JOGA BONI(TO) (1^ Puntata) / IL SALTIMBANCO 2.0: ENRICO BONI TRA CANI, RACCONTI E POESIE
(Luca Savarese) – Se uno manca da tanto tempo dagli schermi, su di lui la curiosità impenna. Se poi questi risponde al nome di Enrico Boni, il popolare Saltimbanco della ex Teleducato, su di lui la curiosità triplica. Egli, ha scoperto una sorta di otium litteratum, un momento in cui, i tiri mancini del destino, un infortunio piuttosto grave e la quarantena, lo hanno portato a divenire scrittore di racconti e poeta. Il nostro, lo conoscete, non è però persona che si può catalogare. Per lui vale, più che con altri, quello che ebbe a dire Wilde, cioè che definire è limitare. Allora per non definirlo e per non limitarne il potere psicagogico del suo eloquio, ne regaliamo, in esclusiva per le colonne di stadiotardini.it, tre puntate, tre inserti preziosi. Ogni giornale che si rispetti ne ha, da oggi: li proponiamo anche noi. Saranno un unicum con il nostro noto interlocutore? Non sappiamo, quel che è certo è che, come faceva Aristotele con l’anima, noi di Boni ne offriremo una visione tripartita. Dapprima presenteremo il nuovo Boni o Boni 2.0, che da consumato Saltimbanco, assieme alla sua medicina, i cani, divenne poeta. Poi, settimana prossima, sarà la volta del Boni ragazzo, studente, quello che con una memoria a prova di anni e virus, cita ancora a menadito e senza fare errori, la formazione della sua classe a scuola. Infine sarà la volta del Boni indignato per la morte di Teleducato, che quel sano confronto dialettico che proponeva Calcio & Calcio, non lo ha più trovato.
Allora, state Boni, se potete. Adesso, parla lui…
“Non so chi ha portato via le sedie da qua”, riferendosi allo spazio verde attiguo alla sua abitazione: esordisce così, in quella che non è un’intervista tout court, come tutte le altre, ma una chiacchierata croccante, intensa, quasi futurista, senza troppi segni d’interpunzione
“Io, all’inizio dell’anno, me la sono vista molto male, per un banale problemino fisico, un graffietto che si è trasformato in un’infezione, che mi ha praticamente bloccato per dei mesi; ho fatto una visita, un intervento, un’operazione ed ho avuto un’immobilità assoluta. Non era certo un bell’anno quello che si stava profilando; poi come tutte le cose c’è un’ evoluzione, poteva essere positiva o negativa, è stata senz’altro positiva, ho recuperato un po’ di forze e sono decisamente avanti. Utilizzando la metafora del calciatore che si rompe ad inizio anno in allenamento e che si sente dire che può tornare a fine giugno in pista, io ho tre mesi d’anticipo: io a quest’ora potevo essere in casa, col tutore al piede, mentre ne sono fuori e sono fuori, mi muovo bene ed in tempi brevi, non pensavo davvero. Per fortuna stare a letto ha generato anche qualcosa di buono, a casa, in contemporanea al periodo, di virus che hanno vissuto gli altri, io ce l’avevo doppio, se avessi visto il mondo dalla finestra, probabilmente sarebbe stato molto più triste, da lì è scattata la scintilla, che ha portato ad un discorso di vari interessi. Adesso sto bene e mi sono ritagliato spazi interessanti”.
Boni, fiume in piena, tende a precisare che il mare magnum del pallone…
“Non lo seguo più il calcio a nessun livello, non mi interessa: mi tengo qualche notizia, la curiosità, seguo quello che sta facendo Baraye in Portogallo, che è uno dei miei protetti, seguo sempre e non ho mancato di telefonargli per esprimere la mia gioia per essere stato scelto dall’Empoli, Pasquale Marino, che per me è e rimane uno dei migliori allenatori italiani, senza se e senza ma. Ha avuto quella sfiga di Parma, dove ci furono anche altri fattori, ma è capacissimo e basti vedere cosa ha fatto ad Empoli, che lo ha preso e in poche partite lo ha tolto dalle sabbie mobili portandolo ai vertici. Ma basta, sono fermo a queste piccole cose . Il calcio, dal mio eremo, non m’interessa. “Samira” la chiama sempre, costantemente, la sua nuova compagna a quattro zampe”.
Dalla luce del piccolo schermo alla penombra soffusa delle piccole cose?
“Non è una penombra soffusa: è, proprio nelle piccole cose che c’è ed ho riscoperto, parafrasando un vecchio refrain pubblicitario, il gusto pieno della vita. Ho scoperto dei mondi che prima trattavo giocoforza in modo non approfondito e non svisceravo più di tanto. Mi sono messo a scrivere, ma a scrivere per mio conto, c’ho in cassetto un paio di racconti, ed uno che è una bomba, un racconto a sfondo sportivo, casualmente…Come nei film, anche qui si potrebbe scrivere: tratto da una storia vera; ho romanzato l’epopea d’oro del Brescello, gli anni Novanta, che avevano portato alla ribalta nazionale una squadra, e che si è conclusa una domenica piovosa del Maggio 2000, io romanzando a distanza di ben 20 anni, ho impostato un racconto con dei risvolti anche sociali, quando sarà il momento che lo presenterò da qualche parte, vedremo. Il sogno è di fare un romanzo, ma vedremo, al momento non mi ritengo un romanziere, io che ho fatto della sintesi il mio stile di vita”.
Ma quali sono le novità che bollono in pentola?
“Ci sono i cani, per un certo periodo che non li ho posseduti: adesso ne ho fatto una priorità assoluta, per cui ritengo che sia più importante portare fuori il cane piuttosto che stare seduto davanti alla tv a vedere certi spettacoli. Intanto, il cane, non si compra, ma si adotta. In quest’ottica di adozione, privilegio i cani che hanno avuto un passato di sofferenza ed un futuro non incerto ma che li porterebbe a marcire in un putrido canile. Uno è già arrivato, Samira è una cagnolina, eccezionale, che con la sua ex affidataria non siamo amici, ma di più. Lei, dopo un paio di colloqui con me ha avuto la sensibilità e l’intelligenza, per capire che io sul piano psicologico, psicofisico, ero la persona adatta per farmi carico di questa cagnolina. La padrona, per gravi problemi famigliari, aveva consegnato la cagnolina all’affidataria, che le ha promesso di trovare una persona che avesse queste caratteristiche. Sai gli amanti dei cani ce ne sono tanti, ma le persone che possono garantire loro addirittura un miglioramento, non sono molte. Sono quindici giorni che è qua e mi sembrano quindici anni, è qualcosa di umano. Si chiama Samira che è un nome arabo, usato nelle persone di sesso femminile, io mantengo il nome del cane.
C’è stata l’ intuizione geniale di questa volontaria che ha visto in me, non so come ha fatto, dopo un paio di telefonate a leggere così in profondità, proponendomela lei “Tu hai le caratteristiche giuste per far si che questa cagnolina stia in modo fantastico da te”. Poi arriverà a brevissimo un cane maschio di taglia più grande. Questi si chiamava Beagle One, grande Beagle, infatti ha il muso del Beagle, un cane di taglia media che nasce anche come cane da caccia, ma una corporatura decisamente più corposa e consistente e siccome giornalisti si finisce di essere solo quando si muore, quando ho visto che lui ha vinto la concorrenza con altri cani, (non si possono adottare tutti, ma si può fare un invito: se potete adottatelo, quello che fanno i cani non lo danno le medicine e gli uomini). Mi sono permesso di spostare due lettere e di toglierne una per cui Beagle One è diventato Bagolone, a breve figurerà e verrà registrato dal comune di Sant’Ilario: se i cani avessero anche il cognome, sarebbe Boni Bagolone o Bagolone Boni e questo renderebbe giustizia a quanti non mi godono e dal momento che ho scelto questo nome, pregusto la mia comparsata in piazza Garibaldi, quando, dandogli un po’ di guinzaglio, lo chiamerò, gli dirò: “Vieni qui, Bagolone Bagolone”, licenza che mi concederò. Io difficilmente esco senza cane. Non sono di quelli che lo lasciano legato al porta biciclette”.
Un vita a servizio delle parole, ma ora alle parole hai dato nuova forma e nuovi contenuti?
“Poi non contento dei racconti sportivi, una giornata di Coronavirus e fermo per l’infortunio al piede, mi son chiesto con me stesso, i due Enrico Boni che si parlano:”Ma tu, hai mai scritto poesie?” “No” “E perché?”, “Boh”. “E perche’ non provi?” “Questa non è una cattiva idea”. Il gioco mi ha preso la mano, adesso adoro prima di tutto leggerle, poi scriverle; secondo me possono esserne capaci anche tante persone, mi sto preparando per quelle che reputo le mie Olimpiadi: è un concorso letterario molto importante, non lo faccio per vincere né per piazzarmi, ma per partecipare, si tiene a Città di Castello, sarà quasi una settimana di iniziative culturali, che culminerà con la premiazione, il 24 di Ottobre. E’ una raccolta, non una singola poesia. Minimo 25 massimo 60. Io utilizzo dei sonetti brevi, periodi molto brevi, ho fatto la scelta di realizzare il maggior numero di poesie. Scrivo rigorosamente a mano il testo, poi con il computer faccio qualche correzione, cucio, taglio, finché è pronta. Ed ho scelto come tema un unico argomento, l’amore, saranno 60 poesie d’amore, che lo trovo uno dei miei argomenti preferiti”.
Ma quando arriva l’ispirazione?
“L’ispirazione alla notte molto tardi: faccio le ore piccolissime, per mia costituzione dormo pochissimo, magari dall’una alle tre scrivo, mi sto disintossicando anche dalla tv, sono agli inizi di un periodo di disintossicazione, quindi viene l’ispirazione alla notte poi mi sveglio al mattino presto, accudisco il cane,andiamo fare una bella passeggiata, ci sediamo nello spazio verde che c’è attiguo all’abitazione. Ho eliminato quello che io adesso con un certo disincanto, anche per la sofferenza patita in questi mesi, ritengo il superfluo, ho dei valori più alti, perseguo il bene degli animali, del mio prossimo, ho i miei interessi, i miei libri. Lo spazio vuoto, la cosa peggiore che uno può avere, si è ridotto, e il discorso degli animali è direttamente responsabile della mia guarigione, perché credimi non è stato facile, stando fermi, non era il massimo, perdi la tonicità muscolare, non potevo neanche andare in bagno, ma in compenso mi ha fatto riflettere, ho riassaporato il gusto del pensare, miglioro fisicamente di giorno in giorno, certo, non devo affaticare l’arto operato troppo, ma siamo decisamente sulla buona strada. I cani, sono uno strumento terapeutico eccezionale”
Ci sono, oltre alle componenti poetiche, anche degli aspetti ludici?
“I concorsi letterari, li fanno le associazioni, gli enti, i patronati, i circoli culturali, tu spedisci e via poi vedi che giudizio che danno. In questo caso, è una cantina che indice il concorso, in provincia di Verona, un concorso giunto alla sua sesta edizione, io ho già inviato la mia opera unica, qui si va di una sola poesia. E’ molto breve, sono 15 righe, il mio stile, esclusi gli articoli quando ci sono, lo trovo incisivo, io per riga intendo quasi sempre tre parole, quattro, cinque sono già tante. Io m’ispiro a Montale, a Quasimodo, a Ungaretti, attenzione però, da umilissimo scribacchino di quello che loro hanno fatto un’arte di risonanza mondiale; uno può giocare a calcio in promozione, in prima o in seconda categoria e dire m’ispiro a Messi, va capita l’affermazione… lo spazio è brevissimo, il tema è il vino”.
In vino veritas, ecco la verità dice che hai sentito una sorta di consapevolezza di arrivare in alto a questo concorso?
Io questo concorso lo vinco, sono sicurissimo di quello che dico perché oltre ad essere giudice di me stesso, ho notato che i premiati delle scorse edizioni, fanno molta fatica a starci dentro le quindici righe, sono un po’ verbosi, io sono asciutto ed essenziale nella maniera esagerata. La poesia, poi, qui viene prescelta per essere stampata sulle bottiglie di vino come etichetta. Stiano tranquille le persone di Parma che vogliono sapere che fine ho fatto, avranno due possibilità. La prima di acquistar ottimo vino da questa cantina, che sul retro poi si trovano la mia poesia.
La seconda di presentarsi, a quella che sarà una grande festa che noi celebreremo, non mi azzarderei a dire, nella prossima primavera e sarà una festa ad alta gradazione alcolica. Il montepremi sarà suddiviso in 1200, 600 e 300 euro in bottiglie di vino pregiato, che noi stapperemo con tutti gli amici che verranno invitati, contornati dai cani, in questa area verde dell’interno dell’abitazione a Sant’Ilario, proprietà della Samira e di Bagolone. Sarà, penso, uno degli eventi di maggior attrazione dell’anno 2021, con una sorpresa, se riesco a maturare (questo farà impazzire Majo…) il non rifiuto a valutare la possibilità di diventare vegano, magari non vegano integralista, ma comunque vegano che poi qualche volta si può conceder qualche peccato. Per quella festa io mi svenerò, per farsi che ai convenuti non manchi niente, di sicuro, non mancherà il vino.
Ho, ti ripeto, la percezione di arrivare in alto: sarebbe un colpo durissimo se non arrivassi alla fase finale, sul podio, e le segnalazioni di merito, se da qualunque altra parte sarebbero una medaglia da portarsi sul petto, col vino no, non mi soddisferebbe. Sarebbe un’ impresa spiegarmi perché non sono sul podio.
Quindi il concorso di Città di Castello, lo considero le mie olimpiadi, mi aspetto un’onesta partecipazione. Gli atleti, all’Olimpiade, scelgono le gare sulla base dell’obiettivo, il mio è quello del premio letterario Città di Castello, la cui giuria, è molto prestigiosa: Alessandro Quasimodo, (il figlio di Salvatore, nda) alla presidenza della giuria, poi c’è una poetessa giovane e già affermata (Maria Borio, nda) Anna Kanakis, che scrive racconti e poesie dopo essere stata, nel 1977, la più giovane miss Italia nella storia a soli quindici anni, poi col tempo, dopo qualche film, ha fatto una scelta di vita molto più impegnata, scrive poesie e racconti. E’ un onore per me essere giudicato da siffatta giuria”.
Diceva la poetessa e filosofa spagnola Maria Zambrano che scrivere poesie è andare ad aprire gli occhi al mondo
“La trovo un’affermazione molto vera oltre che molto bella. E’ un esercizio molto differente dal racconto, io non l’avevo ho mai preso in considerazione ma siccome c’è un tempo per ogni cosa ed allora è giunto questo tempo. Posso anche esibire, tra le altre cose, un’inedita forma fisica. L’ultima volta in ospedale, a Montecchio, la bilancia segnava 75, sono tornato ai tempi della maturità fatta a Parma”.
Ma di maturità, del Boni prima studente poi universitario, ne parleremo, nel prossimo inserto. Non perdetelo. Quindi appuntamento a giovedì prossimo, naturalmente, su queste colonne con Joga Boni(to). Si Enrico Boni, non lo si può proprio ridurre ad una mera intervista. Luca Savarese
Bella intervista. Esce fuori un Boni inedito, molto maturato
Ma Boni non aveva già avuto un problema per un’infezione a seguito di un taglio a un piede qualche anno addietro?Ricordo il Direttore che aveva documentato un suo robusto pasto in ospedale. Non dico nulla di nuovo se consiglio al Saltimbanco una maggiore attenzione all’igiene personale?Cambiare calzini quotidianamente, detergere e lavare i piedi etc..
Mi mancano le bombe di boni
Si però Mifta lo stiamo ancora aspettando… Perduto per sempre per avvenuto ritiro ahime Matri potrebbe essere un obiettivo per Faggiano al gong finale del mercato.
Chissà se il tattuuuuu del leo era indelebile oppure fatto coi trasferelli che majo… Nase usatte nei favolosi anni settanta, am spargnacli dal ridor
Enricone, come mi manca!