CATTIVO CITTADINO, di Gianni Barone / TUTTI PAZZI PER LA DEA. O QUASI…
(Gianni Barone) – Mentre si attendevano notizie – poi arrivate, anche se non ancora ufficialmente – sul futuro del Parma con l’ingaggio del nuovo DS Carli, che avrà il compito di svecchiare la rosa ed evitare sofferenze supplementari, qualora l’ingresso dei qatarioti si attardasse o peggio non si materializzasse, tutti ci siamo concentrati sulla partita dell’Atalanta, con la speranza di poter vedere una squadra italiana tra i primi quattro club d’Europa. Missione non compiuta, per poco, ma ancora una volta una squadra francese, a riposo da mesi, ha avuto la meglio su di una formazione del nostro campionato super attivo nell’era post lockdown. Sarà una coincidenza, come tutti dicono e non pensano, ma il riposo di Lione e PSG è servito, prima, a far fuori l’ultima risacca sarriana di una Juve neo campione d’Italia, e poi l’Atalanta dei miracoli, archetipo per tutte realtà medio piccole della penisola. Il riposo forzato è bastato ai francesi mentre l’allenamento frenetico dei nostri ha prodotto, a quanto pare, solo logorio fisico e mentale. E’ troppo semplicistico, forse, liquidare in questo modo la questione (vieppiù considerando come è nata l’uccisione della Dea Umana), però pochi avevano pronosticato l’eliminazione precoce delle nostre formazioni ancora in lizza per la Champions. La Juve ha perso contro il modesto Lione (della chiesa al centro della piazza di garciana memoria), mentre l’Atalanta, nel finale, quasi in dieci, contro un PSG tutt’altro che arrendevole,
sulla carta quotato al netto delle bizze dei suoi campioni, ha ceduto le armi tra il dispiacere e lo sconforto di tutti coloro che l’avevano identificata come la Nazionale Italiana. Nella telecronaca di Caressa/Bergomi su Sky sentire Palomino pronunciato a mo’ di Cannavaro, dopo un brillante intervento difensivo, con la mente si è tornati a Berlino 2006. Poi se entriamo nello specifico tecnico riusciamo a capire tante altre cose che, a caldo, potrebbero esserci sfuggite. Tipo che, pur avendo giocato molto bene il primo tempo, la squadra di Gasperini, nella ripresa, ha accusato un po’ la fatica per il gioco dispendioso, finendo per subire prima ancora che l’insieme, le individualità avversarie, di elevatissimo livello, le quali, però fino all’uno-due finale, avevano difettato, non poco, in concretezza. Qualcuno si chiede ma perché continuare a giocare uomo contro uomo, senza raddoppi e coperture, fino alla fine, sopratutto dopo l’infortunio di Freuler, che aveva privato la squadra,in mediana, di un equilibratore formidabile? Un quesito plausibile, accettabile, che getta qualche ombra sulla gestione della partita da parte del tecnico (non ci è andato leggero Domenech – ex cittì francese nel mundial tedesco, battuto im finale dai nostri – aprendo un’altra ferita nel nostro orgoglio nazionale: “Grazie a Gasp per i cambi. Italiani i migliori tattici? Una leggenda”. E così dopo difensori e portieri perdiamo il primato anche tra i tattici, questo sempre per quell’autolesionistico processo di snaturalizzazione delle nostre capacità, per scimmiottare – benchmark – quelle altrui), il quale, nella
Penisola, riscuote consensi a destra e a manca, perché mette d’accordo tutti con il suo gioco offensivo e verticale, sempre veloce e spietato nel togliere spazio e tempo agli avversari con la tattica dell’uomo contro uomo a tutto campo. Un modo originale di schierare la squadra, difficilmente riscontrabile in altre formazioni italiane ed europee: una rivisitazione, riveduta e corretta – come sostiene Galeone mentore di Gasperini – del calcio all’italiana, che rifugge, però, in parte dal tanto biasimato “catenaccio”, tutto difesa e contropiede che riscuote, sempre, indici di gradimento molto bassi e che fa adombrare coloro i quali vengono indicati come realizzatori di tale atteggiamento tattico (vedi D’Aversa, il quale, stando al sempre bene informato Trupo – supponiamo sia suo l’articolo firmato redazione di Parma Today – starebbe ricevendo in queste ore la visita di Carli e Lucarelli, per costruire in spiaggia, il Nuovo Parma). L’Atalanta no, non pratica la zona come lo fanno tutte le altre squadre del mondo: va a prendere in ogni zona del
campo gli avversari, infatti non è casuale trovare i tre centrali di difesa (iersera Djmsiti, Caldara, Toloi e poi Palomino) nella metà campo avversaria, in fase di non possesso, si badi bene. Tutti pazzi per la Dea, tutti a tifare per i nerazzurri bergamaschi diventati di colpo “azzurri”, tranne che per qualche gufo juventino risentito e offeso non si capisce bene per che cosa (invidia e frustrazione). Però la corazzata arabo-parigina (qualche tifoso Crociato ha sognato tanta ricchezza tecnica anche da noi, ma i sogni son desideri…) è riuscita, nel breve volgere di pochi minuti, a capovolgere la situazione e a ristabilire le distanze e le gerarchie. Il gioco coraggioso, spavaldo, che aborra il possesso palla e la supposta propositività, che secondo alcuni analisti, dovrebbe essere preso a modello da tutte quelle realtà che non si possono permettere i campioni acquistati con valuta araba, cioè petrodollari, ha illuso tutti, ma non ce l’ha fatta; per poco, d’accordo, però, non dico che ciò certifichi la crisi del nostro calcio al cospetto dell’Europa, ma
di sicuro mette in luce e a nudo certe lacune che altrove non si verificano. La scudettata Juventus crolla, nonostante Ronaldo, ora finito sulle bancarelle d’altobordo del calciomercato, con seria possibilità di finire proprio al PSG e la piccola-grande Atalanta che secondo il motto di Mandela, pur non vincendo non perde ma impara, ci consegnano una realtà di decenni di insuccessi italiani a livello di club in Europa. Basti pensare che, per la Champions, per ritrovare una nostra vittoria bisogna rifarsi al triplete dell’Inter di Mourinho, datata 2009-2010, mentre per l’Europa League, addirittura fino al 98-99 con la vittoria del Parma sul Marsiglia a Mosca, preistoria ormai, dato che era ancora Coppa Uefa… Non sarà crisi profonda, ma poco ci manca. Intanto il tributo all’Atalanta è quasi generalizzato sempre perché qualcuno obietta che, senza Ilicic (depresso) e con il Papu fuori, per gran parte del secondo tempo per infortunio, il tasso tecnico si è abbassato di molto e l’argine dei due mediani De Roon e Freuler, veramente molto bravi nelle due fasi, di sicuro superiori ai pari ruolo juventini, non è bastato per il successo della Dea che tutti già pregustavano. Archiviata anche la Champions, la realtà ci riporta al mercato Crociato con un Barillà che se ne va verso l’ambizioso Monza del duo Berlusconi-Galliani e con il nuovo DS Marcello Carli che, prima d’iniziare
dovrà verificare l’unità d’intenti con il tecnico Roberto D’Aversa, un ambizioso che vorrebbe sempre migliorare il proprio percorso personale, ma che potrebbe essere chiamato, viceversa, ad una nuova mission, impostata sul lancio di giovani, oltre che il mantenimento della categoria senza le sicurezze in rosa di prima. Per assurdo, se il Cittadella avesse liberato il ds Marchetti (uno dei quattro del casting) e se questi avesse portato in dote il tecnico Venturato (con cui forma un affiatato tandem da anni in Veneto) non ci sarebbe stato bisogno di ulteriore tempo: già ce n’è poco a disposizione: la programmazione sarà alquanto difficoltosa, anche perché, non avendo scelto lui l’allenatore (lo conoscerà sotto l’ombrellone in queste ore) dovrà adattare e far coincidere le proprie idee con quelle di altri, sempre con l’incognita di un cambio di proprietà, ancora ufficioso, che tarda a concretizzarsi, ma che resta, fino a prova contraria, ancora in piedi. Ricordiamo che il nuovo DS ha, nel suo ruolino, l’ingaggio ad Empoli di Maurizio Sarri, agli albori del sarrismo, quindi anche qui, oltre ai giocatori, si attendono pure nuove idee, e nel caso in cui dovesse partire, per sconvolgimenti dell’ultima ora, pure D’Aversa, una guida tecnica all’altezza del progetto. Il quale D’Aversa, forse, tornando all’Atalanta di ieri sera, pur beccandosi su del catenacciaro avrebbe fatto altre scelte rispetto al meno prudente Gasperini: non avrebbe fatto entrare, ad esempio, sull’1-0 un attaccante (Muriel) al posto di un centrocampista (Pasalic) utile all’interruzione nel finale, bensì al posto dell’esausto e sovrastato da Thiago Silva, Zapata, e con Freuler inutilizzato in avanti, avrebbe mutato l’assetto difensivo, ovviamente fra le critiche generali di chi non pensa che il difensivismo (o almeno il sapersi difendere bene) sia una risorsa, così come la lingua italiana… Gianni Barone
Ma Carli è ufficiale o meno? Non capisco perchè siamo l’unica società al mondo che ci mette una vita per annunciare le cose.
Un attimo di pazienza, il cracolici sta ancora aspettando quello del palermo, andiamo per ordine di importanza
Carli è ancora sotto contratto con il Cagliari, se prima non rescinde ufficialmente, non può ovviamente essere tesserato dal Parma
prima deve trovare il sostituto di matri (cit)
Sono molto preoccupato per la stagione che verrà… Non presagisco nulla di buono.
Quindi è positivo, da già per assodato che ci sia una prossima stagione
Va’ a pè a Fontanlè,cassandro
sono agnostico insurrezionalista,certe facezie le lascio ai poveri di mente
Mo co vot insurrezionalizzare, arnoc vec
Beati i poveri, nostro sarà il ragno dei cieli
be la tua mente semplice si e’ gia’ insurrezionalizzata abbastanza direi ,beati i poveri le na gran caseda ve soprattutto perche’ detta dal figlio del piu’ ricco dell’universo ,a son bo anca mi nane’
Quest’anno se non arrivano gli arabi sarà durissima salvarsi
Davide sarai mica andato in vacanza in calabria saudita ahn ? ocio cat tòche porter la mascarenna anca al cesso ,ahahahah
Dale a tu cuerpo alegría MASCARENA
Que tu cuerpo es pa’ darle alegría why cosa buena
Dale a tu cuerpo alegría,MASCARENA
Hey MASCARENA,tutti in disco con davide i barboni a cater su di tomachi ALLA COPADOR ,ahahaha
Figa, l’è dvintè mat anca chilù!!
Chilù po a tal dis a to sorela, valalà, teniamo il distanziamento sociale con un movimento sociale, come disse al. Mirante,
Per due anni ci hanno detto che servivano due anni per consolidare la A e cannelle varie. Adesso che i due anni sono passati sono finiti i soldi. Qualcuno sa qualcosa della vicenda araba????Non penso che il sole24 ore e Sky fossero ubriachi. Comunque lo scenario è inquietante se uno dal Cittadella ti dice di no. Guarda caso Vagnati ha fatto come leonardFaggiano e quando ha capito che alla Spal erano finiti i soldi è fuggito.
un bello sponsor di maglia mutti e sema a post
Figa che dialoghi tra du vech arterio al spech
io vorrei rispondere solo a barone su radio emilia ,ma ci sono delle interferenze radio sui 101 ,e’ pencroff che come un piccione va sul tetto in via zarotto a fare la cacchina sull’antennina
Per Sua. norma e regola, Sig. Jdm, sappia che io non faccio cacchine bensì stronzi grossi quasi come Lei. Vadì mòlà
bene ,si e’ dato del buz dal cul cal pera n’autostreda da solo, una sorta di presa di coscienza tardiva ma onesta
co dit scaramacai, mi son giovon cme l’acque dla perma voladora ,putost ti selta fora da cla busa li vala’ ,at mandi zo na ciocaròla o ag seltot fora da ti ,mmmm an ghe dùbi
ma è lei che prometteva lo spogliarello in caso di salvezza del Parma? chiedo per un amico
https://www.valentinorossi46.it/wlf-beatrice-bonfanti/
dica al suo amico di farsi meno atrezzi dentellati del falegname