DIARIO DI UN’ITALIA IN(CORONA)TA, di Luca Savarese (25^ puntata) – VENERDI’ SANTO, LA VIA CRUCIS DI PAPA FRANCESCO CON LE INTENZIONI DEI CARCERATI PADOVANI

Luca Savarese(Luca Savarese) – “Ognuno è solo al centro del mondo, trafitto da un raggio di sole, ed è subito sera”; “Mattino, m’illumino d’immenso”. Quando ancora non esistevano i social, loro scrivevano già queste sentenze, i post erano ancora lontani dall’essere pensati, ma questi, trovavano un posto di rilievo. Ad un grande poeta, bastano poche parole per dire tutto il mistero dell’esistenza. Così,con queste due pennellate brachilogiche, Salvatore Quasimodo e Giuseppe Ungaretti, riuscirono seppur in momenti e contesti diversi, ad iscrivere il senso della sera e del mattino. Lampi di classe. In queste sere e mattine da quarantena, sono davvero tante le citazioni, che alla velocità della luce, fanno il giro dei social attraverso meme, sottoforma di frasario dal vago sapore sentenziale. Come se il Coronavirus avesse improvvisamente attivato le papille scrittorie degli italiani. Certo, se la difficoltà aguzza l’ingegno, questa pausa forzata da tutto e da quasi ogni cosa, ha sviluppato o rafforzato l’istinto di sopravvivenza che dentro al dramma, vuole cogliere possibili universi di senso e lo fa, con quello che solo all’uomo è proposto, diversamente dagli animali, il baule delle parole. Di questi aforismi da quarantena, ce ne sono per tutti i gusti e tutti gli stili, dal semiserio al comico, dal vagamente riflessivo al velatamente filosofico. La sofferenza prova ma insegna. Ce lo ricordava anche Eschilo, il primo grande tragediografo della triade greca: Eschilo, Sofocle, Euripide. Solo dalla croce può nascere l’impensabile rivoluzione della Resurrezione, ci ha raccontato, molti anni più tardi delle conquiste del mondo ellenico, la scoperta cristiana. Anche per questo motivo infatti questa sera, nell’inedita via crucis papale, che dopo 50 anni, causa pandemia, ritorna a disputarsi sul sagrato di Piazza San Pietro e non al Col006 benedizione urbi et orbi papa francesco 27 03 2020osseo, le meditazioni alle rispettive stazioni, non saranno del pontefice o di un dedalo di biblisti eruditi, ma dei carcerati dell’istituto penitenziario “Due palazzi” di Padova, dove presta servizio don Marco Pozza, che attraverso vari canali, vuole riproporre la bellezza a trecentosessanta e liberatoria della fede. Detenuti in prima persona, loro familiari, educatori e volontari carcerari, chi meglio di loro, può compilare il vademecum della via Crucis? Si, stanno spopolando aforismi che nemmeno ai tempi dell’epigrammista Marziale, ma chi alla fonte della sofferenza si abbevera ogni giorno, la può spiegare meglio, di chi, lavorando da casa, crede in fondo sia solo, un problema là fuori e di altri. Luca Savarese

#Venticinquesima puntata Venerdì 10 Aprile 2020

2 pensieri riguardo “DIARIO DI UN’ITALIA IN(CORONA)TA, di Luca Savarese (25^ puntata) – VENERDI’ SANTO, LA VIA CRUCIS DI PAPA FRANCESCO CON LE INTENZIONI DEI CARCERATI PADOVANI

  • 10 Aprile 2020 in 23:52
    Permalink

    Profetico e filosofico.

  • 12 Aprile 2020 in 12:03
    Permalink

    Arriverà il momento nel quale il Papa ricorderà le vittime cui i carcerati hanno provocato del male?

I commenti sono chiusi.