CARMINA PARMA, di Luca Savarese / UN LAMPO DI LAZOVIC E POI I CROCIATI NON RIESCONO A ROMPERE IL MURO SCALIGERO

Luca Savarese(Luca Savarese) – Ci sono partite che sono condizionate da un episodio, una cosa che non t’aspetti, che poi diventa, con l’andare dei minuti, un macigno, così il tempo passa e tu non riesci più a riprenderti. Quello che è successo al Parma in casa contro il Verona. E’ bastata una palla recuperata con una generosità da urlo dal talentino Eddie Salcedo che ha innescato un inserimento improvviso di Lazovic. Il cronometro abbracciava il minuto numero 10. Tiro, di pregevole fattura, come si diceva una volta e come si farebbe bene a ripetere qualche volta anche oggi, nel mare magnum dei pazzescomiracolo, e compagnia iperbolica… Una sassata, uno sparo a salve. Così il Parma è colpito quando ha ancora negli occhi le meraviglie espresse nella Milano nerazzurra. Sono passati soltanto due giorni e mezzo dal pareggio, colmo di elogi, colto contro l’Inter. Lo spirito, non ha fatto ancora in tempo a rielaborarlo, che le gambe già hanno dovuto mettere altra benzina, altri scatti, nuove ripetute. E’ il logorio del calcio contemporaneo, di una settimana spalmata di partite come nemmeno una fetta biscottata di Nutella. I lungodegenti che non c’erano contro la beneamata non ci sono neanche contro gli scaligeri. Ecco che il Verona, zitto zitto fa il suo dolcetto scherzetto al Parma, che rimane imbambolato e che sinceramente non se lo aspettava dopo aver semi sgambettato addirittura l’Inter di Conte. Tu chiamalo, se vuoi, infrasettimanale, per alcuni una manna, per altri, una mannaia. Eppure i tre, là davanti, sono gli stessi che avevano messo in ambasce la difesa interista: Karamoh, Gervinho e Kulusevsky, che mostra di avere sempre l’idea attaccata ai piedi. Però il Verona è resistente come un pungiball e saltellante come una molla. Veloso, nelle terre di mezzo, ne è l’anima giocoliera. Da un suo corner, per poco Kumbulla, non trova il raddoppio, facendo fare a Gigi Sepe una figura superba. L’Hellas, dopo aver perso nell’anticipo di venerdì sera al cospetto del Sassuolo, non ci sta proprio ad avere di nuovo la peggio e per giunta per mano di un’altra emiliana. Allora si fa in quattro, moltiplica le energie, aumenta la dose di sacrificio e diminuisce ogni orpello. Juric allena così come giocava: con una cazzimma tracimante. hellas verona parma finale soto la curva 29 10 2019A Verona, dopo i ripetuti m’ama non m’ama vissuti in terra genoana, sembra aver trovato la sua collocazione ideale. Quando si accorge che quello che dice il tabellone: Parma – Verona 0 – 1, è una cosa preziosa, che va conservata in ogni modo, toglie la verve di Salcedo per le maniere forti di Zaccagni, anche perché capisce, che il Parma, ha un peso offensivo non indifferente. Vero, ma quei tre là davanti ed anche gli altri interpreti, hanno provato e riprovato a rompere il muro veronese ma con uno sforzo mostrando meno quella brillante spontaneità che aveva scombussolato i piani di Conte sabato al vespero. Così, come spesso le capita, il Parma dopo aver intravisto le stelle, torna bruscamente sulla terra. Stanchezza fisiologica o un’altalena che va un pochino oliata ed equilibrata? La gara di Firenze, saprà dirci qualcosa in più. Luca Savarese

5 pensieri riguardo “CARMINA PARMA, di Luca Savarese / UN LAMPO DI LAZOVIC E POI I CROCIATI NON RIESCONO A ROMPERE IL MURO SCALIGERO

  • 30 Ottobre 2019 in 07:33
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    No, fortuna veronese mista ai troppi infortuni e alla stanchezza di sabato. Non ho davvero nulla da rimprovare alla squadra.

    • 30 Ottobre 2019 in 10:50
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      Bravo Luca, quando sei bravo nei commenti lo riconosco.

  • 30 Ottobre 2019 in 08:13
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    Come paventato, grande partita a San Siro e sconfitta (in casa) contro una diretta concorrente. Punti persi doppi.
    Per la verità, sulla prestazione di ieri, non c’è tantissimo da recriminare anche se, non riuscire a fare un golletto al Verona in 75 minuti, è un po’ grave…
    Peccato. Era l’occasione buona per dare uno sprint per mettere in garanzia il girone di andata…. evidentemente la squadra non è ancora pronta per il livello superiore.

  • 30 Ottobre 2019 in 12:21
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    Più che la squadra la Società non è pronta se mette a disposizione del tecnico la rosa più ridotta della serie A sapendo di avere almeno due componenti (Grassi e Inglese) infortunati cronici. E ringraziando le stelle Gervinho non si è mai ancora fermato. Se dovesse fermsrsi per un paio di partite cosa facciamo?

  • 30 Ottobre 2019 in 20:04
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    30 ottobre 2019 alle 20:01

    Voglio complimentarmi con Savarese per l’articolo nel suo complesso e segnatamente per il passaggio in cui parla di pregevole fattura e miracoli.

    A me pare proprio che negli ultimi anni si sia confuso il calcio da oratorio cui assistiamo nei campi di serie A col cosiddetto calcio avvincente e spettacolare, facendo passare la facilità con la quale si arriva al gol e si ribaltano le partite per innalzamento della qualità, quando invece è l’esatto contrario. Di calcio realmente avvincente e spettacolare ne ho visto negli anni ’90, quando ti potevi divertire anche con uno 0-0. Quello di oggi è pieno zeppo di gol solo perché è pieno zeppo di superficialità e di disattenzioni.

    Prima, mentre ero in auto, troppe volte ho sentito abbinare i termini spettacolare e dominio a proposito del calcio espresso dal Napoli contro l’Atalanta e dall’Atalanta in genere. Poi, però, fai mente locale e ti rendi conto delle figuracce rimediate dall’Atalanta nella Champions League in corso e nell’Europa League dell’anno passato; e ti ricordi che il Napoli, nonostante il seguito di calcio spettacolare che si porta dietro da almeno un lustro, non è che abbia vinto chissà cosa.

    Credo, insomma, sia il caso che addetti ai lavori, giornalisti ed opinione pubblica recuperino il senso dell’equilibrio nel giudicare questa o quella squadra e questo o quel match.

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