IL COLUMNIST di Luca Russo / E DOPO KULUSEVSKI L’INTER METTE GLI OCCHI ADDOSSO A KUCKA. MA ANCHE STAVOLTA ANDRA’ IN BIANCO…
(Luca Russo) – Barella rientrerà a gennaio, Sensi forse in occasione della prossima giornata di campionato e Gagliardini è alle prese con un affaticamento muscolare che potrebbe escluderlo dalla lista dei disponibili. Tolti Brozovic e Vecino, l’Inter è rimasta a corto di prime scelte in mediana. L’attenzione che stiamo dedicando alle condizioni fisiche dei centrocampisti nerazzurri ci serve per spiegare perché Antonio Conte, appurata l’impossibilità di assicurarsi Kulusevski già dopo la sosta natalizia (non lo vuole il club Crociato né il ragazzo che, per non interrompere il suo entusiasmante e promettente processo di crescita, preferisce finire la stagione qui da noi), è ritornato a dare un’occhiata alle vetrine del Parma. E segnatamente a quelle laddove sono esposte le nostre migliori mezzale. Questa volta il suo interesse pare sia stato catturato dalle prestazioni, mediamente
eccellenti, di Kucka. L’intenzione dell’ex CT della Nazionale è quella di arruolarlo ad inizio 2020. Lo capiamo: con 1 gol fatto e 2 assist (di cui l’ultimo per Iacoponi nel derby della via Emilia col Bologna) in 9 presenze e una media voto di 6.11, lo slovacco, considerato pure il sovraffollamento dell’infermeria di Appiano Gentile, sarebbe una più che valida alternativa a Sensi e Barella e consentirebbe al tecnico leccese di avere a disposizione quell’alternativa di qualità e quantità in mezzo al campo che tanto gli è mancata nei suoi primi mesi all’ombra del Duomo, durante i quali spesso si è lamentato della scarsa profondità della rosa alle sue dipendenze, giudicata da lui stesso inadeguata per affrontare il triplice impegno Campionato-Coppa Italia-Champions League. L’ex Genoa è uno di quei mediani in grado sia di costruire che di interdire, con spiccate doti da incursore, gran fisico e un ottimo colpo di testa (domenica scorsa al Dall’Ara stava per infilare l’1-2 proprio
in elevazione): non crediamo di essere molto lontani dalla realtà se affermiamo che un carrarmato così educato tecnicamente innalzerebbe di almeno un paio di spanne il livello e il rendimento del centrocampo interista. Ma, dopo che recentemente abbiamo suggerito a Conte di togliersi dalla testa, almeno per gennaio, la suggestione Kulusevski, adesso gli consigliamo di farsi passare anche la voglia di Kucka. Il giocatore non si muove da Parma. Non nella sessione invernale di mercato. Sarebbe una follia privarsene a metà dell’opera, specialmente in un’annata in cui le noie fisiche stanno tormentandoci e limitando con una certa regolarità le scelte di D’Aversa che di volta in volta deve inventarsene una nuova per trovare la quadra: dove lo pescheremmo un altro centrocampista così duttile sul piano tattico e quindi in grado di giocare fuori ruolo e sostituire degnamente chi ora è fermo ai box per infortunio? Da nessuna parte. Teniamocelo stretto. Per un’Inter che vorrebbe sottrarci questo o quel giocatore, c’è un Milan che invece domeni
ca prossima punterà a toglierci punti. Al Tardini, però, i rossoneri ci arriveranno in uno dei peggiori momenti della loro storia recente: 12 gol fatti in 13 giornate, con la media di nemmeno una rete per match; un Piatek che fatica a ritrovare la via della porta; una squadra che nel suo complesso sembra senz’anima e sprovvista dei mezzi tecnici necessari per conquistare una posizione di classifica consona alle ambizioni di inizio stagione; e la percezione, al momento piuttosto chiara, che durante l’estate, in sede di campagna acquisti, non si sia seminato benissimo. Il probabile arrivo di Ibrahimovic porterebbe entusiasmo tra i tifosi e farebbe da sveglia nei confronti di una squadra fin qui poco agguerrita e non sempre sul pezzo. Ma guai ad accoglierlo come il salvatore della patria: lo
svedese risolverà qualche problema, non tutti. Di certo non potrà trasformare in grande un gruppo che grande lo è stato solo nei pronostici ai nastri di partenza della massima serie. E nelle delusioni in serie che ha inanellato successivamente. Neanche l’avvento di Pioli è riuscito a imprimere il cambio di passo desiderato, perlomeno non in termini di risultati (1 vittoria, 2 pareggi, 3 sconfitte dal suo arrivo). Tuttavia rispetto all’attendismo e al palleggio riflessivo della gestione Giampaolo, l’atteggiamento è cambiato. L’allenatore parmigiano vuole che i suoi mantengano un baricentro alto, che aggrediscano immediatamente i portatori di palla avversari così da dover pensare più ad attaccare che ad asserragliarsi in difesa. Buon per i ragazzi di D’Aversa: eluso il primo pressing rossonero, i Crociati avranno tanto spazio in cui scatenare la propria propensione alle ripartenze. E dunque fare ulteriormente male a un Milan già spuntato di suo. Luca Russo
Le strisciate sono più infide e insidiose di una deiezione sul marciapiede di Via Palermo laddove un diversamente parmigiano ha rotto il lampione con una sassata. Il così detto asse (direi ass, ovvero deretano in anglosassone, nel senso che tutte le operazioni sono finalizzate a mettercelo proprio li) con i cinesi coi soldi nero azzurri che oggi van tanto di moda mi fa molta paura, vista anche la tendenza di Faggiano a mesdare sempre in un paio di bronze (oltre a quella quella di Giuntoli). Qui più che parlare di chi cedere bisognerebbe parlare di chi comprare, se nessuno se ne rende conto siamo la sola squadra di serie A che si presenta con 18 giocatori di movimento.
Ma chi ha scritto di Kucka all’Inter?
La notizia fa parte delle varie elocubrazioni mentali degli esperti di calcio mercato di Sky, della rosa, ecc. ecc.
che normalmente non ne azzeccano una che una …. dando di solito affari certi al 100% che non si realizzano.
Ormai la tattica è sparare 20 nomi per ogni squadra e alla fine, solo per la regola dei grandi numeri, ne azzeccano 1 su 200 …
Se il Real Madrid cerca un attaccante è abbastanza facile sparare 10 nomi dei più forti centravanti al mondo, tanto uno di quelli arriva….