ADDIO A SERGIO ZAVOLI, DEMIURGO DELLA PAROLA E AUTORE DELLA FORTUNATA ESPRESSIONE “MINUTO PER MINUTO”
(Luca Savarese) – Guglielmo Moretti, Roberto Bortoluzzi e Sergio Zavoli: si, queste le tre menti che concepirono, sul calco di una trasmissione radiofonica francese, Tutto il calcio minuto per minuto. Pochi sanno e quasi nessuno ha ricordato, ricordando Zavoli, scomparso all’età di 96 anni, che fu proprio lui l’inventor dell’espressione “minuto per minuto”.
“In Italia, alla fine della seconda guerra mondiale, le città, ma soprattutto i piccoli centri e le campagne, uscivano devastate dalla tragedia e ridotte all’isolamento. Non c’erano né acqua né elettricità, ponti e case crollate, strade inagibili. Nessun contatto col resto del mondo. Il giovane Zavoli, poco più che ventenne, con un gruppetto sparuto di amici provvisti però d’ingegno e carattere, raccoglie un bel po’ di cavo elettrico e qualche altoparlante. Dissemina per tutta la cittadina di Rimini il materiale ricavato da perlustrazioni e “collette” nei magazzini dei Vigili del Fuoco e inaugura la prima radio via cavo… Così ebbe a dire di lui Riccardo Cucchi, all’interno del suo “Clamoroso al Cibali”, libro edito nel 2010 dalla bolognese, Minerva, per i 50 anni di “Tutto il calcio”.
Così questa brigata col sacro fuoco della comunicazione, inizia, ad orari stabiliti secondo scaletta, a raccontare alla gente quello che accade. Poi, un giorno, ecco Zavoli narrare la partita di calcio tra Ravenna e Rimini. La sua voce, arriva, dagli altoparlanti, un po’ gracchiante, ma si diffonde, in modo magari rudimentale, ma diretto, tra le vie e le piazzette. La gente non solo ascolta, ma si trova a tendere il naso all’insù, per carpire le parole, peraltro spezzettate dal capriccio del vento. Così, allo storico Caffè Forcellini di Ravenna, la sua città, dove nacque il 23 settembre del 1923 anche se poi visse a Rimini, ecco seduto il direttore di Radio Venezia, l’ingegner Bevilacqua. Ma ecco le parole di Zavoli stesso, contenute nel testo scritto da Gianni Garrucciu, “Buonasera ovunque voi siate”, edito nel 2004 per Rai – Eri per i primi 80 anni della radio. “L’ingegner Bevilacqua credette di cogliere in quell’aspirante radiocronista, in realtà ero uno studente, le qualità di un discreto cronista. E così telefonò a Vittorio Veltroni. Con un telegramma fui invitato ad andare a Bologna, la domenica successiva, a trasmettere, per prova, la partita Bologna-Genoa (8 febbraio 1948, ultima giornata d’andata del torneo 1947-48, poi vinto dal Toro, nda).E, il mercoledì seguente, ricevetti un altro telegramma con il quale venivo convocato addirittura a Roma, nella mitica via Asiago, per ricevere dal direttore Antonio Piccone Stella l’invito a trasmettere, dallo stadio Flaminio la partita Roma -Fiorentina” (prima giornata di ritorno, con vittoria viola grazie ad una rete di Galassi, nda) In realtà, con l’umiltà che ne ha contraddistinto la cifra, poi specifica che in quell’occasione Carosio stava facendo un po’ le bizze con la richiesta di un aumento e Martellini, era a letto per una polmonite contratta a Palermo, dopo aver trasmesso una partita dalla Favorita, quindi, “Per una domenica di campionato il ruolo di radiocronista, era scoperto”. Già, il campionato nel dopo guerra, che ancora non si avvaleva del giochino della contemporaneità delle gare offerto e garantito poi solo dal 10 gennaio del 1960 (e messo stabilmente a punto con i collegamenti multipli alle Olimpiadi romane dello stesso anno) con la nascita di “Tutto il calcio”, trasmissione di cui Zavoli è stato uno dei tre padri fondatori. Il calcio fu l’inizio della sua vocazione narrativa, a trecentosessanta gradi, che ben presto si specializzò nei documentari. Un vero e proprio laboratorio di idee, lungimiranti, fertili, vincenti. Plasma uno stile, quello del neorealismo radiofonico, che lo porta a conquistare per due volte il Premio Italia, insomma, un demiurgo della parola. Amava dar vita alle cose. Una, vive ancora oggi e si chiama Processo alla tappa. Nel 1980, sbanca il premio Bancarella con “Socialista di Dio”. Tutto il giornalismo è ora un po’ più povero ma il suo enorme lascito scritturale e orale, basta, per attingere contenuti di una ricchezza infinita. Ti sia lieve la terra, Sergio. Luca Savarese
R.I.P. Maestro.