L’insostenibile leggerezza del pallone, anno terzo / PER ESSERE POSITIVI BISOGNA PENSARE CHE NON SI PUO’ FAR ALTRO CHE MIGLIORARE
(Luca Tegoni) – La gita cominciò Sabato. In corriera fino a Roma per tornare domenica sera. Tempi stretti per vedere la città immortale ma almeno un giro all’Olimpico riusciranno a farlo?
- Giusto un giro, se poi giocano sarebbe una figata!
- Ma dai! Sai che il pubblico non può entrare!
- Per il Virus?
- Eh, certo. Maestro è vero che allo stadio non si può entrare? Maestro Fabio è vero?
- Ragazzi state bboni che vedemo che se po’ fa. Conosco er custode, che magari ce fa vedè la partita de sguincio.
- Grande!
- Si, Si, andiamo alla partita da spettatori! Viva il Signor Maestro!
- Tutti in coro “Viva il Maestro Fabio”
Più o meno credo che sia andata così.
Poi il custode li ha pure fatti entrare in campo. Che sorpresa quello stadio così grande, roba da sentirsi tanto piccoli, ancor più piccoli di quanto non fossero.
Così gli undici bambini entrarono in campo con tanto timore e non sapevano che fare, dove correre. La palla sembrava pesantissima ma per fortuna la prendevano poche volte.
- Bambino Jurai, tu che sei più grande calciala più forte
- Bambino Gervais tu che sei più veloce corri di più
- Bambino Bruno ti che sei più saggio consiglia i compagni
- Tutti gli altri bambini stiano composti e si aiutino tra di loro. Bravi bambini. Po’ se annamo a fa du spaghi dar cozzicaro.
I bambini in realtà si divertivano ben poco, gli avversari vestiti di rosso sembravano degli adulti e poi erano tanto egoisti, non davano mai la palla e la tiravano sempre verso la porta. Però poi ci sarebbe stata una bella spaghettata. Che forte il Maestro Fabio! Conosceva un sacco di ristoranti. E li faceva stare in campo proprio come volevano. I bambini più grandi, avrebbero detto “a cazzo”. Ma son parole brutte, che la mamma non vuole sentire.
Poi salirono sul pullman, per fortuna poco sudati perché le docce non potevano farle e partirono, con il Maestro Fabio a dire al conducente dove andare.
Sarcasmo a parte, la situazione è complicata. Non sembra che ci siano le idee chiare ne per quanto riguarda i giocatori, che hanno pure perso la fiducia di una compattezza difensiva conquistata e nemmeno per l’allenatore che da l’impressione di non sapere che tipo di gioco proporre.
Per essere positivi bisogna pensare che non si può far altro che migliorare … ben consapevoli che arrivati in fondo c’è sempre un badile pronto per continuare a scavare.
Buon ritorno ragazzi!
Roma Parma tre a zero
Non sai proporre il tuo gioco e se fai catenaccio fai schifo ugualmente. Semplicemente, Liverani non capisce la squadra. Da mandare via subito.
Non ci siamo, non c’è niente da salvare in questo Parma.; proprio niente. Mi dispiace dirlo, ma siamo i peggiori del campionato…non che il Crotone o la Samp siano messi meglio, ma qualcosina su cui lavorare si vede, da noi invece nulla.. de profundis crociato… ahimè!
Vi ricordate?
Eravamo in serie C
Giocavamo da schifo
I magnifici 7 mandarono via tutti
Fecero tabula rasa
Sostituirono
l’allenatore
il D.s.
Il presidente
e……
dalla C arrivammo in A
sfiorando l’Europa.
Ora bisognerebbe fare lo stesso
TABULA RASA
Mandare via
IL CATENACCIARO LIVERANI & CARLI
suo alter ego
dando un nuovo
allenatore, un nuovo D.S. al Parma e
usando con.i giocatori, non più la carota
ma simbolicamente il bastone
Giocatori ZOMBIE.che non.corrono
non fanno due passaggi di fila,
non.onorano la maglia,
deconcentrati
abusivi
nulli
e inutili.
In.parole povere i nostri giocatori
sotto le ali del CATENACCIARO LIVERANI
sono diventati GIOCATORO SEGA.
Chi gioca male va in.panca ma
il presidente è lontano
Troppo lontano e non.essendovi
uno in società che fa le sue veci come
presidente in seconda tutto va a rotoli.
DOMANI TABULA RASA.
Richiamiamo D’Aversa
e scusiamoci con lui che dalla
serie C ci ha b portato in 🅰
quasi in Europa e noi COME
RINGRAZIAMENTIlo abbiamo
cacciato come un cane rognone ma
non per prendere Allegri o similare
ma un allenatore appena retrocesso.
ARRIDATECI D’AVERSA.
Krause c’e bisogno.di te qui a Parma.
altrimenti tutto va a puttana.
Il fatto che invece di migliorare peggioriamo sempre