DIARIO DI UN’ITALIA IN(CORONA)TA, di Luca Savarese (74^ puntata) – 30 ANNI FA IL RUGGITO DEL CAMERUN FIRMATO DALLA PENNA DI BIYIK

luca savarese auto 15 05 2020(Luca Savarese) – Milano quel giorno, sembrava Eldorado. Tutto era nuovo, tutto era scintillante, tutto fremeva. Anche il sottopassaggio per le macchine, che portava e porta tutt’ora, da via Novara allo stadio di San Siro, il tunnel Patroclo, era finalmente pronto. Chi aveva trovato i biglietti gongolava, chi no, si consolava con i maxi schermi, chi invece preferiva la sedentarietà di casa, era accontentato da speciali e dirette. L’attesa del Mondiale italiano del 1990, stava per diventare realtà e dire il suo Ciao, nome della mascotte dell’evento, al mondo. Quattro i colori, che campeggiavano ad ogni angolo della metropoli: il bianco e l’azzurro dell’Argentina, l’albiceleste, campione in carica, che quattro anni prima, nel 1986, in Messico, aveva alzato la coppa e poi c’erano il verde, il rosso ed il giallo del Camerun, I leoni indomabili. Si, questo epiteto lusinghiero se lo guadagnarono durante la loro prima Coppa del Mondo, a Spagna 82 quando, nel gruppo dell’Italia, chiusero il girone a 3 punti, gli stessi degli azzurri, con identica differenza reti, ma con un gol fatto in meno. camerun gol di biyikUscirono così senza aver perso una partita, guadagnandosi quello che oggi chiameremmo hagstag #leoniindomabili. Non presenti a Messico 86, conservarono il loro ruggito per Italia 90. Insomma, non vedevano l’ora di scendere in campo, per giunta nella nazione che era riuscita a passare al loro posto, nel Mundial spagnolo. Non c’era persona, in città, che non sapesse, anche non volendo, che il Mondiale stava per prendere il via. Lo fece alle ore 18. Quando il fischio del sig. francese Michel Vautrot diede il via alla rassegna, che tornava in Italia dopo 56 anni. Gli spettatori sono 73.780. In campo c’è Maradona, che prima del fischio d’inizio figheggia palleggiando ripetutamente, di spalla. Diego, è reduce dal secondo scudetto vinto col Napoli, ma c’è dall’altra parte, anche Thomas N’kono, portiere con la personalità taglia extralarge: gioca col 16 sulle spalle, tra i pali non si fida degli interventi semplici, ai quali preferisce di gran lunga quelli spettacolari. Non a caso fu lui che, contribuì a far cambiare idea sul ruolo ad dodicenne Gigi Buffon, il quale vedendo all’opera il padrone dei pali di quel Camerun, rimase folgorato al punto di decidere di fare il portiere. François_Omam-Biyik_-_Italia_'90Due giocatori che più tardi, a Parma, non furono certo di passaggio, eccoli, quel primo giorno di Italia 90, regolarmente in campo: Roberto Nestor Sensini, nella posizione di mezzo sinistro con la casacca numero 17 e Gustavo Abel Balbo, compagno d’attacco, con l’insolita maglia numero 3, del capitano Maradona. Argentini in campo con il 3-4-1-2, africani con un 4-4-2 ma con il libero, Kundè, e con il centrocampo a mo di diamante, con M’Fede, un po’ centrocampista aggiunto un po’ trequartista improvviso. Le telecamere riprendono principalemente dall’alto, all’ora, mica c’erano quelle basse. N’Kono, pantalone lungo anche se siamo a giugno, è in giornata, infatti Balbo e Burruchaga s’impappinano davanti a lui. Il Camerun tiene botta, l’Argentina si affida alla balia Maradona, che non riesce però a preparare le sue solite pappe di gol. Quando Kana Biyik viene espulso nel secondo tempo, per un fallo non grave su Caniggia, si ha l’impressione che di lì a poco, l’undici di mister Bilardo, romperà gli indugi, con qualche giocata. Invece, la giocata, ce l’ha in serbo il Camerun. I leoni sono stanchi ma non domati, hanno corso tanto per star dietro a Diego e compani, ma hanno ancora un po’ d’inventiva. biyikCosì, la mostrano al minuto 67. Punizione in prossimità del lato corto sinistro dell’area di rigore, sembra una palla bassa, di facile lettura. Sembra. Perchè quella palla, la fa impazzire Makanaky, che con una specie di colpo di tacco le imprime una direzione alta, imprevista. La palla esce dalla visuale, quando rientra, incoccia la testa di Oman Biyik. La punta numero 7 del Laval, l’aspettava proprio lì e per accoglierla doverosamente, si era fatto trovare pronto. Un passo indietro, due colpi di reni in rapida successione, sta fermo, sospeso in area. Con lo skyliner del sue lunghe leve, concede un rapido sguardo alla madonnina ,mentre sale, continua a salire, la palla scende, continua a scendere. Quando i due s’incontrano, i leoni si ritrovano a ruggire per il vantaggio. Hanno segnato all’Argentina campione. Anzi, la batteranno, restando nel frattempo addirittura in nove. Oman Biyik non ha portato in alto solo i suoi ma nel suo volo beffardo s’infilano e s’infileranno tutti quelli che amano sovvertire i pronostici. Transiterà anche dalla Samp e dall’Atalanta a fine carriera. Ma quel giorno di 30 anni fa visse, con il suo Camerun, la sua vera gloria. Luca Savarese

#Settantaquattresima puntata Domenica 7 Giugno 2020

2 pensieri riguardo “DIARIO DI UN’ITALIA IN(CORONA)TA, di Luca Savarese (74^ puntata) – 30 ANNI FA IL RUGGITO DEL CAMERUN FIRMATO DALLA PENNA DI BIYIK

I commenti sono chiusi.