DIARIO DI UN’ITALIA IN(CORONA)TA, di Luca Savarese (17^ puntata) – GLI STRILLONI 2.0 E IL PROGENITORE VARELA CAPITANO DELL’URUGUAY MUNDIAL DEL ’50
(Luca Savarese) – Obdulio Varela, storico capitano della celeste, la formazione uruguagia che fu capace di andare a vincere il mondiale brasiliano del 1950, battendo in finale i quotatissimi padroni di casa, grazie alle reti di Schiaffino e Ghiggia, che ribaltarono l’iniziale vantaggio brasileiro di Friaça, raccontò più avanti e lo si può apprezzare dalle pagine di Eduardo Galeano, come la sua nazionale, riuscì a compiere quell’impresa, che passò agli annali come il Maracanazo, cioè il disastro del Maracanà. Egli, subito dopo il vantaggio del Brasile, andò dall’arbitro inglese, il sig.George Reader, lo accerchiò, gli parlò addosso, continuò a ripetergli fino allo sfinimento, che quel gol appena segnato e concesso era irregolare. Inscenò più che un siparietto un siparione, lungo, sfibrante, infinito. Più che contrariare il direttore di gara, rivelò l’audace Obdulio, quel suo agire, aveva in realtà uno scopo ben preciso: togliere energie nervose agli avversari, sfiaccarli, trasformare la gioia del gol fatto, in ansia per quello che sarebbe successo una volta ripresa la tenzone. Ma come ebbe successo in questo Varela? Aveva forse fatto un corso di teatro? Aveva qualche amico nel cinema di quegli anni che in segreto gli insegnò i trucchi del mestiere? No, niente di tutto questo. Da bambino, dentro la fame che colpiva i sobborghi della sua Montevideo, vendeva giornali alla gente. Andava in giro, di casa in casa, chiedeva alla sua voce di essere forte e decisa e via, poteva andare in scena: “Signore e signori, il prefetto ci vuole aiutare, scoprite il perché in queste pagine! “Arrestato il pittore che si spacciava per Michelangelo, per saperne di più, ecco, a voi i giornali di oggi!”. Così dallo strillare alla gente all’arbitro, il passo, non è stato poi così lungo. Si, se l’Uruguay, vinse la sua seconda coppa del mondo, lo deve anche a questo, atteggiamento, da strillone consumato, del suo capitano. Chissà se vinceremo il mondiale e sconfiggeremo il Coronavirus in rimonta, come quell’Uruguay intrepido fece con quel Brasile, una cosa è certa. In questi giorni infatti, di imposta vita domestica, è tornato di moda il mestiere dello strillone; nell’era delle facili fake news nell’aria e nell’etere, i giornali stampati restano un servizio essenziale per i cittadini. Vogue, in un articolo web odierno, fornisce un dato interessante: delle 25000 edicole italiane, ben 22000 sono infatti rimaste operative. Ma se la gente non riesce a recarsi presso le edicole, tranquilli, sono gli edicolanti, con montagne di giornali, ad andare presso il cliente Maometto. Ecco gli strilloni 2.0. Emblematico il caso del milanese Andrea Carbini, imprenditore col pallino di rilanciare la carta stampata. Prima che scoppiasse questa bufera virale, aveva messo in piedi l’Ape Edicola mobile. Il Coronavirus, non lo ha messo fuori gioco, ma ne ha anzi aguzzato l’ingegno. Ogni giorno la sua sveglia suona alle 5, riempie l’Ape e via a ri-strillare alla gente. Invece Gaetano Larenza, contitolare di un’edicola a Sannazaro, nel pavese, ha scelto l’american style: lancia il giornale sulla porta di
casa, dall’auto in corsa. Ci sono persone che senza l’edizione cartacea, non ci sanno proprio stare, voilà eccoli accontentati. Questo mestiere, nacque, nei primi anni di vita dei giornali. Veniva fatto spesso da piccoli ragazzi, per strada. Nelle città americane, spopolò tra la metà dell’Ottocento ed i primi del Novecento. Il newspaper streller, ne urlava le principali notizie ed aggiungeva “Extra! Extra”, che nelle nostre metropoli fece presto a trasformarsi in “Edizione straordinaria!”. Anche il comico Maurizio Milani, di Codogno, uno dei primi a vivere questa situazione di quarantena, annullando diversi suoi spettacoli, da ragazzo era uno strillone. “Giravo per Seregno dalla mattina alla sera e urlavo: “La Notte! La Notte! Costa 500 lire!!” Ha raccontato nel 2016 sulle colonne de “Il Foglio”. Dal fiero Varela, da giovane soplòn, a questi nuovi strilloni. Sperando, di fare come quel suo mitico Uruguay e di poter vivere anche noi prossimamente il nostro Coronazo. Luca Savarese
#Diciasettesima puntata Mercoledì 1° Aprile 2020
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