IL COLUMNIST di Luca Russo / ATALANTA, CAMPIONE D’ITALIA 2020-21
(Luca Russo) – “Sono le ore 22.54 del 23 maggio 2021: l’Atalanta è campione d’Italia”. No, il caldo non c’entra niente. Il mio è semplicemente un pronostico circa l’esito della Serie A che ieri si è svelata ai nostri occhi con due partitine niente male, Fiorentina-Torino (1-0) e Verona-Roma (0-0), prima del lunch match che ci riguarda da vicino (Stadio Tardini, ore 12.30 Parma-Napoli, con 1.000 spettatori). Azzardata finché vi pare, una previsione del genere, ma direi piuttosto ancorata alla realtà dei fatti, che ci raccontano di un campionato in cui le solite favorite stanno cambiando parecchio mentre la Dea è rimasta uguale a se stessa. E così se le big del calcio nostrano saranno chiamate a ricercare la chimica perduta dopo un’estate di rivoluzioni più o meno grandi, i bergamaschi potranno far leva sulla continuità di un progetto che nelle ultime due stagioni ha fruttato due qualificazioni consecutive e una quasi semifinale in Champions League. Un dettaglio non trascurabile con all’orizzonte un calendario compresso per le ragioni che noi tutti conosciamo. Di rivoluzione si può parlare in casa Juventus, che ha messo alla porta Sarri e ai margini della rosa alcuni elementi risultati decisivi nelle scorse annate per fare all-in su Pirlo, allenatore a chilometro zero, e su un mercato orientato ai giovani di prospettiva e al contenimento dei costi (la stessa scelta di Pirlo, a ben vedere, è stata suggerita da questa esigenza): quando ci si affida a tante scommesse in un sol colpo, si corre il rischio di restare a mani vuote. Ad Appiano Gentile il cambiamento si è tradotto in una rivoluzione mancata, solamente sfiorata. Le reiterate dichiarazioni scomposte di Antonio Conte ai danni del proprio club avevano ormai spianato la strada all’arrivo di Massimiliano Allegri sulla panchina nerazzurra. E anche l’universo interista era pronto a “switchare” sull’ex tecnico bianconero. Poi il patto e la conseguente tregua (armata) di Villa Bellini hanno fatto rientrare la crisi, consegnato al coach salentino un secondo anno zero e rimescolato le carte in tavola più di quanto avrebbe potuto fare il mister toscano: sebbene non abbia stravolto granché, oggi l’Inter sembra più nuova di quanto non lo fosse già dodici mesi fa, ma la sensazione è che resti ancora la polveriera di Agosto: ai primi passi falsi Conte potrebbe ritornare a sbottare e stavolta Zhang difficilmente gliela farebbe passare liscia. L’inchiesta di Eurosport punta sui nerazzurri milanesi, e speriamo si sbaglino anche nel verdetto che vedrebbe il Parma come terz’ultima retrocessa. Nella Capitale, sponda giallorossa, il lifting è stato societario, il che raramente si sposa con l’eventualità di risultati eccellenti a breve termine. A Napoli i ritocchini hanno interessato la vecchia guardia: Callejon si è svincolato e anche Koulibaly potrebbe fare i bagagli con destinazione Premier League. Osimhen ha i crismi del gran bel colpo, ma nell’immediato da solo non basterà a mitigare le partenze dei due senatori di cui sopra: l’esperienza è merce rara e assai preziosa. La Lazio, contrariamente alle altre big, sta modificando il meno possibile l’assetto della stagione scorsa, tuttavia la considero fuori dal giro scudetto per il semplice motivo che la costanza di rendimento non è il suo punto forte. Il Milan sta dominando la scena del mercato per quantità e qualità degli acquisti. A Milanello la svolta è epocale però giovane (Tonali e Diaz sono “tanta roba”), per questo è probabile che i suoi frutti li vedremo solo tra qualche anno. E allora in questo oceano di rivoluzioni e di incognite, le uniche certezze ce le offre proprio la società di Percassi, che ha deciso di puntare sulla continuità, di credere nelle capacità di chi l’ha portata nell’olimpo del calcio europeo e di affidarsi a quella filosofia per cui “squadra che vince non si cambia”. Ingredienti fondamentali per inseguire da una posizione di vantaggio rispetto alla concorrenza un sogno… tricolore. Sì, Atalanta, non ti manca niente per emulare il Verona 1984/1985 o la Sampdoria 1990/1991: il prossimo scudetto può essere tuo… Luca Russo
Si, questa volta concordo con L.R. Penso che l’essere arrivati vicini alla Juventus in campionato e aver sfiorato una semifinale di Champions la scorsa stagione abbia convinto la famiglia Percassi a compiere il grande passo: ora o mai più.