
(Luca Savarese) – Dopo Bari e Pisa, inizi da incubo e da sconfitti nei primi match della coppa nazionale 2017 e 2018, il Parma ritrova la gioia della vittoria nel primo turno stagionale di Coppa Italia. Questa, dalle parti dell’ Ennio, non è mai stata una coppa qualunque. Il contrario. Casomai vetrina, dove esporre gli abiti più belli della collezione. Tutto cominciò da quando, stagione 1986-87, il
sarto Arrigo Sacchi cucì l’ abito della sorpresa: fuori il Milan, battuto a San Siro. Entrò, Arrigo, nell’orbita dei maestri di calcio. Proprio col Milan prese poi laurea e baccelliere. Passano gli anni, ma la mission Coppa Italia continua. 14 maggio 1992. Guarda come ti batto la Juve. Mai Scala fu più amara per Madama.
1999, anche la Fiorentina si arrende alla legge della Coppa Crociata. E sono due. Diventano 3 nel 2002, ancora contro la Signora. Però, il Parma e la coppa nostrana, storia di un rapporto vivo e spesso felice.

La vittoria per 3 a 1 sui lagunari, richiama alla mente tutto questo. Storie passate, certo, ma adesso anche ragionevolmente ripercorribili. Il cammino nel torneo dell’Atalanta dello scorso anno, fatta fuori dalla Lazio solo all’ultimo atto, lo dimostra: la Coppa Italia non è più appannaggio dei soliti noti. C’è più democrazia, meno prevedibilità, più carte e diverse in tavola e in grado di provare a fare non solo bella figura, ma anche un viaggetto il più lungo possibile sul treno della coppa di casa nostra. A proposito di treno, il Parma ha aperto le danze ufficiali con il suo TGV. Treno Gervinho vincente. Fermate del gol puntuali (due) velocità da far invidia a Italo e Trenitalia. Così la
gondola veneziana,
guidata dall’esperienza dell’interessante Dionisi, promosso a mister degli arancioneroverdi dopo l’alacre

lavoro sulla panchina dell’Imolese, è fondata sul prato del Tardini. Gervinho, una marea troppo impetuosa da poter arginare. Aramu ci ha provato a tenerla a galla, ma niente, Gervinho aveva una voglia matta di incidere. Un plauso anche a Iacoponi, un difensore quando trova il gol, va sempre elogiato. Ecco la doppia anima del primo Parma di Coppa e che dovrà essere un carattere distintivo anche nelle prossime tappe: circense come Gervinho, certosina come Iacoponi. Solo cosi’ e con qualche pedina che portera’ l’ultimo segmento di mercato,gli antichi fasti di Coppa Italia potranno assomigliare ai recenti sogni. Senza uscire subito di scena da quella vetrina così famigliare. Il primo inventario e’ stato fatto con le invenzioni della perla nera. Ora, sotto con l’allestimento.
Luca Savarese
Dio benedica Gervinho. Quando sta bene solo CR7 è più decisivo di lui.