “non fallire è l’unica cosa che conta”…Poi se la dobbiamo dire tutta mi sembra meno favola Un Pizzarotti al 60% e gli altri al 30% che non il principe Ali Babà che ci compra e ci riporta ai fasti anni Novanta. Sul calcio inglese io ho la mia idea che ho espresso più di una volta e non sto qui a ripetere.
Sono d’accordo in pieno con te. C’è anche da dire però che non tutti sono straccioni o pistapòci. Per intenderci tra Cing Ciang/Taçi e che so Glazer/Suning c’è una via di mezzo magari valida. Chiaro non bisogna farla cercare a Crespo.
Noi non vogliamo proprietá straniere… noi vogliamo che il Parma lo prenda un parmigiano… noi vogliamo che Pizzarotti pisci soldi sul mercato…noi noi… Va vi rendete conto che non possiamo “volere” perchè non siamo un cazzo?
Bravo. Ottimo contributo.
Hablando de interior derecho ….. Gazzola ha hecho un buen trabajo …. me he gustado sus subidas y cross que hemos faltados en algunos ocasiones ..
Gazzola = Buon Pramzan ..
Forsa Paerma ,
Straje’
Ma come mai Fiorentina si e Parma no?
e intanto il bugget come dicono in tanti qui è già sceso a 20 mln compresi gli stipendi
https://www.parmatoday.it/sport/parma-calciomercato-rinnovo-contratto-faggiano-calcio.html
quindi tutti in prestito ancora e un altro anno di passione, se poi teniamo lo stesso preparatore atletico …