DOMENICALE, di Luca Savarese / E L’ABATINO DIVENNE ALLENATORE…
(Luca Savarese) – Ne stiamo vedendo delle belle. Boban featuring Maldini prima assoldano Marco Giampaolo, dicendo urbi et orbi che servirà tempo, che non è che si possono ottenere risultati subito, poi dopo che questi hanno stentato ad arrivare, ecco il non expedit ed il benservito consegnato al mister nativo di Bellinzona, per accasare il parmigiano Stefano Pioli. La nazionale poi, si è presentata a Roma in maglia verde (nemmeno tanto spiacevole al confronto con le bizzarre tinte cromatiche che spesso invadono le giornate di campionato e ha battuto, pur senza esaltare, la Grecia 2-0, guadagando l’accesso ad Euro2020 con tre turni di anticipo) e Gianni Rivera, è diventato allenatore. Si, proprio lui, Gianni Rivera, la fantasia al potere ed il potere della fantasia, che durante la sua carriera, da numero 10, era piuttosto allergico agli allenatori. “Faceva bene a restare quel che era, già entrò in politica, figuriamoci ora nel governo di una panchina” Sussurrano gli anti abatino, quelli che Sandro baffo Mazzola era più nerboruto e meno esilino. “Ma ha fatto benone, reinventarsi mister a 76 anni, è davvero una bella sfida, che vincerà” , fanno sapere i riveriani della prima ora, quelli che certi lanci sulla testa solo lui riusciva a confezionarli. “ E’ stato un alunno perfetto, non ha saltato una lezione”, dice intanto Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione italiana allenatori. E l’alunno, c
ome la pensa, a laurea, pardon patentino da allenatore professionista di prima categoria, mica pizza e fichi, acquisito. “Gli allenatori vengono scelti raramente scelgono, Certo che mi sento pronto per la Serie A, altrimenti non avrei preso il patentino”. Sempre incisivo il Golden Boy, ieri con la palla al piede in campo e poi fuori con la parola subito pronta ad essere sfoderata dalla sua lingua, in questi anni da portavoce di un calcio mai banale, colmo di spirito critico a tratti quasi kantiano, come se tutto quello che fa sia guidato da una superiore acribia, da un’essenzialità alla quale non c’è poi bisogno di aggiungere molto. “Non sono mai stato un calciatore, ho sempre giocato a pallone”, ripete, sovente, di sé. Dall’Alessandria al Milan, dal Moccagatta a palleggiare con Schiaffino, come se nulla fosse, dalla quasi terza età all’allenatore. Tutto dentro un baleno, colmo di eleganza. Auguriamo a Pioli tutto il bene possibile sulla sua nuova panca rossonera, ma se le cose non dovessero andare per il meglio, tra i candidati, c’è anche lui. Ieri in tram per le vie di Milano con Beppe Viola, oggi per le vie di Coverciano con un patentino preso. Alla palina della panchina giusta. Rivera si nasce. Luca Savarese
Bravo Luca col suo domenicale!
E forte Rivera, che non si è mai considerato un calciatore, ma “solo uno che gioca a palla”!… E che a 76 anni è diventato allenatore!!..
Un caro saluto al direttore Maio!
Maria Teresa
Magri sostituisce Bobby 😀