IL COLUMNIST di Luca Russo / LA POTENZA E’ NULLA SENZA CONTROLLO
(Luca Russo) – Non ho mai nutrito troppa simpatia per il personaggio Ibrahimovic, spaccone come pochi altri e in un modo che nemmeno il suo sconfinato talento può giustificare. Il giocatore, però, merita la stima e l’ammirazione di chiunque sia innamorato del pallone. Ieri, sul terreno della Sardegna Arena, al cospetto di un Cagliari stranamente privo del mordente che lo ha lanciato lassù in classifica, Zlatan, oltre a ritrovare il gol in A dopo 7 anni e 250 giorni (l’ultimo nel derby contro l’Inter del 2012) e a riportare il Milan al successo (con temporaneo affiancamento ai Crociati in settima posizione a 25 punti, pur con una gara in più dei nostri) con la decisiva collaborazione del collega di reparto Leao (0-2 il finale), ci ha “spiegato” perché è inevitabile apprezzarlo, calcisticamente s’intende. Nel primo tempo ha sfiorato il gol con un gran colpo di testa neutralizzato egregiamente da Olsen, nel secondo ha centrato lo specchio della porta con una splendida girata sul palo più lontano, nel complesso mi ha impressionato la sua capacità di indirizzare il match a favore della propria squadra e costringere gli avversari ad assumere un atteggiamento piuttosto
guardingo. Partecipazione alla manovra, presenza nel gioco, ciambella di salvataggio per i compagni in difficoltà: chi pensa che lo svedese sia solo un finalizzatore infallibile e basta, sbaglia di grosso. In questo Milan è molto di più. È soprattutto l’esperienza che mancava al gruppo rossonero per effetto di un mercato estivo eccessivamente orientato sui giovani. Se la potenza è nulla senza controllo, come recitava un noto spot pubblicitario degli anni novanta, la freschezza atletica rischia di rivelarsi effimera quando non è accompagnata dalla giusta dose di maturità. In altre parole, il club rossonero in sede di campagna acquisti, e non solo, ha sacrificato l’equilibrio in nome di un incomprensibile integralismo, evidentemente ignaro del fatto che nel calcio moderno il primo paga dividendi, il secondo distribuisce rogne. A tal proposito, Nuovo Inizio avrebbe tutte le carte in regola per fare da nave scuola alla proprietà americana del sodalizio meneghino, perché il Parma è la società che più delle altre in
Italia è sinonimo di equilibrio. Quello in campo è evidente: al contrario del gruppo rossonero, il collettivo Crociato è la miscela perfetta tra giovani di belle speranze e l’usato sicuro incarnato dagli elementi che hanno alle spalle un curriculum coi fiocchi. Mix che riscuote il nostro consenso ed ha una logica ineccepibile: se una truppa di soli “vecchietti” può arrivare col fiatone al termine della stagione, un esercito di soli ragazzini rischia di non presentarsi nemmeno ai nastri di partenza. E allora meglio una via di mezzo. C’è armonia pure nello sviluppo del gioco di marca Ducale: a differenza di dodici mesi fa quando ci si arroccava dietro in attesa della ripartenza giusta, quest’anno gli uomini di D’Aversa attaccano preparandosi preventivamente alla fase di non possesso e difendono predisponendosi a quella di impostazione. Il contropiede resta la nostra arma migliore, però lo esibiamo nell’ambito di un calcio più coraggioso, che le occasioni le determina, non le as
petta passivamente. Un atteggiamento che ci ha portato in dote la bellezza di 25 punti e un settimo posto con scorcio Europa League difficilmente pronosticabile a inizio campionato. Ma l’equilibrio che anima le strategie di Nuovo Inizio è visibile anche in materia contabile. Lo testimoniano il bilancio, ricco di cifre e prospettive incoraggianti, licenziato e depositato poche settimane fa e quelli che lo hanno preceduto, altrettanto impeccabili se valutati al lume degli obiettivi da raggiungere. Segno che nella lunga e tortuosa risalita dalla D alla A i Magnifici 7, pur non lesinando investimenti e risorse, non hanno mai perso di vista il buon senso. Che è, e resterà, l’unico strumento valido per preservare l’equilibrio che in 4 anni ci ha fatto risorgere dalle ceneri di un fallimento determinato proprio dall’incapacità di resistere alla tentazione di fare il passo più lungo della gamba. Luca Russo
Per pietà Russo ci risparmi il passo più lungo della gamba mi fa venire la scabbia e prolassi intestinali solo a sentirla. Si lo sappiamo, fa parte della tavola delle leggi contenuta nell’arca della tomacca conservata al Ponte Caprazucca insieme alle spese oculate, al Territorio e alle eccellenze e all’ecsport però proprio perché i piocioni strisciati di Palazzo Soragna non c’entrano un c…o col Parma vediamo di non usare i loro mantra. Lasciamoli preparare i vestiti grigi e le scarpe di cuoio per il GRANDE GIORNO di domani con l’emittente confindustriale in diretta dall’alba e file di dottoroni, avvocatoni, notaioni e tutte le teste grigie e pelate ad accompagnare le milizie di industrialotti upini a scroccare qualche tartina con le alici.
Non mi interessa di chi sia il mantra l’affermazione “non fare il passo più lungo della gamba”. Mi interessa che si tratti della filosofia che anima le mosse di Nuovo Inizio, perché un altro 2015 io non voglio riviverlo. Così come non mi interessa ritornare allo Stadio dei Fiori di Valdagno in pieno inverno a subirmi il freddo glaciale di quella domenica di 4 anni. Se non fare il passo più lungo della gamba è il sacrificio da sostenere per godermi il calcio nostrano nella sua espressione più alta, ovvero la Serie A, e permettere alla città di Parma di godere dell’indotto, di dimensioni considerevoli, che solo il calcio sa garantire, ben venga! Perché il fallimento del 2015 non si è limitato solamente a togliere il calcio a noi tifosi, ha sottratto risorse all’economia cittadina e visibilità alla bella Parma. Quindi, prima di pretendere strategie societarie scriteriate, immaginiamo quali possano esserne le conseguenze. E’ già accaduto, può succedere di nuovo.
Conto domani dal Parma
su una prestazione
MONSTRE
contro il Lecce.
Non è da Parma
” ciccare” due volte di seguito.
Domani in campo voglio UOMINI VERI con
CONCENTRAZIONE
FAME
OCCHI DI TIGRE 🐯
Bisogna
SOLO
VINCERE e dare il 120-130%
Pareggiare o perdere è la stessa cosa.
Spero inoltre di non vedere più Iacoponi biondo.
È UN COLORE SU UN CALCIATORE CHE PORTA S…FIGA
e se Iacoponi dovesse entrare in campo biondo
e se si dovesse perdere o pareggiare sapremmo
a chi dare la colpa.
Leggo che Iacoponi si è infortunato.
Visto?
Che vi avevo detto.
S’e fatto biondo e si è
attirato la sfiga.
Io son certo che se a Bergamo
entrava senza quella cazzata,
colorando i capelli come
mia cugina, ora sarebbe
disponibile per la partita
PIU’ IMPORTANTE DELL’ANNO.
Così invece la SFIGA lo ha
preso sotto le sue alib
e se non si toglie quel colore artificiale
odioso per un uomo.
penso che la sfiga lo terrà sotto le sue ali
per tanto tempo.
Spero tua cugina caro Velenoso abbia max l’età di Iacoponi altrimenti passo….
A parte gli scherzi devo dissentire nel senso che anche un pareggio io non lo vedrei come una tragedia. Il Parma si salverà e anche più e se domani dovesse pareggiare pur giocando in modo grintoso e concentrato sarà un mezzo passo falso ma pur sempre con un punto in tasca. Le prossime poi nulla di proibitivo. Il campionato è bello poiché indecifrabile in tutti i pronostici.
Forza Parma sempre
Ti accontenti di un pareggio?
Ho sentito bene?
Un pareggio?
MA NEANCHE DIPINTO.
SOLO VITTORIA
Senza “se” e senza “ma”
Spero di no vedere più qui ….il nome Atalanta ….
Basta …… e’ stanchisimo ….
aqua sotto il ponte ..
Pensate…. Parma …scrive Parma ..
Mannagia …..
e’ no voglio vedere Cagliari in Europe per dire qualcosa che e’ incontra Parma …
Russo, è l’espressione in sè che va abolita insieme a spese oculate e buon padre di famiglia. E’ un residuato bellico semantico di derivazione upina e come tale va lasciata appannaggio dei parrucconi di Palazzo Soragna . Incisa nelle tavole delle leggi tomaccare è parsùtare custodite dal direttore con la pipa, novello Mosè e guida immarcescibile degli industrialotti in grigio.
Ibra ha iniziato da trequartista e ha sempre avuto i piedi da numero 10 abbinati a un fisico da centravanti puro.