CARMINA PARMA di Luca Savarese / LA ROMA NON FA LA STUPIDA, IL PARMA GIOCA MALE LE SUE CARTE
(Luca Savarese) – Il secondo pellegrinaggio romano al Tardini, finisce in maniera esattamente opposta a quello del Campionato. Lì furono i Crociati a battere i giallorossi per due reti a zero, qui sono stati i ragazzi di Paulo Fonseca a superare, con egual punteggio all’inglese, quelli di Roberto D’Aversa. Al Tardini ritornavano le note della Coppa Italia, molto dolci da queste parti, visto che proprio con questa canzone nacque il vinile del Parma copetero dei meravigliosi anni novanta ed inizio duemila. Gara secca, da dentro o fuori, e poi quell’avversario chiamato Juventus, nemico per antonomasia delle storie ducali, lì ad aspettare, già ai Quarti, di conoscere il nome della sua prossima avversaria. Insomma, gli ingredienti erano davvero tanti, l’attesa si tagliava quasi con un grissino, ma alla fine ecco quell’impressione che si ha quando vai ad un ristorante consigliato da Groupon, ma che poi scopri non essere così soddisfacente. Si, la Roma si riempie il palato e passa, il Parma spreca, rosica ed esce, annullando di fatto una concreta possibilità per arrivare in Europa dalla porta di servizio. Nel primo tempo entrambe partono guardinghe, lo studio si fa preferire
all’inventiva, così il torrone lo si mena, ma senza dannarsi l’anima più di tanto. Cornelius, avrebbe varie volte la palla per rompere gli indugi, ma Pairetto e i suoi collaboratori vedono giustamente quattro fuorigioco. Scozzarella ad un certo punto vede una palla spiovente e decide d’incontrarla con una semivolè, la palla però sbatte contro il bianco muro romano. Nel secondo tempo, la sola occasione nello specchio è quel tiro dopo finta di Inglese subentrato a Cornelius. Poi il Parma esce progressivamente dalla gara, così zitta zitta la Roma trova energie e giocate. Lorenzo Pellegrini, l’esempio del giocatore moderno completo, bravo con i piedi e fisicamente imponente, duetta con Under. Tacco del turco e palla tesa del romano e romanista all’angolino di Colombi. E’ un gol che rompe g
li equilibri, un taglio alla Lucio Fontana sulla tela della partita. La Roma con diligenza capisce che dopo tre momenti no, quelli vissuti contro Torino e Juventus e l’infortunio di Zaniolo, ora forse è arrivato un momento si. Il Parma, accusa il colpo e via via presta il fianco, dimenticandosi la forza letale dei suoi contropiede. L’ ingresso di Kulusevski, non apporta l’imprevedibilità sperata. Che Dejan stia preparando un coupe de theatre da confezionare domenica allo Stadium, quale biglietto da visita per quello che sarà il suo nuovo teatro? Lo scopriremo solo vivendo. Quello che abbiamo scoperto è che la Roma no, non ha fatto la stupida ed il Parma rispetto ad altre situazioni – vedi la gara col Lecce di lunedì, vedi la sfida di campionato alla Roma – è stato più impotente, meno sorprendente, più scontato. Se una casa come quella ducale perde questi cardini, allora diventa facile batterla. La mano di Barillà, in versione Maurizia Cacciatori poi, rende le cose molto più facili per i capitolini. Così la doppietta di Pellegrini rende questo pellegrinaggio romanista in terra parmigiana dolce e fa uscire amaramente i Crociati da un Coppa, dove negli anni addietro, dettavano spesso legge. Piccola postilla: va bene un muscolare come Kurtic, utile alla causa, ma un pizzico di fantasia, uno in grado di saltare l’uomo e far saltare gli schemi, forse renderebbe queste partite più giocabili e meno sagre dei rimpianti. Luca Savarese
“vedono giustamente quattro fuorigioco”
Ma quando mai? Il più clamoroso è stata la mancata espulsione di Pau Lopez su retropassaggio di Smalling.