IL COLUMNIST di Luca Russo / CIN CIN PARMA

russo 1(Luca Russo) – Il quarto risultato utile consecutivo, Coppa Italia inclusa. Il sesto gol realizzato da un calciatore subentrato, a conferma di un trend che ci vede particolarmente ispirati in materia. E il primo pari casalingo, oltretutto strappato in rimonta, per una squadra che tra le mura amiche non conosceva mezze misure, avendone vinte 4 e perse altrettante. Chi ritiene che il pareggio col Brescia significhi due punti persi in chiave europea è assolutamente fuori luogo e fuori traccia. Chi, al contrario, lo considera come un mattoncino in più nel nostro tentativo di conservare la categoria, è sulla strada giusta. No, lasciamo stare il bicchiere mezzo vuoto, concentriamoci su quello mezzo pieno – chi lo desidera si occupi della bottiglia – e incassiamo l’ammissione, sincera, netta e nitida di Balotelli: “Il risultato? Non penso sia ingiusto”. L’attaccante bresciano ha poi aggiunto che se non l’hanno vinta è solo per colpa loro, ma in realtà i meriti del Parma sono evidenti. Al Tardini le Rondinelle si sono presentate a ranghi pressoché completi, noi siamo arrivati allo scontro diretto col reparto avanzato decimato dagli infortuni, con giocatori a corto di gamba perché appena usciti dall’infermeria e nel complesso con un gruppo in riserva sul piano fisico dato che gli acciacchi in serie di questa prima parte di campionato hanno negato a D’Aversa qualsiasi rotazione o bozza di turnover, costringendolo a impiegare sempre gli stessi elementi. O forse il turnover c’è stato, ma scelto dal destino anziché dal mister. Basterebbero, tuttavia, già solo tali premesse a proiettare nella dimensione del “è tutto grasso (i) che cola” il pareggio che i Crociati hanno ottenuto al cospetto dei ragazzi di Corini. Considerando poi pure lo sviluppo del match, allora possiamo tranquillamente archiviarlo alla voce imprese. Se infatti Parma e Brescia si sono equivalse sul piano del gioco, nel senso che sia l’una che l’altra non hanno brillato per fluidità, pulizia e precisione della manovra, lo stesso non si può dire del rispettivo volume di occasioni creato. I biancazzurri, tolto il gol abbastanza rocambolesco siglato da Balotelli, si sono resi pericolosi solo con Donnarumma, abile a intercettare uno sciagurato retropassaggio di Brugman per Sepe, ma non a convertirlo in rete, e Spalek, che ha mancato lo specchio della porta con una scivolata da distanza ravvicinata. Molto più produttiva la fase offensiva dei Ducali, che al gol si sono avvicinati con Gervinho, Kulusevski, Gagliolo ed Hernani, nel primo atto, e Bruno Alves e Kulusevski nella ripresa. Eppure son finiti sotto, a una ventina di minuti dal triplice fischio, il che avrebbe steso qualsiasi altra squadra, ma non il Parma caratterialmente solido di quest’anno. Un Parma che, malgrado fosse stanco e spuntato come è stato correttamente descritto dai colleghi della GdP, ha saputo raccogliere le ultime energie rimastegli in canna e, forte di una personalità e di una cifra tecnica sensibilmente migliorate rispetto all’anno passato, riemergere da una situazione perlomeno poco carina: rischiavamo di passare il Natale con un vantaggio sulla zona retrocessione non più in doppia cifra. La zuccata vincente di Grassi, su assist al bacio di Kulusevski, ci ha restituito un margine di 11 lunghezze su chi adesso è virtualmente in B; e regalato un pari che non sa né di tappo né di bicchiere mezzo vuoto. Ma di bicchiere mezzo pieno, perché, ne siamo convinti, risulterà decisivo nel centrare il nostro obiettivo stagionale, che è e resterà la salvezza. Al bando, almeno per ora, ogni fantasia europea, ché la nostra Champions League è conservare la massima serie, come da bilancio depositato e pubblicato la settimana scorsa. Ciò che club come Inter, Atalanta o Napoli incassano dalla partecipazione alla coppa dalle grandi orecchie, noi con le dovute proporzioni lo intaschiamo tenendoci il posto in A: i ricavi da diritti audiovisivi (35,6 milioni), quelli commerciali (9), da ticketing (4) e minori fanno 60,2 milioni di buone ragioni per “accontentarsi” di non retrocedere, evitare passi più lunghi della gamba e stappare una boccia di Malvasia. Cin Cin, Parma! Luca Russo

One thought on “IL COLUMNIST di Luca Russo / CIN CIN PARMA

  • 24 Dicembre 2019 in 10:32
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    Bene, vedo che si parla solo di salvezza. Guai a pensare come lo scorso anno in ottica Europa League, che poi facciamo schifo da gennaio in poi.

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