DIARIO DI UN’ITALIA IN(CORONA)TA, di Luca Savarese (44^ puntata) – SE ATTORI E RISTORATORI PIANGONO, I FREE LANCE NON RIDONO
(Luca Savarese) – Il termine fece il suo esordio all’interno delle pagine di Ivanhoe, scritto da Walter Scott, che al liceo ci hanno fatto mandare a memoria essere stato il primo romanzo storico. Venne redatto nel 1820 ed ha come scenario l’Inghilterra del XII secolo, accesa dalla guerra tra Sassoni e Normanni. Fieri protagonisti di questo conflitto erano anche alcuni eserciti composti dalle cosiddette “Free lance” lance libere, non erano impegnate né per le forze sassoni né guerreggiavano per il contingente normanno, andavano dove li portava il soldo, indipendenti quindi dall’obbligo di fedeltà a quella o quell’altra corona. Scott mette in bocca a Maurice De Bracy, Capitano dei Free Companions nonché personaggio focale del racconto: “Ho offerto a Riccardo il servizio delle mie Libere Lance, ed egli lo ha rifiutato. Le condurrò a Hull, prenderò una nave e partirò per le Fiandre. Grazie a questi tempi inquieti, un uomo d’azione trova sempre impiego”. Sono passati secoli dalle avventure di quel primo impavido free lance, anni ed anni da quando poi nell’ottocento Scott lo utilizzò nelle sue pagine immortali, ma oggi al netto dei tempi siano ugualmente inquieti, il free lance, non trova sempre impiego, anzi. Soprattutto in questo tempo pandemico. I media, tv in primis, fanno molto presto a fornire assist ai grandi attori, a confezionare servizi a puntino sull’annus horribilis dei ristoratori, ripresi con facce da tregenda, quando prima dell’8 marzo, le unichd tragedie che avevano conosciuto erano solo quelle greche e nemmeno…poca è invece l’attenzione mostrata dall’opinione pubblica per i Free lance, che come il celebre Maurice De Bracy, diversamente dai giornalisti dei giornali più noti, non sono assoldati a nessun sovrano editoriale…ma scribacchiando qua e là, si ricavano la loro, spesso dura e corta, pagnotta. E’ proprio di oggi la notizia, su Linkedin, un social a dire la verità sempre molto attento alle questioni comunicative, che un sondaggio dell’Acta (l’associazione italiana dei freelance) riportato da Esquire, sostiene che il 60,5 percento” ha stimato una riduzione del 30 percento del fatturato nel 2020 (il 26,4 ha stimato addirittura un calo del 60 percento)”.Numeri, questi, che spingono i lavoratori free a chiedere sostegno. Il devastante impatto economico del coronavirus si sta rivelando fortissimo in ogni ambito professionale, anche se non i proporzioni maggiori per i free lance creativi e non. Il sondaggio, sottolinea l’Esquire, riporta come a metà marzo, l’Acta abbia pubblicato un sondaggio secondo il quale l’89,3 percento dei partecipanti dichiarava di aver visto la cancellazione o la sospensione di tutte o di alcune loro commissioni. Vari free lance interpellati hanno però evidenziato come ad oggi, manca un chiaro piano di sostengo che vada oltre il bonus di 600 euro (per coloro che lo hanno ricevuto) e che sia capace di contemplare anche l’affitto o la sfera fiscale. Davvero interessante e lodevole l’iniziativa lanciata dallo stesso Linkedin per i freelance che recita così: “Sei un freelance? Racconta la tua esperienza commentando sotto e iscriviti al gruppo curato dalla redazione di Linkedin: https://lnkd.in/eaehgPG. Certo attori e ristoratori piangono ma hanno quintalate di fazzoletti per asciugare le loro lacrime, mentre i free lance, soprattutto i giornalisti free lance, non se la ridono affatto, ma continuano, in silenzio a fare quello che più amano: scrivere, senza finire spesso al Tg1. Luca Savarese
#Quarantaquattresima puntata Giovedì 30 Aprile 2020
E il Decreto Aprile arriverà, se tutto va bene, a maggio. Con calma, che tanto non siamo mica in crisi.
Lockdown, freelance, smartworking, alla fine della pugna vinsero gli anglosassoni, “vallo” dire ad adriano adesso, anzi now , mettiamici anche il vairus poi pretendiamo di saltarci fuori