“VOLEVO NASCONDERMI”, IL REPORTAGE DI GABRIELE BALESTRAZZI DELL’ANTEPRIMA ALL’ARENA ASTRA, E LA VIDEO INTERVISTA A “CESARINA”
(Gmajo) – Ringraziandolo per la più che gradita citazione al mio cammeo, riprendo volentieri il reportage e le riflessioni di Gabriele Balestrazzi sull’Anteprima di Volevo Nascondermi, andata in scena per Ferragosto all’Astra Arena Estiva (con replica stasera domenica 16), pubblicato su uno dei suoi blog post pensione, ParmaBilly, “Fra Parma e il Mondo: notizie, edicola e piccole riflessioni di un cronista di provincia…”, dal titolo “Ben ritrovato, amico Cinema!”. Il pluri-premiato biopic di Antonio Ligabue, girato dal regista Giorgio Diritti con un superlativo Elio Germano nei panni del protagonista, tornerà all’Arena Astra il 22, 23, 24 e 29, 30, 31 Agosto 2020. A Fidenza, invece, arriverà da Giovedì 20 Agosto 2020 nella Corte OF, per il finale della XXI Stagione di Esterno Notte a cura di MyCinem@, e resterà fino a Domenica 23 Agosto: tutte e quattro le serate avranno inizio alle ore 21.30. Domani sera, 17 Agosto, ultime anteprime all’Arena del Cinema Teatro Astoria di Lerici e all’Arena del Palazzo Ducale di Genova.
Sopra, invece, trovate la interessante video intervista a Francesca Manfredini – arbitro di Luzzara che avevamo incrociato sul campo quando diresse un derby del Parma Femminile col Pievecella – al debutto sul grande schermo nei panni di Cesarina, l’unico amore, sia pure platonico, dell’artista naif, realizzata dal direttore di Casa Museo Ligabue Giuseppe Caleffi. Francesca aveva partecipato dal vivo alle Berlinali alla prima premiazione del film, con la consegna dell’Orso d’Argento ad Elio Germano: a seguire la pellicola avrebbe pure conquistato il Nastro dell’Anno ai Nastri d’Argento, e due Globo d’Oro per il miglior film e la migliore fotografia.
BEN RITROVATO, AMICO CINEMA!
di Gabriele Balestrazzi, da ParmaBilly
Niente di meglio, per staccarsi dalle tediose polemiche dei social: quelli che se scrivi che i casi tornano ad aumentare “fai terrorismo!”, quelli che sostengono che “l’emergenza covid è finita” e poi il giorno dopo titolano “fermate i migranti che sbarcano con il virus”, e anche quelli che – con fanatismo opposto – se la prendono anche con chi semplicemente esce di casa e va al bar… Problemi del millennio che ha smarrito il buon senso, il confronto, le sintesi. Problemi altrui.
Io da casa e da Parma esco regolarmente, anche se può sembrare strano: non eravamo finiti in un “regime illiberale” che con l’emergenza maschera il controllo delle nostre libertà…? La risposta arriverà a settembre: adesso i teorici della “dittatura di Conte” sono quasi tutti in vacanza, e spesso sono gli stessi che a marzo dicevano che a causa del governo (non del covid, che “non esiste”, ma del governo) avrebbero dovuto chiudere baracca e burattini e mendicare per le vie del centro…
Sono sinceramente felice che le cose vadano meglio del previsto. E anch’io do il mio piccolo contributo alla ripresa della vita: torno al cinema dopo 6 o 7 mesi; rivivo l’atmosfera amichevole dell’arena estiva dell’Astra. Tutto è organizzato a puntino: prenotazione telefonica, posti singoli o accoppiati per congiunti, sanificante, entrata e uscita funzionali. E mascherine, ovviamente.
Ne valeva la pena. Non solo per ritrovare la gioia del rito del cinema sul grande schermo, e appunto all’aria aperta. Ma anche per la possibilità di vedere un bel film, sulla sempre toccante storia umana e artistica di Antonio Ligabue. Che Elio Germano interpreta in modo non meno straordinario di come ricordavo (e lo andrò a rivedere su Raiplay) il Flavio Bucci di fine anni ’70. Che Matteo Cocco fotografa regalandoci lo stupore ammirato di alcuni scorci di Po e di interni opprimenti. Che Giorgio Diritti dirige con momenti sicuramente Olmiani e forse in effetti con qualche difetto che leggerete nelle varie recensioni.
Ma nel complesso è un film bello, da vedere assolutamente. Anche per ripercorrere quella particolarissima vicenda che ci ha regalato opere stupende e uniche. Funzionano anche i sottotitoli, ora per il tedesco ora per il dialetto delle nostre parti. E c’è anche una sorpresa parmigiana: l’apparizione del collega (nel senso di giornalista, non di attore…) Gabriele Majo, nella parte di uno dei tanti che si trovarono a misurarsi con fatica con l’arte di Ligabue. Gabriele Balestrazzi (da ParmaBilly)
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