ESCLUSIVA STADIOTARDINI.IT / ALBORGHETTI: “MANENTI NON MI HA MAI PARLATO DI GHIRARDI O DI TACI. IL MIO UNICO RIFERIMENTO ERA LEONARDI”
(Gmajo) – L’anticipazione della uscita di scena di Rezart Taci con la cessione del Parma ad un nuovo soggetto – che poi avremmo scoperto essere Giampiero Manenti – rappresentò il punto più alto dell’ascesa di StadioTardini.it che quel giorno superò (e sarebbe accaduto per altre due volte nei giorni seguenti) la quota record di 50.000 visitatori unici quotidiani: proprio per avere vissuto praticamente in presa diretta quelle ore concitate a stretto contatto con qualcuno degli attori di quella operazione, noi abbiamo sempre escluso che ci potesse essere un fil rouge che collegasse Tommaso Ghirardi a MapiMan, così come, al contrario, sostenuto da altri i quali, invece, asserivano che il “Ghiro” volesse frapporre quanti più schermi possibili, al fine di evitare responsabilità del fallimento.
Nello spazio commenti, nei giorni scorsi, ho riproposto le mie parole in un editoriale del Marzo 2015 nel quale, appunto, motivavo la mia convinzione, poi sancita quattro anni dopo da una sentenza del Tribunale di Milano. Ulteriori riscontri sulla vicenda li fornisce a StadioTardini.it direttamente il noto manager bergamasco che affiancò Manenti, Fiorenzo Alborghetti, che ha accettato l’invito di ricostruire quei giorni nell’articolo che in esclusiva firma per noi
(Fiorenzo Alborghetti) – Io, come ho sempre detto, sono entrato in gioco ad accordo tra le parti già fatte e ovviamente dal notaio c’erano Kodra e soci. Giampiero Manenti mi aveva chiamato dicendomi che aveva acquistato il Parma calcio il giorno prima e aveva bisogno della mia figura visto che io ero abituato a gestire situazioni con forti tensioni finanziarie e con ristrutturazioni da fare.
Mi aveva detto che aveva fatto l’operazione con l’aiuto di un avvocato di Milano facente capo ad un grosso studio (che ho poi conosciuto alcuni giorni dopo a Collecchio in occasione dell’assemblea) e un industriale di Bologna che però poi ne è uscito e che io non ho mai conosciuto e di Pietro Leonardi con il suo avvocato.
Questi ultimi due li ho poi incontrati con Manenti il giorno del comunicato con il mio incarico di traghettatore.
Manenti l’avevo conosciuto ai tempi del suo precedente tentativo di acquistare la Pigna e anche all’ora era supportato da una grossa società come advisor durante la due diligence.
Io penso che Ghirardi e Manenti non si conoscessero cosi come Taci: l’idea che mi ero fatto era che il contatto per l’operazione fosse stato Leonardi.
Non ne ho la certezza assoluta ma di Taci e Ghirardi, Manenti non mi ha mai parlato e l’unica persona di riferimento era per me Leonardi. tra l’altro Manenti non voleva che io mandassi via Leonardi, ma questo rientrava nel mio piano di abbattimento dei costi. Poi Manenti si convinse, anche perché Leonardi avrebbe rinunciato a quanto ancora non aveva incassato del suo compenso dal Giugno dell’anno prima a quelli futuri.
Il progetto su cui io ho lavorato era per un concordato in bianco che prevedeva un taglio dei costi, un accordo con i creditori per abbassare il debito dei soldi da mettere in cassa e garanzie/fidejussioni da presentare.
Cosa che poi non si è potuto attuare a causa dell’arresto di Manenti. Fiorenzo Alborghetti
Io mi chiedo ancora come una persona dotata di buon senso possa aver dato credito ad un personaggio della ‘caratura’ di Manenti per un’operazione finanziaria di quel livello…io al massimo ci avrei fatto coppia a scopa 🙂
Per questo ragione le parole di nostro Presidente sono importante ….
” “Da parte nostra, come soci, c’è un amore smisurato nei confronti del Parma. Abbiamo sempre detto che se arrivasse qualcuno molto solido, soprattutto con un’importante solidità economica, che possa fare meglio di noi è chiaro che il Parma verrebbe ceduto. Ma in questo momento non c’è niente in vista. La nostra idea è quella. Non è un discorso imminente, ma volendo essere razionali se arrivasse qualcuno che possa garantire un futuro roseo al Parma e fare meglio di noi perché no“
Dobbiamo essere molto felice che abbiamo ” I magnifici 7 ” ..finalmentente persone che veramente amano il Scudo di Parma e tutto che representa …
Amen ,
Forsa Paerma
Vero Straje, ma i 7 sono per loro stessa ammissione “custodi” di passaggio. Se e quando troveranno qualcuno di affidabile, che garantisca ambizioni e investimenti superiori alle attuali, si faranno da parte. Dalle parole di Pizzarotti si capisce che non c’ niente all’orizzonte, ma nel lungo periodo lo scenario è quello. È chiaro però che non ci lasceranno al Manenti di turno, anzi. Per cui si può stare abbastanza tranquilli.
anche perchè avevano ceduto la maggioranza ai cinesi di turno che , per dirla con parole della proprietà, si sono rivelati inadempienti in numerose circostanze.
Di certo non erano come Taci ( benedetto pure dal sindaco di Parma al momento del suo arrivo, con un intervento in una cena riservatissima e riconosciuto come l’ultimo responsabile del crac Parma) o come Manenti ma nemmeno così virtuosi se esiste un arbitrato.
Le cessioni di Taci a Manenti e prima ancora di Ghirardi a Taci (o Dastraso di cui era una sorta di Dominus) non penso sia corretta accomunarle alla cessione del pacchetto di maggioranza del Parma Calcio 1913 ai cinesi. Se non altro perché, comunque, Nuovo Inizio aveva posto adeguate clausole e garanzie contrattuali a tutela del Parma, che appunto non ha avuto contraccolpi nonostante le inadempienze del socio orientale, essendo state applicate.
Della cessione di Dastraso a Manenti abbiamo a lungo parlato nei giorni scorsi, anche in considerazione delle novità emerse dal Tribunale di Milano, che ha confermato che Ghirardi non c’entrava nulla, così come da noi sempre sostenuto.
Però questa circostanza non deve essere letta come una anticipata assoluzione del “Ghiro” o una sua riablitazione, poiché la cessione del parma da lui a chi credeva essere Taci è stata pure avventata, e per certi versi obbligata non volendo o potendo immettere quei denari necessari non tanto a chiudere il buco che sotto sotto si stava allargando sempre di più, ma per continuare a “gestire” (sempre con tanta fatica) la situazione. Se il Parma F.C. non si fosse indebitato (per gestioni non oculate del passato in cui il rapporto costi/ricavi non veniva osservato, e i costi maggiori, lo ricordo, sono quelli per i dipendenti sportivi) probabilmente Ghirardi non si sarebbe trovato nella necessità di vendere, non dico al rimo che arriva, ma quasi. Che poi il primo arrivato andasse bene a tutti (sistema calcio che magari glielo ha presentato, istituzioni cittadine, tutti a tavola con tanto di benedizione) è un dato assodato. Che l’albanese avesse preso per il collo (e forse anche per il c..o) Tom è assodato se ci si ricorda la circostanza che in prima istanza oltre alla copertura dei debiti Taci avrebbe dovuto persino pagargli il fardello: una volta non andata a buon fine questa prima operazione (con saltato il pagamento delle obbligatorietà di novembre 2014, quando cioè Taci esplose il colpo finale) egli l’ottenne gratis in seconda istanza. Poi, dpo aver tenuto in ballo per tre mesi tutti se ne sparì sfruttando l’entrata sulla scena di Manenti, il quale assieme a un commercialista reggiano un bel giorno si presentò dal “disperato” Leonardi il quale cercava ogni tipo di soluzione possibile per scongiurare il fallimento. Leonardi, sentito chi di dovere, rispose picche. Ma quella sera si giocava Milan-Parma: se i Crociati avessero concluso in porto l’insperata vittoria (che peraltro sul campo inizialmente stava maturando) il tycoon sarebbe arrivato in elicottero il giorno dopo portando altri calciatori per chiudere il mercato alla grande: disgraziatamente, però, il Parma perse e quindi quella notte arrivò l’ordine a Kodra e Leonardi di richimare Manenti e concludere la vendita. Ma se Taci è chiaro fosse scappato, non si può parimenti non parlare di fuga anche del Ghiro nell’affidarsi incautamente a un compratore indubbiamente poco sicuro, anche se andava bene a tutti…
Majo mi toglie una curiosità? Visto che al presidente non gli è stato chiesto del cinese.. Chiedo a lei se il famoso arbitrato è in corso oppure se stanno cercando un accordo fra loro in modo che il cinese se ne vada definitivamente?
Grazie
Non ho notizie fresche sul Cinese. Nel senso che penso che l’arbitrato vada per le lunghe: sarebbe auspicabile, nel reciproco interesse, che i due contendenti trovassero una quadra. Magari la volontà di trovare un accordo potrebbe anche esserci, ma le cose si complicano quando si tratta di capire su che basi. Comunque non è un fattore che al momento incide sulla gestione della società, che attraverso la propria maggioranza ha attuato un programma triennale, strutturandosi per lo stesso. Se cammin facendo dovesse presentarsi il candidato giusto (pila, ambizioni, solidità) i 7 si farebbero da parte alla svelta, ma nell’attesa gestiscono al meglio come se fosse per sempre loro
Esiste la possibilità che a settembre/novembre l’arbitrato lo vinca il cinese e faccia piazza pulita di tutte le persone di cui oggi ci fidiamo?
Direi di no. Anche perché l’arbitrato è stato chiesto dagli italiani e non dai cinesi; vabbè non vorrà dire nulla, però, intendo dire: non è stata una mossa degli orientali che hanno citato i nostrani… E in più la posta in gioco credo che riguardi alcune inadempienze sui patti para-sociali, non è un giudizio di merito sulla applicazione delle clausole contrattuali che han fatto sì che la maggioranza transitasse brevi manu da Lizzy ai Magnifici 7. In sintesi, non credo che l’arbitrato (di cui non ho la minima idea di quando arriverà la parola fine) sia poi così determinante… Penso sia razionalmente molto più probabile studiare il sistema per andare d’accordo…
Io non escludo il fatto che Pizzarotti possa prenderci gusto ad essere presidente del Parma e un giorno magari camminare con le sue gambe…
Nella sua intervista lascia trasparire una sorta di “why not”, ma credo sia stato abbastanza chiaro nell’affermare che comunque nella eventualità si materializzasse il candidato giusto (ambizioni, soldi, affidabilità, etc etc) sarebbe un dovere passare la mano…
Io credo che difficilmente vedremo un passaggio a breve alle condizioni descritte da Pizzarotti ed infondo è molto meglio così.
Per trovare qualcuno di molto solido che possa fare meglio, dovrebbero esserci delle condizioni infrastrutturali che al momento semplicemente non ci sono.
Sto parlando di patrimonializzazione del parco giocatori, valorizzazione del settore giovanile, stabilità di posizione in serieA e soprattutto uno stadio di propietà.
Senza queste condizioni, trovo difficile che qualcuno di solido e di fuori Parma (quindi non tifoso) possa trovare interesse ad investire da noi.
Ritengo quindi che il progetto triennale decantato dai 7, sia uno step necessario alla crescita del club ed eventualmente propedeutico ad una sua cessione.
Per cui stringiamoci tranquillamente a fianco di questa società e tifiamo tutti per il Parma.
io non sono di Parma quindi non ho le conoscenze per sapere la solidità del presidente Pizzarotti, qualcuno mi potrebbe far capire, a grandi linee, quali siano le sue disponibilità economiche? se dovessimo paragonarlo ad un altro presidente di A, o fare una specie di classifica, dove si assesterebbe come patrimonio?
grazie a chiunque posso rispondere a questi miei quesiti
Se guardi i bilanci della sua azienda di costruzioni ha un fatturato di circa due miliardi l’anno, considerando che è un’impresa alla terza generazione quella famiglia avrà grandi capitali sufficienti per fare calcio a livello top, ma è chiaro che non intendono fare gli sperperoni, di sicuro ti può garantire che se ci sono problemi non finisci a gambe all’aria.
Come disponibilità economica, diciamo posizione medio bassa della parte destra di una ipotetica classifica
Quello che dici va un po’ in contrasto con quanto scritto da Se Ciao, con l’azienda che fattura 2 miliardi l’anno secondo me stai abbondante a sinistra.
Fatturato e disponibilità ecomomica sono cose diverse, se una società fattura 2 miliardi ma è esposta per 700 milioni, non credo che possa impegnarsi più di tanto in un’attività che non gli dà nessun utile.
Seguendo il senso della tua domanda (almeno quello che credo io) tieni presente che la proprietà è composta da 7 soci e pizzarotti è uno di questi.
Poi come sempre l’ulteriore discrimine è dato dalla volontà di investire: Garrone ex presidente sampdoria se lo avesse voluto avrebbe potuto lottare per lo scudetto ma, evidentemente, per lui non ne valeva la pena
La mia domanda è nata da una constatazione fatta in questo topic, qualcuna ha sostenuto che il presidente Pizzarotti, potrebbe anche andata avanti con le sue gambe senza l’aiuto di altri 6 imprenditori. Da questa affermazione è nata la mia domanda da profano, quanto è il potere economico di pizzarotti? È ovvio che Garrone da magnate del petrolio avrebbe potuto sperperare molti più soldi di quelli che ha versato nelle casse della Samp, quindi ora che so il fatturato del pres non mi aspetto che in futuro andasse avanti da solo buttasse soldi come se piovesse. Volevo solo capire se era più vicino a Ghirardi o a Tanzi.
Enormemente più vicino a Tanzi. La Leonessa di Ghirardi credo avesse un fatturato che non raggiungeva i 100 milioni.
Se come parametro si considera il fatturato siamo tranquillamente da Europa League
Poi come giustamente fa notare Gabriele subentrano tante altre variabili.
Questo mi è chiaro, non conoscendolo volevo capire di cosa si parlava. Ovviamente di tutto l’allegra combricola quello che conosco di nome è Barilla e credo che anche lui abbia un fatturato elevato da Champion
La Leonessa di Ghirardi fatturava intorno ai 40 milioni…ma a Parma lo trattavate come lo Sceicco…:)
50 quando acquistò
Direttore, ma perchè la partita col Milan fu uno spartiacque? Se avessimo vinto perchè Taci avrebbe portato altri giocatori? La classifica era comunque brutta se non ricordo male…o mi sbaglio?
La classifica era brutta, ma non ancora disperata: all’Empoli, quest’anno, è andata male, ma all’ultima giornata erano ancora in serie A per diversi minuti, dopo che da mesi sembravano già morti e sepolti (e io personalmente speravo si salvassero e che finisse giù il Genoa, come da settimane prevedevo…); noi stessi, con Ranieri (e Pepito Rossi) ci salvammo quando a fine mercato Gennaio ci davan già per condannati. Insomma: nulla era ancora perduto, anche se onestamente va sottolineato che quell’anno prima del fallimento “vero” ci fu quello sul campo. Il carico di acquisti (oltre a quelli già perfezionati da Er Cipolla in giù) avrebbe potuto comunque portare entusiasmo e ce la si poteva giocare ancora fino in fondo, e con la cinquantina di milioni di diritti tv, in caso di salvezza, avere una boccata d’ossigeno e riuscire ancora a gestire (sia pure a non sistemare la voragine). All’intervallo di Milan-Parma, secondo le testimonianze raccolte direttamente dal sottoscritto in quei tempi, ci fu una chiamata di Taci a Leonardi del tenore di quel che scrivevo prima, e cioè che sarebbe arrivato il giorno dopo con qualche acquisto. E in quel mentre il risultato del campo a San Siro era ancora positivo. A fine gara, dopo la sconfitta, però, arrivò l’ordine a Kodra di dire a Leonardi di richiamare quelle persone (Manenti e i suoi professionisti liquidate al pomeriggio) per venderla o loro o portare i libri in tribunale. Il perché non lo so: mi risulta difficile capirne la logica. In fin dei conti una sconfitta a San Siro ci poteva anche stare, a fronte, comunque, di una discreta qualità di gioco e personalità espresse: tre punti quando lotti per non retrocedere sono pesantissimi, però l’impresa si poteva tentare. Evidentemente dopo aver ponderato com’era la situazione il tycoon ha preferito un bel tana libera tutti…
Lei sa al momento della cessione di quanti debiti fosse stato messo al corrente Taci?
No, non sono al corrente. Però immagino il suo ragionamento, perché c’è una corrente di pensiero che asserisce che Taci avesse mollato il fardello dopo esser stato buggerato dal Ghiro sui debiti del Parma. Io penso, dati anche i dilatati tempi della cessione – mentre intanto al Parma era stato premuto il grilletto del colpo mortale con le obbligatorietà di Novembre 2014 non saldate – che il compratore avesse avuto tutto il tempo necessario per fare la due diligence. C’è anche da specificare che la voragine finale gioco forza venne ingrassata anche dai mancati ricavi: come ho già scritto, gli equilibristi caddero per pochi milioni di euro, e per la “sfiga” del malanno di Biabiany che fece saltare il suo trasferimento al Milan. Il mondo del calcio è anche abbastanza piccolo: delle difficoltà della società crociata erano tutti quanti al corrente e tutti quanti avevano interesse che il Ghiro saltasse per poter prendere i giocatori a parametro zero, piuttosto che aiutarlo acquistando qualcuno. O se proprio l’acquistavano sapevano di poter tirare sul prezzo. Aspetto che la Dottoressa Del Monte che si è deliziata con le cifre di Transfmarket spero abbia potuto considerare, visto che già quelle cifre sono aleatorie, ma vanno anche considerate le condizioni non solo di mercato, ma anche dello stato di salute della società che vende. Non c’è da stupirsi se Paletta va via per 1 solo milione (ma la valutazione di 8 era onestamente un po’ elevata) , se quel singolo milione ti far tirare avanti la baracca, anche se per converso ti dicono che quella cessione è andata a minare lo stato patrimoniale. Ma se ti servono dei liquidi… Cmq sto andando fuori tema. Quindi ribadisco: non so quale fosse l’entità del debito di cui era a conoscenza Taci, ma che la possibile differenza possa esser stata la causa della fuga la ritengo una scusa bella e buona
Quindi il grande mistero di tutta questa storia alla fine della fiera è il comportamento di Taci, inspiegabile un po’ da tutti i punti di vista…
Dopo tanti anni, l’idea che mi sono fatto è che semplicemente Taci era un amico del proprietario del fondo Doyen a cui il Rodirguez e Varela appartenevano (anche solo come procure) e sfruttò il credito di 5 M con L’inter per dare soldi ai suoi amici. Fatto ciò,non aveva più reali motivi per rimanere.
trovo che la coppia Manenti – Alborghetti sia perfetta!
Al ragioner, po’, le caghè e spudè al rag. Filini nella celebre partita a tennis nella nebbia (Batti… no batti lei)
Manenti aveva la sede ufficiale della sua azienda in una trattoria a Nova Gorica. Come cacchio abbiamo fatto a finire nelle sue mani?
Che periodo da panico!
Sono molto felice che si sia concluso.
Mi rimarranno sempre tanti interrogativi che non troveranno mai risposta.
In ogni caso l’unica cosa certa è che il sistema calcio non ha imparato nulla da questa vicenda. Ne forse glien’è mai fregato qualcosa.