CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / SPERARE AL MEGLIO, MA ANCHE PREPARARSI AL PEGGIO
(Gianni Barone) – Mentre i dati di ieri, Lunedì 23 Marzo 2020, comunicati dalla Regione Emilia Romagna riferiti a Parma, parlano di altri 13 decessi – superato il totale di 200 morti – e di 155 nuovi contagi), ci dibattiamo tra fatalità e ardite professioni di fede, combattendo ogni tipo di malizia della retorica, in un impeto di sentimenti ingenui che devono escludere, se possibile, dicerie su presunti untori o su chi si potrebbe far ricadere, eventualmente, responsabilità per ritardi di comunicazione e/o omissioni di pericoli incombenti da valutare. Quindi, in questo momento, il confronto tra fede e scetticismo, non conta e non c’entra: provvidenza, meditazioni filosofiche e riflessioni possono anche lasciare il tempo che trovano, e anche l’ipotesi di non ritornare a giocare, che sta per materializzarsi, potrebbe suggerire, come in realtà ha fatto, a qualcuno
fantasiose e bizzarre illuminazioni (elucubrazioni?). Tipo lo scudetto all’Atalanta che qualcuno, tal Criscitiello, provocatoriamente, non v’è dubbio, almeno lo speriamo per lui, vorrebbe attribuirle, in virtù della brillante, fin qui, stagione calcistica degli orobici, e anche per rendere onore alla provincia, che più di ogni altra, sta pagando un grandissimo tributo di sofferenze, dolori e vittime. Questa retorica della pietà, ancorché inutile, alla luce degli sviluppi delicati della situazione generale del Paese, va di pari passo con altri due tipi di retorica, che lo stesso
ideatore di scudetti (Criscitiello medemo) non esita a bandire e condannare, e cioè quello delle canzoni dal balcone (melodrammaticamente stucchevole), e quello dell’Andrà tutto bene. Che tutti declamano a piena voce, in un clima in cui, per chi soffre e per chi piange defunti che non può nemmeno accompagnare al camposanto, il bene futuro di molti augurato non servirà minimamente a lenire il cordoglio e il dolore attuali. Il calcio di riflesso, che s’interroga sugli sviluppi legati ad una ripartenza, mai come in questi ultimi giorni, più che ritardata se non addirittura in bilico o in forse. Si parla di allenamenti in sicurezza, si ma quale sicurezza? E quali allenamenti? Si parla di congelamento di stipendi dei calciatori senza sapere di preciso a quanto ammonteranno l
e perdite del club? E se le stesse addirittura le stesse risultassero fatali alla sopravvivenza? E si approfitta anche del momento per discutere di modifiche alla legge Melandri sui diritti TV, e quella sul professionismo sportivo del 1981, la famigerata legge 91, o la revisione del bando pubblicitario imposto alle società di scommesse. Il calcio è sempre più veloce della politica: la supera quando vuole o quando le fa comodo, salvo poi invocarne l’aiuto nei momenti di estremo bisogno o quando si imboccano strade perigliose o senza uscita. Il Presidente della Fifa Gianni Infantino, non fa mistero della posizione privilegiata del movimento calcistico, anche in questo clima di pandemia conclamata e di guerra, metaforicamente, evocata ad ogni piè sospinto, volendosi smarcare affermando – in esclusiva alla Gazzetta dello Sport di ieri – con sicurezza al limite della sicumera: “Noi ripartiamo. Non da zero, siamo privilegiati, ma salviamo tutti assieme il calcio da una crisi che rischia di essere irreversibile”. Beato lui che dal suo trono dorato svizzero, riesce a scansare, anche dai pensieri, lo zero a cui tutti siamo costretti e da cui tutti dovremo ripartire non appena avremo l’agio, la forza, o la fortuna di rialzarci. Zero come il paziente, vanamente inseguito,
all’inizio, per non far ripartire l’iperbole del contagio, ma che ora non conta e non serve più. Zero come la partita di Coppa fra Atalanta e Valencia del 19 Febbraio a S.Siro, a meno due, dall’allarme di Codogno, e a cui si fanno risalire, per sospetto cui la stessa scienza ammicca, le migliaia di morti concentrati proprio nella martoriata provincia bergamasca. Zero Aprile, prima data di ripartenza dissolta, evaporata. Zero Maggio (a Palermo come libro cult anni 90 di Fulvio Abbate), seconda data che rischia di allontanare la ripresa, alla stregua del maccherone, che in serate di Coppa, sfumava, allorché il risultato di parità della gara, spalancava le porte allo spettro dei supplementari, tanto odiati da giova
ni e vecchi cronisti (Giorgio Comaschi docet), anni 90, impegnati in cronache e radiocronache notturne. Anno Zero che evoca tempi di guerra, che pochi conoscono per esperienza diretta, ma, iconograficamente, molti osano descrivere alla perfezione, trovando similitudini con le apprensioni del presente. File ai supermercati, oggi, per approvvigionamento da scaffali stracolmi, con tanto di mascherina e guanti d’ordinanza, e file, allora, con tessera annonaria stretta con forza tra le mani di chi, lamentava familiari al fronte o in prigionia, e sperava che i malfermi scaffali non si svuotassero dei prodotti esiziali, prima che arrivasse il rispettivo turno. Ogni guerra ha la sua sofferenza, ma quella senza Tv Smart, iPhone, pc, e social imperanti, aveva di sicuro, qualche agio in meno. La parola d’ordine che sostituirà l’attuale “Andrà tutto bene”, troppo irrispettoso per i suindicati motivi, sarà Non bisogna cedere. Il cui acronimo N.B.C., potrebbe suscitare sorpresa in chi, come me, in tempi di coscrizione militare obbligatoria, insegnava, in qualità di istruttore al Battaglione addestramento reclute (B.A.R.), tra le altre materie, Bonifica e protezione NBC, dove N stava per nucleare, B per biologico e batteriologico, oggi ahinoi tristemente troppo in voga, e C per chimico inteso come particelle radioattive disperse nell’aere, e che mai avrebbe pensato, a 40 anni esatti di distanza, di doversene ancora occupare con un nemico invisibile che non conosce barriere. Gianni Barone
La iattura peggiore, paragonabile alla venuta del bresciano a causa della piocioneria dell’UPI che non si fece carico di una società in perfetta salute consegnata da Bondi e con denari sui conti sarebbe la serie A a 22 con 5 retrocessioni. Non oso nemmeno pensarci alla bagarre, a trovarmi con Frosinone, Brescia, Genoa, ancora la maledetta Spal, Crotone. Che gli dei ci scampino da questo.
A questo punto dovrebbero puntare su playoffs e playout a giugno, prendendo come classifica valida la 24a giornata.
A giugno non penso che,
senza vaccino, si possa andare
allo stadio come se nulla fosse.
Temo addirittura per la ripresa
del prossimo campionato.
Anche se la pandemia a giugno
finisse chi rischierebbe di
fare partite a porte aperte
anche a settembre?
Ora comunque vada ci sarà
sempre la psicosi che il virus
si risvegli o questo venga
sostituito da un altro nuovo
virus che non si sa come
questo, come debellarlo.
Ammettiamo che all’inizio
del prossimo campionato
se non ci sono ancora i vaccini.
ci sia ancora solo un infettato.
Saremmo da capo.
Ci vuole solo il vaccino
altrimenti è notte e per il
vaccino ci vuole tempo.
Poi c’e il problema degli abbonati.
Se l’abbonato odierno non
venisse risarcito di un terzo per
le partite non giocate presumo
che uno.prima di fare l’abbonamento
per la prossima stagione
ci penserebbe molto.
Ovviamente se non ci fosse il logico
e dovutorisarcimento il calo degli
abbonati sarebbe enorme vuoi per la
paura ancora di nuove pandemie
e vuoi anche perché si capirebbe
che abbonarsi NON CONVIENE PIÙ
visto che se non si gioca, la prendi
nel culo.
In quanto ai giocatori visto che manca
un terzo alla fine del campionato
si dovrebbe decurtato dal loro
stipendio un terzo visto che per un terzo
non hanno giocato e quindi si dovrebbe
decurtato dal loro stipendio
il 33% senza “se” e senza “ma”
Ci vorrebbe una legge nazionale
che imporrebbe questo.
Altro che decurtare solo il 20%.
Il campionato attuale
DOVREBBE ESSERE ANNULLATO.
Unica novità
Le ultime due in 🅰 in serie B
e le prime due in B in serie 🅰
e la Lega che prende montagne di soldi
da,Sky e da Dazn dovrebbe dirottare
parte di questi soldi sulle società che
più ne hanno bisogno.
Non certamente su Juventus Inter
Napoli Lazio Roma e Atalanta che di soldi
💰 💰 💰 ce ne hanno da vendere
La vedo dura per le piccole società.
Sono curioso di vedere come
si agirà sugli abbonamenti.
Io l’ho sempre detto.
Se si dovesse giocare basta scontarlo
sull’abbonamento della prossima
stagione senza burocrazie, moduli strani
per ottenere il rimborso che sembrano
fatti apposta come contro la Spal
per non darci niente.
Stiamo a vedere.
Invece andremo verso lo scenario peggiore. Serie A a 22 con Spal è Brescia che si salvano il culo è una roba inammissibile.
Se così fosse
Incontreremo ancora la,Spal……..
Partiremo da meno 6
perdendo altre due volte.
e con gli abbonamenti dimezzati ( se va bene)