NO COLPI DI TESTA, il diario ispanico di Nicholas Barone

no colpi di testa barone 22 11 2019(Nicholas Barone) – Habemus colpo di testa. Ebbene sì, dopo diverse settimane è arrivato il primo agognato colpo di testa. O meglio i primi colpi di testa. Però devo fare una precisazione: i suddetti colpi di testa (due per la precisione) non hanno avuto luogo durante la partitella finale (i rinvii dal fondo da parte dei portieri restano merce rara), bensì durante un’esercitazione in cui, riassumendo, l’obbiettivo era quello di mandare la palla sulle corsie laterali per poi andare a riempire l’area di rigore e finalizzare con l’ostacolo di due difensori più il portiere. Come detto i colpi di testa sono stati 2: il primo a seguito di un cross da parte di uno dei terzini della squadra non ha avuto grande successo, anzi lo definirei come una conclusione “francamente imbarazzante” (per rubare una delle espressioni tanto care al criticissimo Nicola Roggero). Il secondo, fortunatamente, ha avuto maggiore successo: a seguito di un cross da parte del mancinissimo Isidro, stacco di testa e palla all’incrocio (si, la testa è meglio rispetto ai piedi).

Oltre a questa esercitazione, durante l’allenamento, c’è stato un possesso palla con numero di passaggi obbligatori per poter liberare l’attaccante al tiro. Una cosa che mi ha stupito è stata l’attenzione dell’allenatore rivolta quasi esclusivamente alla gestione del pallone. Per intenderci, in Italia, in questi esercizi, gli allenatori, oltre che sulla gestione della palla, si concentrano molto anche sulla pressione della squadra nella fase di non possesso. campo spagnuoloIn questo senso, forse, si possono trovare similitudini – e niente più- con la filosofia del guardiolismo: l’attenzione alla costruzione del gioco è senza dubbio elevato, però questo non significa necessariamente dover ricorrere al gioco corto e cadenzato tipico del tiki taka. D’altra parte, lo stesso Pep, nella versione britannica (a mio avviso la migliore), ha in parte rinnegato i dettami del gioco che lo aveva reso noto ai tempi del Barcellona, o meglio si è evoluto e adattato ad un calcio che ha altre esigenze. Infatti, non è raro che il suo Manchester, in situazioni di difficoltà, ricorra a un calcione lungo da parte di un Walker qualsiasi (a testimonianza di questo si guardino i minuti finali dello scontro diretto dello scorso anno col Liverpool). Soprattutto, una delle armi più pericolose del City è proprio il rinvio lungo, anzi lunghissimo, del portiere Ederson (tiè Morosky) in grado di innescare i micidiali attaccanti della squadra inglese; chiaro che per fare questo è necessario avere qualità tecniche molto importanti, non a caso Ederson è uno dei migliori portieri al mondo (a mio avviso il migliore in assoluto, davanti anche al connazionale Allison).

nicholas barone siviglia calcio balilla 22 11 2019Quindi tornando a quella che è la domanda che accompagna e tormenta senza sosta questo diario (ovvero se la Spagna sia solo tiki taka o se sia anche altro), credo che l’esempio riportato dell’evoluzione tattica che ha investito, a mio avviso, il gioco di Pep sia sintomatico del fatto che ogni nazione e ogni campionato abbiano una tradizione e delle istanze differenti tra loro e che, proprio per questo debbano essere assecondate. La Spagna, per quello che ho potuto constatare finora, e per quel che so della Liga, tende ad avere una maggiore attenzione\ossessione per la fase di possesso palla; in Italia invece, e parlo soprattutto basandosi sulle metodologie degli allenatori avuti in questi anni di promozione, l’attenzione nei confronti della fase di non possesso è altissima: ho perso il conto di quanti 11 contro 0 patendo un freddo micidiale per imparare che una mezzala in un 4-3-3 deve “prendere” l’avanzata di un terzino di una difesa a 4, oppure che, sempre la suddetta mezzala (eh oh, io lì gioco), quando si è contro ad una squadra con il centrocampo a 2, deve uscire su uno dei centrocampisti, e di conseguenza il mediano davanti alla difesa e l’altra mezzala devono assestarsi in modo da formare una sorta di centrocampo a 2 temporaneo. Che barba che noia! Ma direi che di tattica ne ho parlato fin troppo, sto diventando pesante quasi quanto il mio vecchio sulla materia, mi preoccupo; meglio abbandonare questi temi noiosi per prepararmi per un bel concerto di musica dal vivo nel leggendario Radio City, rifugio per persone che, come mi è stato giustamente fatto notare, non c’azzeccano niente (in realtà sarebbe un’altra parola, ma voglio evitare preventivamente la censura del mega direttore galattico) le une con le altre, e proprio per questo diventa un locale magico. Però chissà, magari stasera, nella bolgia del Radio City, in mezzo all’euforia generale, penserò ai movimenti che deve fare una mezzala o a quanto sia bello giocare a calcio, chissà. Perché per noi malati ci sarà sempre quella vocina… Nicholas Barone

COLPI DI TESTA: 2

Stadio Tardini

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2 pensieri riguardo “NO COLPI DI TESTA, il diario ispanico di Nicholas Barone

  • 22 Novembre 2019 in 18:11
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    Tiè !!

    Rimango convinto che il rinvio dal fondo, percentualmente, nella maggior parte dei casi, sia preda dei difendenti, i quali, ributtano la palla, come possono, in avanti:

    nessuno mai riuscirà a convincermi che, a squadre schierate, possa essere una buona arma per attaccare !!
    Ho scritto di squadre schierate, è evidente che, in alcune fasi particolari, passare velocemente dal portiere in avanti, può essere letale per chi si è sbilanciato senza le opportune coperture difensive..!!

  • 23 Novembre 2019 in 00:17
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    Se io vado in un club penso a divertirmi. Che me ne frega del calcio ahahah

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