L’insostenibile leggerezza del pallone, anno secondo / IL TENTATIVO DI RESUSCITARE UN CAMPIONATO MORTO
(Luca Tegoni) – A Febbraio il calcio si fermò a causa di un virus della famiglia dei Coronavirus, chiamato Covid-19. Il Governo aveva già chiuso le scuole. Si era in attesa dei Barbari, si stava come nel Deserto dei Tartari, si stava ad aspettare Godot. Sembrava che dovesse succedere il finimondo, ma in quei pochi giorni in tanti si pensava che probabilmente bastava spingere sull’interruttore per ritornare ad avere la solita luce, la solita prospettiva, le solite certezze.
Poi i morti, i pronto soccorso intasati. Un’escalation d’orrore culminata con la colonna di automezzi dell’esercito a Bergamo, con i camion refrigerati davanti all’Ospedale Maggiore a Parma.
In molti, penso la maggioranza degli italiani, si resero conto che non si aspettava invano. I Barbari erano arrivati e stavano conquistando le piazze, tutti gli spazi disponibili e non ci rimase che rimanere in casa per non essere sopraffatti dal nemico. Il Governo lo decretò il 7 Marzo, forse in ritardo, chissà.
Siamo in Giugno e abbiamo trovato il modo di convivere con il Nemico. In molti di noi avranno avuto testimonianze dirette di sofferenza, di dolore, alcuni indirette. Altri ancora pensano al complotto mondiale dei soliti noti. Altri si sentono umiliati e offesi da questo governo criminale che ha tolto i diritti costituzionali agli italiani. Ognuno la pensi come vuole. Io penso di aver fatto bene a stare in casa, credendo che il nemico fosse reale. Ho osservato delle norme di prudenza per proteggermi e per proteggere, non ho obbedito a nessun caudillo o dittatore improvvisato, se mai ce ne siano.
E adesso torna la palla in campo e tutti a correrle a dietro. I tedeschi hanno già cominciato, si sono messi avanti, altri campionati cominceranno nei prossimi giorni. Il nostro calcio ricomincia con la Coppa Italia e poi con i recuperi del Campionato a partire dal 20 Giugno.
Una lunga primavera, in effetti molto rapida, ha dato modo ai dirigenti del calcio italiano di fare del vento il solito postino. Non ho seguito praticamente nulla. Le grandi riforme nascono da grandi esigenze e questo era il momento più opportuno. Si è scelto di continuare sulla stessa strada di prima del virus senza tenere in considerazione che il virus è ancora tra noi. E per fare le grandi riforme ci vogliono visioni coraggiose e a volte oltraggiose, ci vogliono uomini diversi da quelli che comandano il calcio e lo sport più in genere. Non solo in Italia.
Le condizioni per terminare il campionato non sono più quelle di quando cominciò. Questo campionato è morto e cerchiamo di resuscitarlo. Imponiamo le mani con il telecomando, alzati e cammina, corri e segna. Se vogliono portare a termine i contratti televisivi che lo facciano, ma come in uno show dove, alla fine, non si vinca nulla e nulla si perda. Sarà uno spettacolo, non sarà un campionato. Questo titolo non vale, queste retrocessioni non valgono. Fermatevi. Ricominciamo dopo, nello sport si deve imparare a perdere. Luca Tegoni
Musica per le orecchie di Marino, Cairo, Cellino, Colombarini, Preziosi e Ferrero. Manca Gambadilegno, Macchia Nera e Lex Luthor poi siamo al completo.
La vita continua, malgrado noi
Well said …Luca T ….
e comunque caro tegoni le comunico che su 7 miliardi di persone a 6 miliardi e novecentoquaranta milioni non importa na cippa del campionato di calcio,dei restanti 60 milioni almeno i due terzi ,siete una minoranza minorata etnica
E quanti sono positivi di questi 60 milioni?
Ma qualcuno pensa veramente che se non finissimo il campionato, poi potremmo riprendere come niente?
Non saprei, chiedo ad arcuri
Chiediglielo indossando i guanti e la mascherina mi raccomando!