CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / VERTICALIZZAZIONI IMPROVVISE: GIUSTE CONTRARIE PER IL SARRISMO SENZA SARRI
(Gianni Barone) – Ormai è acclarato: non bisogna usare certi termini nel descrivere le partite del Parma: di sicuro dal vocabolario dei gazzettieri (dello sport o di Parma che siano), sono scomparsi definitivamente i termini contropiede, ripartenza, per non parlare di catenaccio, locuzione già bandita da tempo per ovvi motivi che non sto qui a ripetere. Quindi occorre trovare nuove espressioni per identificare certi atteggiamenti tattici (a mio avviso non mutati rispetto alla precedente edizione) per non urtare la suscettibilità di chi ritiene che certi termini mal si accostano con la mentalità calcistica e con il modernismo, vero o presunto, di chi non gradisce accostamenti con il calcio che fu (buono o non buono, non importa, basta non appiccicare etichette gratuite). E i solerti commentari si sono dati da fare per rispettare al massimo la consegna, al punto di ricorrere in luogo dei termini incriminati, a neologismi o sinonimi, più o meno azzeccati, più o meno veri: ed ecco che nascono espressività tipo verticalizzazioni improvvise, al posto di
ripartenze o peggio ancora contropiede: l’importante è non rispolverare il passato. Si dovrebbe, dunque, coesistere – nel corso dell’anno, e anche a seguire – con questo tipo di equilibrismo verbale, al solo scopo di rispettare i vari diktat consigliati. Poi qualcuno ha cercato di andare oltre, parlando di gioco palla a terra, inserimento di centrocampisti, e udite, udite, difesa alta, a proposito della quale sarebbe bene ricordare – per chi ha assistito dal vivo alla gara di Coppa Italia col Venezia, e anche per chi non l’ha fatto preferendo i bagni in Riviera o in Versilia – che questo tipo di atteggiamento voluto, secondo le cronache da D’Aversa, non trova affatto in Bruno Alves un accanito sostenitore. Infatti l’afro-portoghese, ogni qualvolta il tecnico invitava la linea difensiva a salire fino a quasi la linea di metà campo, egli – con gesto della mano impercettibile ai più, quanto eloquente agli attenti quorum ego – ordinava ai suoi
compagni di reparto, fedeli, di non esagerare con l’avanzamento (adelante pedro, cum juicio…), in quanto lasciare tra loro e l’area più di 20/30 metri non risultava essere saggio e prudente, soprattutto in vista del prossimo impegno contro la Juve, sarrista, non ancora al punto giusto, ma guidata dallo spauracchio Cristiano Ronaldo, al quale concedere spazi alle spalle della linea difensiva non è mai consigliabile. Certo non tutti hanno avvertito i gesti e i messaggi lanciati dal capitano del Parma, ma Parma-Venezia, aldilà della vittoria e dello stato di grazia di GERVINHO, non ha potuto fornire altre indicazioni interessanti vista la pochezza dell’avversario che, quantunque tutti l’abbiano descritto come squadra che ha ben figurato, se non cambia qualcosa, farà davvero tanta fatica nel torneo cadetto. Eppure il tecnico Dionisi ci era stato descritto come abile stratega, o come allenatore capace di dare un volto propositivo alla sua squadra: niente di questo tutto, per lo meno alla luce di quanto messo in mostra al Tardini. A volte si scrive proprio e si giudica in base a stereotipi o false convinzioni… Per gli arancioneroverdi, un attacco asfittico, neppure un tiro nello specchio, centrocampo debole, e difesa incongrua che, non sappiamo se per presunzione o per noncuranza, in
occasione dei gol di Gervinho, non è stata in grado di provvedere ai necessari raddoppi di marcatura nei confronti dell’ivoriano. E addirittura, visto che siamo in vena di interpretazione dei segni o del labiale metri e metri di distanza (quasi come Sara al Tramonto), in occasione del terzo gol del PARMA, a noi non è sfuggito il gesto del terzino Fiordaliso, che puntato da Gervinho, faceva ampiamente cenno ai compagni, mentre scappava (come si dice in gergo), di accorrere per aiutarlo per l’eventuale provvidenziale raddoppio. Piccoli gesti che andrebbero scovati più spesso da chi segue con costanza le partite di calcio del massimo torneo, anziché propinarci le solite robe trite e ritrite (Anna Fanerani Cit.). Ma tant’è. Ora alla luce di quanto esposto incombe dire, prima di presentare l’impegno con la Juve, visto che molti hanno già cercato di farlo, quanto e come si stanno inserendo i nuovi arrivati, nei nuovi o vecchi meccanismi di gioco Crociati. Laurini, promosso dal tecnico e stampa, sembra più un fluidificante che un marcatore attento, Kulusevsky, che molti non hanno apprezzato, è più un tornante che un’ala pura, che predilige accentrarsi con i movimenti tipici della mezzala, quanto ad Hernani e Brugman, giudicati a metà da tutti, forse potrebbero, scambiarsi i ruoli, centrale il brasiliano e interno l’uruguaiano, per mettere in mostra meglio le loro potenzialità. E’ ovvio che il sarrismo senza Sarri, che diserterà per malattia (dicono polmonite) la prima di campionato, sarà un test diverso, però le scelte di D’AVERSA, potrebbero andare verso una direzione diversa rispetto a quelle fatte contro il Venezia. Forse sarebbe consigliabile
contro l’attacco bianconero, seppure non ancora al top, schierare la difesa a 4 stopper, ammirata in gare del genere lo scorso anno, con l’esclusione sull’out di destra di Laurini con l’impiego del più roccioso Iacoponi, sostituito, a sua volta, al centro, dal monumentale Dermaku, al centro al fianco di ALVES, con la conferma di Gagliolo a sinistra. Il Sarrismo, senza SARRI, non va mai sottovalutato in fase difensiva, contro Cristiano Ronaldo e soci, servono la grinta di Iacoponi, la forza di Gagliolo e Dermaku, e la cativeria (vero Morosky?), di ALVES, poi le verticalizzazioni improvvise (ci adeguiamo ai nuovi modi di dire, pur consci che stiamo così contrabbandando i vecchi arnesi di contropiede, ripartenza e catenaccio) faranno il resto con Gervinho che in campo aperto è e
sarà sempre devastante per le cosiddette difese alte, tanto gradite oltre che a Sarri anche a Giampaolo del Milan (ma non a Bruno Alves). Questo PARMA sinora schierato col 4-3-3, asimettrico, sulla destra con tanto di fluidificante tornante, proprio come ai tempi del catenaccio, quando, dopo gli adattamenti del vianema, del metodema e del mezzosistema, si era pensato di migliorare il tanto osannato modulo chiamato Sistema che era stato sfruttato al meglio dal grande Torino di Valentino Mazzola. Quando si cercano equilibri e compattezza, occorre ricorrere ad accorgimenti tattici frutto delle intuizioni dei vari tecnici per sopperire ai divari, evidenti, di natura tecnica. Questo il principale compito della tattic
a, aldilà dei numeri e delle mode, e delle etichette, senza offendersi e senza offesa per nessuno. Lo strapotere avversario va vinto con le astuzie varie e con lo spirito di chi pensa che “Non c’è sconfitta nel cuore di chi lotta”. Proprio ciò che ci vuole per sconfiggere pronostici scontati e da scontare quando non si fa uso di umiltà e coraggio. Il karma, della partita che si prepara da sola, ripetuto da più parti, potrebbe anche non bastare, senza ricorrere a qualche mossa, anche difensiva o di contenimento, da attuare a sorpresa. Anche questo è il modo di proporre qualcosa, quindi calcio propositivo. O no? Eh o no? Siamo forti o no? Gianni Barone
Per farsi un idea del Parma di quest anno la partita con la juve servirà a poco o niente, a prescindere dal risultato finale
Non ho visto la gara contro il Venezia, quindi mi baso solo sulle amichevoli estive. Mi è sembrato il solito Parma dello scorso anno: difesa e contropiede.
Ciao Gianni,
il “richiamo” di BRUNO ALVES non l’ho percepito ma
…..il guardarsi intorno del n. 13, nell’azione del terzo gol ( visto che si era trovato temporaneamente solo contro Gervinho ) alla ricerca di un compagno che lo andasse a raddoppiare per limitare il nostro attaccante, LO AVEVO VISTO DAL VIVO BENISSIMO e rivisto + volte registrato….
è una delle classiche azioni di CONTROPIEDE della nostra freccia nera…
tale e quale a quella del primo gol ….
Il gioco però si è aperto un pò rispetto al passato..
si cerca molto la costruzione della manovra …
Sepe, dal fondo, non rilancia + quegli orrendi rinvii che 9 volte su 10 andavano direttamente in fallo laterale ..
tutto questo senza disdegnare i nostri preferiti CONTROPIEDI …giusto per ultimare la giocata ….
Con interpreti diversi però…speriamo faccia la differenza
aldilà della vittoria
aldilà dei numeri e delle mode
aldilà della vittoria e dello stato di grazia di GERVINHO
ad “aldilà” scritto tutto attaccato si da il valore di “oltretomba”, “vita dopo la morte”
Forse sarebbe più giusto che nei casi sopra citati lei scriva “al di là” ma potrei anche sbagliare poiché non sono né pubblicista né giornalista
Al di lá del fatto che sembri un portasfiga crepuscolare tra marmi e cipressi…
Ma, dai! Un giornalista non può scrivere così… Errore rosso!
Il Parma con Kulu ha fatto un 442, il tornante era un’altra cosa negli anni ’90, è un termine che in questo caso può fuorviare, Gervinho e Inglese stretti, mentre Kulu se Laurini era un po’ dietro e c’era spazio si allargava ed avanzava sulla fascia se no nelle azioni d’attacco si accentrava e fungeva da trequartista tra le linee, il tornante era un’altra cosa, scrivere tornante dà l’idea di movimenti di altro tipo.
Il tornante era solitamente un centrocampista con due immensi polmoni che arava tutta la fascia destra da cima a fondo , in un 352. Nel nostro caso FUSER ne è stato uno dei migliori interpreti del ruolo.
Hernani e Brugman stanno benissimo nella loro posizione: mezzala e regista rispettivamente, per caratteristiche fisiche e tecniche possono al massimo alternarsi in certi frangenti dovuti all’impostazione tattica della squadra. Ma Hernani può essere letale negli inserimenti offensivi grazie al compasso di gamba e il tiro da fuori mentre Brugman con le sue verticalizzazioni improvvise che non abbiamo ancora visto ma che sono nel suo DNA.