LE PLUSVALENZE NEL CALCIO, nota divulgativa di Robert Giannino
2016/2017 ———– 690 milioni
2017/2018 ———– 731 milioni
2018/2019 ———– 717 milioni
(Robert Giannino) – Quelle evidenziate sopra sono le sfavillanti cifre estrapolate dai bilanci delle società di Serie A degli ultimi tre anni riguardanti le plusvalenze, vere o costruite artatamente, ma legalmente (fino a quando?).
Ecco alcune annotazioni per evidenziare la già palese enormità di questi dati:
- più di un terzo della cifra dell’ultimo anno l’hanno ricavata Juventus e Roma, rispettivamente con 113 e 132 milioni;
- in questa prima parte del mercato estivo i club hanno scambiato calciatori per un valore di circa 150 milioni, ma solo un quarto sono stati pagati veramente;
- le cifre riferibili alle plusvalenze rappresentano annualmente circa un quarto dei ricavi totali.
COME SI CALCOLA LA PLUSVALENZA
Se ho acquistato due anni fa un giocatore a 8 milioni di euro con un contratto quadriennale e lo rivendo oggi per 25 milioni sto realizzando una plusvalenza pari a 21 milioni, ovvero la differenza tra i 25 milioni della cessione e i 4 milioni di valore residuale a bilancio. E’ facile intuire, di conseguenza, che se vendo un giocatore proveniente dal vivaio, che non ha nessun costo di ammortamento, l’intera somma incassata costituisce plusvalenza.
LA LOGICA
E’ risaputo che i bilanci di moltissime società di serie A hanno costi enormemente superiori ai ricavi, i quali non riescono a fare fronte alle spese per gli ingaggi dei calciatori sommati ai costi di gestione e alle quote di ammortamento.
Una soluzione per ripianare le perdite potrebbe essere rappresentata da un cospicuo versamento di denaro da parte del proprietario del club, come recentemente fatto dai Magnifici 7, dopo il dissolvimento del partner cinese lungo la Via della Seta, per dare ossigeno al bilancio del Parma Calcio 1913, reduce da un’esaltante ma onerosissima rincorsa alla Serie A.
Un’altra soluzione potrebbe essere l’utilizzo del sistema delle plusvalenze.
La logica imporrebbe che se si desidera ottenere una plusvalenza redditizia è necessario cedere un calciatore di alto livello tecnico, che abbia un’elevata quotazione di mercato. Se ci si priva, però, di un calciatore di alto livello è necessario rassegnarsi a perdere in competitività, con le conseguenti immediate contestazioni della “piazza”, il possibile ridimensionamento di alcuni ricavi, come ad esempio quelli derivanti dagli sponsor, dai diritti TV, dai premi per la partecipazione alla Champions’ League.
IL METODO
Si è affermato negli anni un metodo differente per migliorare i bilanci e non perdere in competitività.
Una società A cede a un’altra società B un giocatore a un prezzo pattuito ben al di sopra del suo reale valore di mercato. Perché la società B dovrebbe accettare? Semplicemente perché a sua volta cederà alla società A un altro giocatore Y ugualmente sopravvalutato, dando vita a plusvalenze incrociate.
Contabilmente le plusvalenze vanno iscritte interamente nello stesso esercizio in cui sono state realizzate, mentre il costo si ammortizza per il numero di anni di durata del contratto. Se il calciatore X è stato ceduto per 8 milioni e proveniva dal suo vivaio, A potrà iscrivere una plusvalenza pari allo stesso ammontare, mentre B che l’ha comprato deve registrare un costo pari a 2 milioni, presumendo che abbia siglato con X un contratto di 4 anni. Lo stesso avverrà per il giocatore Y venduto da B ad A.
Al termine del primo anno, le due società maturano ciascuna un attivo di bilancio di 6 milioni, frutto della plusvalenza di 8 milioni, alla quale va detratto il costo annuale dell’acquisto. Al termine del secondo, invece, entrambe dall’operazione avranno ottenuto un costo di 2 milioni, così come nel terzo e nel quarto anno. Nel lungo periodo, l’operazione sarà stata nulla sul piano contabile – i 6 milioni di attivo del primo anno saranno stati compensati dai 6 milioni di costi cumulati nelle successive tre stagioni – ma nel breve periodo, le società che hanno aderito a questo schema godranno di benefici contabili immediati non indifferenti: con questi scambi si prende tempo, migliorando il presente, ma scaricando a valle, negli anni successivi, la possibile “bolla” contabile.
IL GIOCATORE PRIGIONIERO
Il lato meno glamour dell’intera operazione è rappresentato dal ragazzo del vivaio, che diventerà letteralmente prigioniero di questo accordo tra i Club. Infatti, per questioni contabili, resterà vincolato fino alla scadenza del contratto, altrimenti la sua cessione anticipata si trasformerebbe in una minusvalenza, dato che nessuna squadra acquisterebbe mai il giocatore a un prezzo di cartellino pari al suo valore extra-large. E una cessione in perdita annullerebbe i benefici dell’intero schema, anzi la trasformerebbe in una perdita netta disastrosa.
UN’AMARA CONCLUSIONE
L’operazione Adorante-Brazao sembra rientrare proprio n questo tipo di fattispecie: nulla di grave o di irregolare, intendiamoci, nulla di compromettente, ma l’affascinante “Come Noi Nessuno Mai” sarebbe stato bello se fosse stato applicato anche a una nuova filosofia di gestione contabile, senza scorciatoie, favori o peggio ricatti. Eravamo rinati con il calcio biologico, che, nei suoi tratti di utopia, ha finito per travolgere il suo stesso ideatore Nevio Scala assieme al suo Staff, e ora ci siamo ricondotti a un “Così Fan Tutti”: magari cerchiamo una terza via per distinguerci virtuosamente… Nella nostra unicità fummo gli unici, un annetto fa, che per un messaggio Whatsapp sempliciotto ci stavano per lasciare le penne: la caccia al capro espiatorio è sempre aperta, meglio non farsi impallinare… Robert Giannino
Pensierino:volevo ricordare a fata smemorina giannina che il cinese é ancora sulla via della seta e non si é dileguato avendoci messo da solo 25 maglioni, i dileguanti forse sono altri
…. in lana merino, che almeno rivorrebbero indietro tal quali….
Dell’ arbitrato ? Si sa nulla ?
Mi compiaccio per lo sforzo di allungare i suoi contenuti, ora però deve concentrarsi nel migliorare la comprensione del testo.
Come può facilmente verificare, non ho scritto che il partner cinese non ha MAI pagato, ma ho evidenziato il fatto incontrovertibile di come, ad un certo punto, mancando i suoi finanziamenti, i “parmigiani” siano stati costretti a svuotare il portafoglio. Le decisioni dell’arbitrato aperto incideranno probabilmente sul fatto se si dileguerà definitivamente oppure no.
Ma tu non sei lo stesso JDM che ha stritolato gli zebedi a tutti scrivendo per due anni che i cinesi non avevano messo soldi? Visto che eri andato avanti una vita, adesso possiamo dire che avevi pestato una bida?
conosciamo Jdm. Idee brevi e circonfuse.
Se ciao, le vie della seta sono infinite, fin che lazard non ci separi
Si compiaccia pure, a ghe poc da chepir se non far fenta ed gnenta, scusi i francesismi, quello di csmbronne lo tengo per i tempi migliori
Complimenti, sempre molto interessante.
Speriamo a questo punto di non fare la fine del Chievo… Faggiano nonostante sembra mio nonno ha un anno in meno di me, non vorrei che la poca esperienza la faccia pagare alla sua società…
Esiste l’intenzione di normare queste operazioni di modo da evitarle?
L’intenzione non credo, la possibilità probabilmente sì.
Però un primo, incoraggiante, segnale si é avuto con la riforma della “recompra “, una clausola contrattuale che prevede da parte di una società, che vende in maniera definitiva un giocatore, la possibilità di riacquistarlo entro una certa data con un prezzo prefissato, ovviamente maggiore.
In un primo momento era un sistema win-win per tutti: la società cedente contabilizzava subito la plusvalenza, mentre la società acquirente utilizzava le prestazioni sportive del giocatore, essendo sicura di poter comunque mettere a bilancio, dopo un certo periodo prefissato, un prezioso guadagno.
É bastato che le nuove norme in vigore da questa stagione cambiassero il meccanismo per vedere crollare il numero di questi contratti, fino a pochi mesi fa numerosissimi.
Qual é stato il cambio che ha permesso tutto questo? Sono state inserite delle limitazioni, tra cui la più invalidante consiste nel fatto che le plusvalenze di entrambe le società saranno contabilizzate solo nel momento in cui l’opzione di recompra si concreterà, quindi nella migliore ipotesi nell’anno successivo.
E un suo parere sulla questione Chievo – Cesena? è un precedente non di poco conto anche perchè il ping pong era in atto da anni e non per pochi spicci.. io non ho le sue conoscenze ma mi sembra che si sia fatto tutto tranne che porre un freno al fenomeno
Non conosco bene la vicenda giudiziaria del Chievo e del Cesena.
Appare abbastanza paradossale, anche ad un distratto spettatore, che abbiano pagato queste due piccole società quando intorno a loro c’era e c’é una vorticosa giostra dai contorni non limpidissimi.
Per questo nell’articolo scrivo che la caccia al capro espiatorio é sempre aperta e vede coinvolti i più deboli, per definizione.
Chissà perchè queste scorciatoie esistono solo nel calcio italiano. Chissà davvero perchè…poi ti chiedi c’è almeno uno scandalo ogni estate.
D’estate, si Sa, c’è un’epidemia di plusvalenze…
Mi ero scordato una domanda sull’ammortamento. Leggevo che il napoli spesso non suddivide l’importo in parti uguali negli anni di contratto ma indica una cifra maggiore il primo anno o i primi due e poi, di conseguenza, una piu bassa nei restanti. Se lo fanno immagino che si possa ma sarei curioso di sapere se ci sono limiti
Non sono al corrente di ultimissime variazioni delle regole, quindi l’ammortamento decrescente é possibile con due limitazioni: deve essere utilizzato per tutti i giocatori nella stessa misura e non può essere modificato, salvo il verificarsi di situazioni eccezionali.
Il Napoli ad esempio sembra adottare questo schema:
Contratti 5 anni ………40-30-20-7-3
Contratti 4 anni ………40-30-20-10
Contratti 3 anni ………50-30-20
Contratti 2anni ………60-40
Per eludere lo schema le società utilizzano il prestito con obbligo di riscatto. Se un giocatore costa 40 milioni e si prevede 20 milioni per il prestito e 20 milioni al riscatto, la società acquirente potrà scaricare il 50% del costo il primo anno e ammortizzare secondo lo schema i restanti 20.
Perché si fa questo? Semplice. Se si ha un anno particolarmente fortunato con plusvalenze succulente, per non pagare le tasse sull’utile, bisogna trovare il maggior numero di costi possibili.